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16 Giugno 2023
15:05

Scoperti due grandi laboratori d’imbalsamazione per uomini e animali in Egitto

In Egitto gli archeologi hanno trovato due nuovi laboratori d'imbalsamazione e due nuove tombe, risalenti a epoche molto diverse, che presentavano anche stili di conservazione dei cadaveri leggermente differenti.

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Gli antichi egizi come noto avevano molto a cuore i loro animali domestici, tanto che all'interno del loro pantheon moltissime divinità erano chiaramente ispirati a loro. Alcuni di questi in verità non erano solo specie domestiche, come coccodrilli, aironi e iene. Tuttavia, all'epoca anche questi animali rientravano all'interno della cerchia ristretta delle specie che ruotavano intorno alle attività umane, dominate comunque dai gatti e dai cani che rappresentavano i principali protagonisti del culto religioso.

Nelle scorse settimane, a dimostrare il forte interesse che gli egizi riservavano ai loro animali, anche per finalità religiose (erano molti gli esemplari che venivano sacrificati in onore della dea Bastet, dal volto felino), l'attuale ministero egiziano delle Antichità ha annunciato di aver individuato insieme agli archeologi due dei più grandi laboratori d'imbalsamazione mai ritrovati, nei pressi dell'antica valle di Saqqara, dove risiede una delle principali necropoli dell'Antico regno, che va da 4.700 a 4.500 anni fa. Saqqara inoltre è anche il luogo in cui risiede il più antico edificio in pietra mai costruito al mondo, ovvero la Piramide a gradoni di Djoser.

Raccontando la scoperta, il ministero ha anche comunicato di aver trovato sempre nei pressi della medesima valle ben 2 tombe, che presentavano al loro interno diversi manufatti dell'Antico e del Nuovo Regno.

Dalle prime indagini preliminari, gli archeologi hanno osservato che i due laboratori d'imbalsamazione hanno cessato la loro attività durante il periodo tolemaico, ovvero durante la dinastia greco-macedone che si impose sull'Egitto di seguito alla conquista di Alessandro Magno. Al loro interno sono presenti diversi letti di imbalsamazione, suddivisi a secondo della specie a cui erano rivolti. Sono stati trovati infatti camere per la mummificazione umana, camere specifiche per la mummificazione degli animali sacri e camere per la mummificazione degli animali domestici, destinati a un processo più semplice e meno costoso.

I dettagli riportati dal documento prodotto dal ministero affermano che ogni letto è lungo all'incirca due metri e largo 50 cm. Ognuno di essi inoltre è ricoperto di gesso e termina con canali di scolo, affinché i liquami prodotti e utilizzati durante il processo di lavorazione dei cadaveri fluissero via, probabilmente all'interno di alcuni recipienti di terracotta che sono stati trovati insieme ad altri strumenti fra i sedimenti.

Erano probabilmente numerosi gli animali che finivano per essere imbalsamati all'interno di queste strutture, affermano gli archeologi. La maggioranza di questi erano gatti e cani, ma anche ibis e aironi prelevati direttamente dalle colonie selvatiche del Nilo e che finivano per essere sacrificati come messaggeri per gli dei.

Riguardo invece alle tombe scoperte, una apparteneva a un alto funzionario della V dinastia, chiamato "Ne Hesut Ba", che secondo le ricostruzioni degli studiosi era il capo degli scribi e il sacerdote di Horus e Maat. Svolse questa funzione probabilmente a cavallo del 2.400 a.C. e la sua tomba ha la chiara forma della "mastaba", la più antica tipologia di tomba mai prodotta in Egitto. Essa era un rettangolo di mattone e pietra, che presentava un ingresso che conduceva verso alcune piccole camere sotterranee, dove erano state deposti i corpi e i tesori dei defunti.

La facciata dell'ingresso presenta tra l'altro i nomi del defunto e di sua moglie, dispone di un’architrave molto importante, che ha permesso di individuare i diversi titoli della coppia, e di alcune pitture che raffigurano la coppia in alcune scene quotidiane. L'ibis, l'animale sacro degli scribi, è presente all'interno di questa tomba venendo raffigurato come il dio Thot, protettore dei sapienti, inventore della scrittura e padre di tutti gli ingegneri e gli architetti.

La seconda tomba appartiene invece ad un sacerdote della XVIII dinastia (1400 a.C.) chiamato "Men Kheber". Al suo interno sono state trovate statue di alabastro lunghe un metro, che presentano delle decorazioni raffiguranti Men Kheber in abito lungo e con la parrucca. Anche in questo caso, sono stati trovati diversi oggetti che presentavano delle raffigurazioni di animali sacri, dimostrando ancora una volta che queste creature facevano intensamente parte della vita degli antichi egizi.

Una domanda giunge però spontanea, gli antichi sacerdoti egizi, al momento dell'imbalsamazione, utilizzavano sugli animali le stesse pratiche che sfruttavano per conservare il corpo dei defunti umani? Gli archeologi in verità stanno ancora studiando l'antico processo d'imbalsamazione, ma è pur vero che studiando il contenuto delle decine di migliaia di mummie ritrovate sino ad oggi in Egitto è ormai chiaro che le tecniche di conservazione si sono progressivamente evolute nel corso della storia e che alcuni cambiamenti sono avvenuti per l'imbalsamazione degli animali.

Gli animali domestici, quelli perciò non legati propriamente al culto degli dei, venivano infatti imbalsamati più in fretta, in maniera approssimativa e spesso compiendo dei grossolani errori. Per esempio, durante l'epoca tolemaica i sacerdoti – per garantire una certa "scaletta di produzione delle mummie" – non colmavano interamente il corpo dei gatti domestici con delle erbe, un processo che avrebbe necessitato molto tempo e maggiori spese. Talvolta non si premunivano neppure di coprire adeguatamente il corpo con il giusto numero di bendaggi, spiegano gli archeologi, pur di rientrare nei tempi e occuparsi del numero maggiore di animali possibile.

I sacerdoti infatti venivano pagati con delle donazioni statali e dai privati per compiere il loro lavoro e questo quindi li spinse ad aumentare la produzione e a semplificare le antiche tecniche, che necessitavano di giorni per essere portati a termine. Gli animali sacri invece venivano curati in ogni caso meglio degli stessi esseri umani. Questo perché la loro imbalsamazione faceva guadagnare molto di più e permetteva ai laboratori di ottenere una certa fama, che gli garantiva delle entrate extra legate alla venerazione di quel particolare animale.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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