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29 Agosto 2021
10:36

Satriano, fatta l’autopsia sul corpo di Simona. Cani sedati per la cattura e portati in canile

La giovane di 20 anni che è morta a Satriano, in provincia di Catanzaro, è stata attaccata dai cani alle spalle e alle gambe. Questo conferma l’autopsia durata 5 ore ed eseguita dal medico legale Isabella Aquila su disposizione del pubblico ministero Irene Crea. Gli animali catturati sono stati portati in un canile locale. Continuano le indagini dei Carabinieri.

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Simona Cavallaro, 20 anni, è stata aggredita alle spalle e alle gambe nell’area pic-nic di Monte Fiorino, a Satriano, in Provincia di Catanzaro. E' quanto conferma l’autopsia durata 5 ore ed eseguita dal medico legale Isabella Aquila su disposizione del pubblico ministero Irene Crea.

L’esame è avvenuto alla presenza di alcuni periti che sono stati nominati dalla famiglia di Simona e dall’indagato, un pastore di 44 anni, il cui gregge di capre stava pascolando proprio nello spazio verde. I rilievi scientifici ora dovranno stabilire di quali esemplari si tratta.

Dodici sono stati finora i cani catturati e solo uno aveva il microchip. Per  otto di loro è stata necessaria la sedazione per riuscire a prenderli e ora si trovano in custodia in un canile della zona. I Carabinieri stanno continuando le ricerche perché, secondo la testimonianza di un amico che si trovava con la ragazza, il branco potrebbe essere più grande con una quindicina di esemplari.

Capre e cani presenti anche nei giorni precedenti

Il gregge di capre con i cani al seguito sarebbe stato lì anche i giorni precedenti all’incidente. Una lettera arrivata al giornale Corriere della Calabria, scritta da una donna, allega una foto del luogo scattata il giorno prima e racconta di essere andata lì con i bambini. «Per paura non sono scesa dalla macchina – racconta – Ho scattato la foto perché arrabbiata, in questo luogo ho sempre fatto lunghe passeggiate e quel giorno, dopo aver percorso una strada dissestata per poterci arrivare, sono dovuta ritornare indietro». La testimonianza potrebbe essere utile agli inquirenti anche per capire le condizioni dell'area pic-nic.

Molte associazioni, tra cui anche Enpa, hanno puntato il dito contro le istituzioni e le politiche mancate a tutela dei diritti degli animali. «Queste cose succedono dove da anni tutte le Istituzioni, nessuna esclusa, sono latitanti – aveva sottolineato Carla Rocchi – La Calabria è il luogo della disapplicazione assoluta, che ha la sanità commissariata da anni e proprio nella sanità c’è anche quella animale. Anagrafe canina zero, sterilizzazione zero, informazione ai cittadini zero».

Proprio la presenza delle amministrazioni dello Stato può fare tanto, sia in merito alla lotta agli abbandoni, sia per la salute dei cani vaganti, sia per dare a chi opera con animali (proprio come chi vive di pastorizia), una maggiore consapevolezza sul ruolo dei loro "colleghi a quattro zampe". La formazione, infatti, può essere centrale. E, come ha spiegato Luisa Vielmi, dell’associazione Difesattiva, «ora non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, i cani da pastore non sono così, non sono aggressivi».

Ci sono diverse dinamiche che possono aver spinto gli animali ad agire in gruppo. Per David Morettini, istruttore cinofilo e componente del Comitato scientifico di Kodami, potrebbe esserci stato un fenomeno di ganging, cioè di linciaggio. Diverse le variabili che potrebbero aver inciso, tra cui anche l'eccessivo numero di esemplari a guardia di un piccolo gregge di capre.

Come in tutti gli articoli al riguardo che stiamo pubblicando su Kodami, ci teniamo a sottolineare la nostra vicinanza alla famiglia della ragazza vittima.  Ciò che è accaduto a Satriano è un caso le cui responsabilità sono assolutamente da accertare e sempre nella consapevolezza che la vita dei cani liberi non può essere associata alla pericolosità di tutti i soggetti. La nostra specie è responsabile sempre della tutela di uomini e animali e il fenomeno del randagismo va analizzato in tutta la sua complessità, distinguendo cani che afferiscono a esseri umani e cani che vengono abbandonati sul territorio da quelli, ancora, che sono nati in libertà. Un discorso appunto molto ampio ma che va analizzato per quanto riguarda questo terribile e raro episodio andando a verificare la gestione sul territorio non solo legata al singolo individuo a cui questi cani afferivano ma appunto relativamente alla mancanza di una seria politica di controllo nei confronti delle persone da parte degli enti predisposti.

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