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28 Maggio 2021
18:41

Ritrovato Rocky il cane rapito a Trento. Il suo umano: «Mi è saltato addosso prima che il ladro potesse chiudermi la porta in faccia»

Rocky, il cane rapito qualche giorno fa a Trento, è stato ritrovato dal suo umano in un appartamento a pochi passi dal centro della città. Imad Massaudi, che ha adottato Rocky poco più di un anno fa racconta a Kodami l'esperienza e ringrazia per l'aiuto ricevuto da tutta la città in questi ultimi quattro giorni.

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 Nei giorni scorsi era stata diffusa sui social la notizia del rapimento di Rocky, un American Bully pocket di quasi 3 anni che da poco più di un anno viveva a Trento insieme al ventiseienne Imad Messaudi, un ragazzo che aveva deciso di adottarlo nel 2020. Dopo quattro giorni dalla scomparsa, finalmente il suo umano può tornare a casa sereno, perché Rocky è stato ritrovato in una casa poco fuori dal centro della città: «Alcuni conoscenti avevano segnalato la presenza di un cane della stessa razza del mio in quella zona – racconta a Kodami il pet mate di Rocky, che poche ore dopo il ritrovamento è ancora evidentemente turbato per l'accaduto – Insieme ad un amico abbiamo deciso di andare a suonare a un appartamento in cui sospettavamo potesse trovarsi, l'inquilino ci ha aperto e, alle sue spalle, abbiamo visto Rocky. Mi è saltato addosso prima che il ladro potesse chiuderci la porta in faccia. Ci siamo scambiati qualche parola e poi ho subito chiamato la polizia. Quello che è successo dopo a quell'uomo non mi interessa. La cosa più importante è che Rocky sia con me». Imad Massaudi sente di dover ringraziare chiunque lo abbia aiutato: «La città si è mossa per noi e ora siamo al bar a festeggiare tutti insieme e anche gli sconosciuti mi chiamano per chiedere se possono passare a salutarlo».

La storia di Rocky: «I primi mesi insieme sono stati difficili, oggi vivere insieme è meraviglioso»

Rocky vive con Imad da poco più di un anno: «Prima era di proprietà di una famiglia che, a seguito del divorzio, non era più in grado di occuparsene. Quando l'ho saputo, ho detto immediatamente che me ne sarei occupato io e così ho fatto. Dopo poco tempo, Rocky era con me». I primi giorni di vita insieme però, non sono stati come Imad si sarebbe aspettato: «Inizialmente Rocky era un cane estremamente diffidente con le persone, faceva i bisogni in casa, saliva sul tavolo della cucina, aveva paura dei rumori e io, che non avevo esperienze precedenti di questo tipo, non sapevo più come fare per vivere meglio insieme. Sono arrivato a un passo da mollare, pensavo di non potercela fare, poi per fortuna mi sono fatto coraggio e ho chiesto aiuto a un educatore cinofilo della zona che mi ha dato qualche dritta per comprendere meglio cosa stesse accadendo. Oggi, a poco più di un anno di distanza, vivere insieme è meraviglioso e posso anche liberarlo dal guinzaglio: mi fido ciecamente di lui e quando andiamo in giro insieme siamo davvero felici e tutti si avvicinano perché è davvero un cane meraviglioso sia con le persone che con gli altri cani». 

Il rapimento e il ritrovamento: «Sono andato nel panico, ma mi hanno aiutato tutti»

«Quando sono tornato a casa alla sera, dopo il lavoro, e ho trovato la finestra  e l'appartamento vuoto senza Rocky, sono andato nel panico – racconta il ragazzo – Ho capito subito che era successo qualcosa di grave. Il primo pensiero che ho avuto è stato di uscire a cercarlo, ma avevo paura di prendere la multa perché c'è ancora il coprifuoco ed erano quasi le 23, poi però ho deciso che dovevo per forza fare qualcosa e ho chiamato, prima di tutto qualche amico, poi la polizia. Sinceramente devo dire che chi mi ha aiutato davvero sono stati però tutti i proprietari dei negozi di animali, delle edicole e dei bar, tutti i volontari e le volontarie delle associazioni animaliste e gli sconosciuti che hanno chiamato da tutto il Trentino per avvisare degli avvistamenti». Imad Massaudi, mentre racconta la solidarietà ricevuta negli ultimi giorni, continua a sorridere: «Io e Rocky viviamo davvero bene insieme e in questi giorni continuavo a chiedermi come fosse possibile sentire un vuoto così grande nella vita senza di lui: stare senza il mio cane mi ha fatto capire davvero quanto profondo sia l'amore che ci unisce».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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