Quattro Caretta caretta tornano libere in mare nella giornata mondiale delle tartarughe marine

Proprio nella giornata mondiale delle tartarughe marine, quattro Caretta caretta dalle storie singolari tornano in mare dopo essere state recuperate dagli esperti della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Si chiamano Rainbow, Fusion, Nika e Paky.

16 Giugno 2023
15:48
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Foto della SZN

Quattro storie belle e dal lieto fine per celebrare la giornata mondiale delle tartarughe marine: gli esperti della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli ha riportato in natura quattro esemplari di Caretta caretta, reduci da un periodo di cura e riabilitazione presso il Turtle Point di Portici. La liberazione è avvenuta al largo dell'isola di Ischia, grazie anche al supporto dell’Area Marina protetta Regno di Nettuno e queste sono le storie delle quattro protagoniste di questa giornata.

Rainbow, una giovane tartaruga di circa 18 kg, è quella che ha trascorso il periodo di convalescenza più lungo, prima presso il centro di primo soccorso di Filicudi, in Sicilia, e poi presso il Turtle Point di Portici. Era stata recuperata da alcuni diportisti addirittura nel giugno del 2022 con la pinna anteriore sinistra parzialmente necrotizzata a causa dell’intrappolamento accidentale in una lenza di palangaro. La lenza aveva anche causato una ferita circolare nella regione del braccio e la frattura dell’omero. Le lesioni cutanee si sono però rimarginate, ma la pinna non tornerà più come prima: non resterà che un moncherino che poco aiuto potrà fornire per il nuoto.

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«Per fortuna le tartarughe marine hanno dimostrato di essere in grado di sopravvivere bene anche con sole tre pinne e quindi confidiamo che Rainbow torni a svolgere felicemente tutte le sue attività», ha spiegato Andrea Affuso, coordinatore del Turtle Point di Portici che recentemente ha aperto le sue porte a Kodami in occasione del recupero e della liberazione di un esemplare da record ribattezzato Osimhen, proprio come il calciatore protagonista della squadra di calcio del Napoli.

Anche Fusion ha subito una sventura simile: è rimasta imprigionata in una lenza che ha causato la necrosi quasi completa della pinna. La tartaruga è stata quindi sottoposta ad intervento di amputazione dell’arto. Ha recuperato in tempo record ed è quindi ormai pronta a riprendere il largo. Anche lei con sole tre pinne, ma con tanta volontà di continuare il suo viaggio. «Con i suoi 14 Kg è una tartaruga ancora giovane ed ha tanta strada da percorrere», ha aggiunto Affuso.

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Una delle quattro tartarughe liberate nel golfo di Napoli

Nika è invece la più piccola delle tartarughe rilasciate oggi: recuperata al largo delle isole Eolie, con il suo chilo e mezzo di peso è anche la più giovane, essendo nata probabilmente nell’estate del 2021. Era stata individuata da una motovedetta dei Carabinieri mentre galleggiava alla deriva a fine marzo, pochi giorni dopo il recupero di Fusion. Infreddolita e debilitata come era, probabilmente non avrebbe superato il periodo di fine inverno in questo anno così particolare in cui la primavera ha stentato ad arrivare. Per fortuna però, le sono bastate poche cure, un ambiente confortevole e cibo nutriente per tornare forte ed attiva come ci si aspetta da una giovane tartaruga marina.

Paky, in fine, è una piccola Caretta caretta recuperata nelle acque del golfo di Salerno lo scorso aprile, pesa circa 3 chili. Il suo uovo è stato raccolto da un nido deposto nell’estate del 2020 ad Ibiza. È cresciuta in cattività presso un centro spagnolo per un anno ed è stata rilasciata nel 2021 con un microchip sottocutaneo come strumento di riconoscimento.

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Al suo arrivo al Turtle Point la radiografia a cui è stata sottoposta, ha evidenziato la presenza del microchip che è stato quindi decodificato e permettendo di risalire al centro che lo aveva impiantato e ricostruire così la storia del suo primo anno di vita. Purtroppo la radiografia ha rivelato anche la presenza di una frattura alla mandibola. Probabile causa della sua debilitazione e l’incapacità ad alimentarsi: i segni esterni sulla test e sul collo raccontano infatti un’altra triste storia di intrappolamento in rifiuti (lenze o corde che ormai si ritrovano un po’ ovunque sui fondali marini).

«Probabilmente Paky è riuscita a liberarsi dal corpo filiforme che la intrappolava, ma a costo di procurarsi una frattura», ha spiegato Affuso. Oggi però è tornata finalmente libera nel mare del golfo. «Giornate come queste aiutano a far crescere la collaborazione tra enti e organismi di ricerca ma soprattutto ad aumentare la sensibilizzazione del grande pubblico per il patrimonio di biodiversità che popola il nostro mare, con l’auspicio che le tartarughe marine rilasciate trovino sempre minori difficoltà nel loro habitat naturale, grazie alla progressiva presa di coscienza dell’uomo», ha commentato Antonino Miccio, direttore dell’area marina protetta Regno di Nettuno. «Quella di oggi è una giornata speciale – ha concluso poi Andrea Affuso – perché abbiamo rilasciato in natura quattro tartarughe dalle storie singolari, in grado di superare importanti difficoltà e oggi finalmente protagoniste di una nuova vita in mare aperto».

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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