video suggerito
video suggerito
12 Gennaio 2022
15:36

RescueRats, ratti giganti africani addestrati a salvare vite umane

Un nuovo progetto chiamato RescueRats mira all'addestramento di ratti giganti africani per salvare vite umane. Grazie al loro sviluppatissimo olfatto e le ridotte dimensioni questi animali potranno intrufolarsi a decine di metri di profondità tra le macerie.

4.464 condivisioni
Immagine

Quando pensiamo ad animali da salvataggio, probabilmente la prima immagine che ci viene in mente è quella di un Labrador con la pettorina arancione intento a nuotare per soccorrere dei naufraghi, oppure un grosso cane San Bernardo che annusa la neve fresca alla ricerca dei sopravvissuti ad una  slavina.

Ma il futuro degli animali da salvataggio potrebbe vedere l'impiego di specie inaspettate: un team di ricerca belga con sede in Tanzania sta attualmente sperimentando l'utilizzo di alcune specie di roditori come i ratti giganti africani.

Il nome del progetto si chiama RescueRats ed è portato avanti da Donna Kean, una ricercatrice di APOPO (acronimo belga per "Sviluppo di prodotti per la rimozione di mine antiuomo"), un'organizzazione no profit fondata da due soci belgi che da vent'anni addestra già con successo roditori tra cui Cricetomys ansorgei nell'individuazione di mine antiuomo e per l'eradicazione della tubercolosi.

Immagine

L'obbiettivo di questo nuovo progetto è quello di utilizzare roditori addestrati nelle operazioni di salvataggio di persone intrappolate sotto macerie e detriti.

Chi sono gli HeroRATs e l'addio a Magawa

Gli esemplari che completano il periodo di addestramento vengono denominati HeroRATs e negli ultimi anni sono riusciti a salvare tantissime vite umane. Nel 2020, un Hero Rat di nome Magawa ha ricevuto una medaglia d'oro PDSA, l'equivalente animale della George Cross, diventando il primo ratto a ricevere il premio da quando l'ente di beneficenza ha iniziato a onorare gli animali 77 anni fa. Prima di ritirarsi nel 2021, nei suoi cinque anni di carriera Magawa ha rilevato 71 mine antiuomo e 38 oggetti di ordigni inesplosi, liberando oltre 225.000 metri quadrati di terreno in Cambogia.

Purtroppo questo piccolo eroe peloso ormai anziano è scomparso proprio in questi giorni  nella notte tra l'8 ed il 9 Gennaio, all'età di otto anni. Il team di APOPO lo ha commemorato con un lapidario post: «A hero is laid to rest!».

Un lungo addestramento

Ma come si diventa un HeroRATs? L'addestramento avviene principalmente tramite apprendimento per rinforzo positivo. Il primo step è istruirli nel tornare al punto di partenza: un addestratore libera il roditore in una stanza vuota permettendogli di vagare. Non appena viene emesso un segnale acustico, che l'animale assocerà al ritorno in una determinata posizione prestabilita,  il ratto viene nutrito con una golosa ricompensa alimentare, un mix di mangime in polvere, avocado e banana. Successivamente i ratti sono stati addestrati a tirare una palla di gomma sul loro zaino non appena si avvicinano ad un essere umano bersaglio. La sfera è collegata a un microinterruttore, che emette un segnale acustico rilevabile dagli addestratori (o in azione, dai soccorritori): l'obiettivo è che il roditore si avvicini a questa finta vittima, tiri la palla e torni da dove è stato rilasciato non appena sente il segnale acustico.

La formazione di nove esemplari per il progetto RescueRats è iniziata lo scorso agosto ed è tuttora in corso. In media, i roditori hanno impiegato quattordici sessioni per tornare in modo affidabile al punto base entro 3 secondi dal segnale acustico nella fase uno e dieci sessioni per tirare la palla per 3 secondi nella fase due. Gli animali più abili stavano già eseguendo in modo affidabile la sequenza comportamentale di base (vai alla vittima, tira la palla e torna al punto base) entro sette sessioni nella terza fase. Finora, tutti e nove i ratti hanno dominato le fasi uno e due e sei di questi hanno appreso in modo affidabile l'intera sequenza. Alla fine dell'addestramento gli animali saranno equipaggiati con uno zainetto, un microfono, una luce frontale ed una fotocamera.

Ma ci sono molte differenze individuali in termini di personalità, attitudine e abilità che devono essere tenute in considerazione durante l'addestramento, come ricorda la dottoressa Kean in una dichiarazione di qualche mese fa: «Un paio di loro ad esempio non si comportano bene come gli altri. Alcuni sembrano che stiano seguendo il comportamento corretto, ma non tirano la palla e tornano semplicemente da dove sono stati rilasciati. Tuttavia, dalla mia esperienza di lavoro con gli animali ho capito che possono sempre sorprenderti: quelli che non stanno andando molto bene possono improvvisamente  diventare i migliori della classe».

Il ratto gigante africano

Immagine

Il ratto gigante africano (Cricetomys ansorgei) è una specie di roditore endemica dell'Africa centro meridionale. Appartiene alla famiglia dei nesomiidi e perciò non è né un ratto né un criceto a differenza di quanto suggerito dal nome comune e dal suo genere. È un roditore di grosse dimensioni che può arrivare a pesare quasi tre chili per 90 centimetri di lunghezza. È un animale sociale, che forma colonie territoriali di anche venti individui. Sono onnivori e ben adattabili a diversi ambienti, e per esplorare il territorio alla ricerca di cibo si affidano principalmente ad olfatto e udito, sviluppatissimi, preferendoli alla vista (non ci vedono molto bene).

Soprattutto se allevato fin da piccolo, questo animale familiarizza facilmente con l'uomo, è intelligente e ha un carattere mite e socievole, cosa che lo rende particolarmente adatto come animale da compagnia. Attenzione però ai pericoli che cela il loro allevamento: come molti roditori infatti, è una specie potenzialmente invasiva. Negli Stati Uniti ne è vietata l'importazione dal 2003 e negli ultimi anni sono state osservate popolazioni riproduttive a New York e in Florida.

Ma perché utilizzare questi curiosi animali? Alcune caratteristiche rendono questa specie ottimale per le operazioni di salvataggio. Innanzitutto, i roditori hanno un senso dell'olfatto paragonabile a quello dei cani, non si legano ad un unico istruttore e sono facili da addestrare, con costi molto più bassi: un ratto richiede 7300 dollari per nove mesi di addestramento, mentre l'addestramento di un cane costa 25000 dollari per lo stesso periodo di tempo.

Anche le loro dimensioni facilitano le operazioni di salvataggio:  saranno in grado di penetrare in aree con macerie dense e detriti che i cani non sarebbero in grado di fare, riuscendo a raggiungere persone bloccate anche a venti o trenta metri di profondità, ricoprendo un'area vastissima.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views