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26 Luglio 2021
15:20

Sardegna: il fuoco non da tregua. Animali morti, territorio devastato e quel cane simbolo di dolore e resistenza

Nell'Oristanese 20 mila ettari di territorio bruciati dalle fiamme. Ovili e allevamenti ridotti in cenere e animali carbonizzati. Un cane che ha difeso il suo gregge dalle fiamme è stato portato in salvo da un veterinario ed è ora in cura alla Clinica Duemari. La dottoressa Pais: "Servono aiuti, medicine e stalli"

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Giornalista
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Un’immagine degli incendi nel territorio di Oristano (credits:@ClinicaDuemari)

Le fiamme non si sono ancora spente del tutto, ma la conta è già cominciata. Decine di animali morti carbonizzati perché stalle e recinti, avvolti dalle fiamme, sono stati tra i più colpiti dall’incendio devastante che è divampato nel territorio di Oristano, in Sardegna. E dal web arriva la storia di un «cane pastore» che a Tresnuraghes non ha voluto abbandonare il suo gregge ed è rimasto a vigilarlo mentre le fiamme lo avvolgevano ustionandolo gravemente, trasformandosi in un piccolo, inconsapevole, eroe. Ma Angelo Delogou, il veterinario che lo ha ritrovato gravemente ustionato dalle fiamme e lo ha affidato a Monica Pais e alla Clinica Duemari di Oristano, ha spiegato che la notizia che girava di bacheca in bacheca non è completamente vera. Il cane era ustionato, sì, ma non c'erano pecore nei dintorni e quindi, probabilmente, non si trattava di un cane pastore. «mi dispiace smontare la storia romantica del cane che si è fatto bruciare per non abbandonare le sue pecore, infatti nella zona non vi era alcuna pecora, dunque potrebbe anche non essere un cane pastore… detto questo, il cane si sta piano piano riprendendo, e probabilmente ce la farà, che è la cosa più importante…».

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Il racconto di Angelo Delogu, il veterinario che ha salvato il cane ustionato

«Io sono intervenuto domenica mattina dopo che mi hanno chiamato delle ragazze disperate che lo avevano avvistato…  – ha raccontano a Kodami il veterinario Angelo Delogu che ha salvato il maremmano gravemente ustionato – il cane si trovava in un terreno bruciato poche ore prima, sopra un muretto a secco per trovare riparo ma essendoci delle sterpaglie sul muro è stato comunque avvolto dalle fiamme…non avendo nulla per prelevarlo e non sapendo come potesse reagire alle manipolazioni ho usato la cintura dei pantaloni per portarlo giù dal muretto e portarlo in macchina, dunque non era legato come molti hanno scritto. Nel terreno in cui era non c’era nessuna pecora, quindi potrebbe essere un cane pastore, magari scappato dalla sua azienda, ma anche un cane da guardia o un semplice randagio»

Gli incendi in Sardegna: decine di animali morti, foreste distrutte

Gli incendi in Sardegna hanno già devastato oltre 20 mila ettari di bosco. Aziende agricole e centri abitati sono stati sfiorati dalle fiamme ma centinaia le persone che tra sabato e domenica hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. Si iniziano a contare i danni negli allevamenti e sono ingenti: decine di animali hanno perso la vita e i danni alla fauna, soprattutto quella boschiva, sono incalcolabili. Tutto è cominciato nel pomeriggio di venerdì 23 luglio quando una lingua di fuoco si è fatta strada nella storica regione del Montiferru, bruciando vastissimi ettari di bosco e distrutto interi ecosistemi. Prima le fiamme hanno raggiunto l’acquedotto di Santu Lussurgiu, successivamente hanno lambito il paese di Bonarcado. Cuglieri, Riola Sardo, dove le fiamme hanno distrutto un rifugio di randagi, le campagne di Villa Urbana e Mogorella. E poi le fiamme si sono avvicinate ai comuni di Nurachi, Zerfaliu e San Vero Milis. Tanto territorio colpito, tantissimi i danni.

Secondo Coldiretti il 60% degli incendi è volontario

Secondo Coldiretti «serviranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi e la macchia mediterranea distrutti dalle fiamme che hanno raggiunto pascoli, ulivi, capannoni, fienili con le scorte di foraggio e mezzi agricoli ma anche ucciso animali. È una calamità con danni incalcolabili all’agricoltura negli oltre 20mila ettari andati a fuoco».  E la cosa ancora più grave è che, sempre secondo Coldiretti: «Se certamente il divampare delle fiamme nella macchia mediterranea è favorito dal clima anomalo con alte temperature e afa, a preoccupare è l’azione dei piromani, con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente». Con lecci, roverelle e sughere secolari andati in fumo si tratta di un disastro sotto ogni punto di vista, anche per la distruzione totale delle erbe e delle essenze che sono alla base dell’alimentazione di pecore e mucche. Tra le vittime anche l’olivastro millenario “Sa Tanca Manna” simbolo di Cuglieri, un albero maestoso che aveva visto oltre 2000 anni di storia e che oggi non c’è praticamente più.

L’emergenza alla Clinica veterinaria Duemari di Oristano

«Animali e alberi millenari bruciati – scrivevano ieri allarmati dalla Clinica Duemari che non nega di aver bisogno di supporto per poter far fronte ad un’emergenza così drammatica – Ci stiamo predisponendo a ricoverare i primi due ustionati da Cuglieri. Altri ne arriveranno. Saranno giornate dure. Siamo pronti a collaborare con tutti i colleghi che possano dare disponibilità al primo soccorso e che abbiano animali ustionati da riferirci e offrire insieme alla Effetto Palla Onlus assistenza a tutti coloro che ne abbiano bisogno. Siamo nei guai. Dateci una mano». Servono pomate oftalmiche e per le ustioni e cibo per gli animali in cura. E ovviamente persone disponibili agli stalli casalinghi. Intanto Effetto Palla onlus sta raccogliendo fondi per sostenere gli allevatori e gli animali in difficoltà.

Il cane pastore, eroe involontario

La sua immagine, davvero impressionante, sta colpendo il cuore di tutti. Su Kodami abbiamo deciso di non pubblicarla: è già di dominio pubblico e continuare a mostrare quel cane nelle condizioni gravi in cui è riteniamo non sia necessario. Ciò che è importante è, appunto, raccontare la sua storia e quella di chi lo ha salvato. Angelo Delogou, un veterinario, lo ha ritrovato ancora sul muretto di pietre su cui si era rifugiato per difendersi dall’assalto delle fiamme. Inizialmente si era pensato non avesse voluto abbandonare le sue pecore al fuoco, ma il veterinario ha eliminato ogni dubbio specificando su Facebook: «ha trovato riparo su un muro…. nessuno lo ha tolto dalle fiamme, che erano già passate da qualche ora». Ora il cane è alla Clinica Duemari di Oristano. «Si sta riprendendo – spiega la dottoressa Monica Pais che lo monitora personalmente – Ha ripreso le funzionalità vitali, lo stiamo idratando ed è riuscito anche a mangiare un poco. Bisognerà vedere nei prossimi giorni quanto di questo cane sopravviverà alle ustioni». Gli occhi persi nel vuoto, il corpo quasi completamente coperto dalle ustioni, i polpastrelli divorati dalle fiamme, il pelo scomparso del tutto in larghi tratti del mantello. «Lo stiamo monitorando continuamente e alimentando con pollo – aggiunge la Pais – Cerchiamo di tenere il dolore sotto controllo con gli analgesici».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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