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15 Gennaio 2024
10:39

Psicosi lupi nelle campagne bolognesi. Il sindaco: «Usiamo il buon senso e diamoci una calmata»

Dopo il caso di tre puledri predati dai lupi, sui social si è scatenata la psicosi. Giampiero Veronesi, Sindaco di Anzola, in provincia di Bologna, ha quindi deciso di scrivere ai suoi concittadini per invitare a non diffondere falsi allarmi e mantenere la calma.

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lupo

Che fake news e allarmi infondati abbiamo conseguenze anche molto pesanti sul tema, già delicato e complesso, della gestione della fauna selvatica è ormai cosa nota e ampiamente dibattuta da tempo dagli esperti che se ne occupano. Di recente però a intervenire sul tema è stato anche un amministratore, nello specifico il sindaco di Anzola, borgo della provincia di Bologna, che ha deciso di fare chiarezza sulla presenza di lupi nelle campagne e su predazioni ai danni di altri animali. Nello specifico, cavalli.

Negli ultimi giorni, infatti, sui social si sono rincorsi allarmi sulla presenza dei predatori per le strade di campagna che circondano Anzola, e i titolari della storica scuderia Orsi Mangelli si sono risvegliati, l’11 gennaio, trovando nel terreno tre puledri uccisi, evidentemente predati dai lupi. E se l’accaduto ha prevedibilmente, e legittimamente, suscitato allarme tra chi alleva animali, sono apparsi invece molto poco giustificati gli allarmi lanciati sempre a mezzo social su potenziali aggressioni ai danni di persone e bambini. Tanto che il sindaco Veronesi, per evitare che si alimentassero psicosi, ha deciso di intervenire sempre a mezzo social con una lettera aperta indirizzata ai suoi concittadini.

«In questi giorni si sono fatte sempre più insistenti le segnalazioni circa la presenza di lupi nelle campagne tra Anzola dell’Emilia e Zola Predosa, e risultano segnalazioni anche in zona Casetti e Paltrone, pervenutemi direttamente da un amico e concittadino che ha posizionato apposite fototrappole per documentare il passaggio dei lupi nella sua proprietà – spiega Veronesi – La situazione, inizialmente creatasi sulla base di un fatto vero, è poi degenerata fino a diventare quasi una “favola”».

Il fatto vero, come ricorda il sindaco, è la predazione dei puledri nella tenuta Orsi Mangelli: «Non va sottovalutato perché, soprattutto per gli allevatori, si tratta di un danno, economico e non, molto importante – ha sottolineato – A seguito di questa aggressione è stata fatta una segnalazione su Facebook, da parte di una persona che, pur se ritengo fosse assolutamente in buona fede, poteva forse esprimersi in modo migliore, e si è purtroppo scatenato il panico generale. Dapprima, infatti, è stata segnalata la presenza di un lupo, con tanto di fotografia, nell’alveo del torrente di via Baiesi e in seguito, addirittura, a ridosso del nido Rodari. In realtà, però, quei lupi, in ambedue le occasioni, si sono rivelati essere il medesimo cane sfuggito al proprietario».

Il sindaco ha quindi chiarito che il Comune non ha competenza sulla gestione dei lupi, né in area privata (come è quella su cui sorge la scuderia) né in quella pubblica, quantomeno dal punto di vista del contenimento. E ne ha approfittato per ricordare che «il lupo è una specie assolutamente protetta, addirittura a livello europeo, che quindi non può essere abbattuto se non al sussistere di precise e rigorose condizioni, ed unicamente dalle autorità preposte su esemplari considerati “problematici” (e basti qui ricordare che in Italia non risultano rilasciati, ad oggi, provvedimenti di deroga)».

In ottica di riportare la calma tra i cittadini del territorio, Veronesi ha quindi aggiunto che «detto i lupi sono animali predatori, la loro caccia è però prevalentemente notturna quindi, di giorno, soprattutto nelle zone urbanizzate, è grandemente improbabile incontrarli» e che «così come noi preferiamo evitare i lupi, a loro volta, gli stessi lupi, ci tengono molto ad evitarci accuratamente, quindi è più che mai improbabile l’incontro diurno e diretto con un lupo».

Il sindaco ha quindi voluto fornire qualche consiglio chiamando in causa «il buon senso», e consigliando «di evitare passeggiate notturne nelle campagne tra Anzola dell’Emilia e Zola Predosa. Per chi invece possiede animali e si trova nelle campagne tra Anzola e Zola Predosa, il consiglio è di non farli uscire la notte (o almeno utilizzare il guinzaglio) oppure, nel caso di bestiame, ricoverarlo in sicurezza (ed a ben vedere, anche questo secondo concetto, è valido a prescindere dalla presenza o meno di lupi). Evitate, infine, di lasciare in zone “aperte” e disponibili all’accesso, cibo di qualunque genere».

Consigli, come detto, di buon senso, che da tempo gli esperti di fauna selvatica, di lupi in particolare, ricordano per tentare di arrivare a una convivenza pacifica con questi predatori che da qualche anno sono tornati a popolare la Penisola dopo avere rischiato di scomparire del tutto. Allarmismi e segnalazioni non fondate finiscono quindi per diventare estremamente dannose, alimentando i pregiudizi verso questi animali e rischiando anche di fare danni collaterali: una psicosi potrebbe portare, come già accaduto, persone a imbracciare i fucili per sparare e a fare vittime collaterali anche tra i cani.

«Se posso, un ultimo consiglio collettivo: ci diamo tutti una grande calmata? – conclude dunque il sindaco di Anzola – I lupi, infatti, non mangiano i bambini ma i bambini (per fortuna non tutti) guardano Facebook o ascoltano attentamente (tutti) ciò che sentono in casa: continuare a dire e scrivere cose oggettivamente esagerate urlando metaforicamente “al lupo! al lupo!” non farà altro che terrorizzare i più piccoli e ingenerare paura nelle persone, pur adulte, ma maggiormente suggestionabili (anziani compresi). Cerchiamo di dare una dimensione reale ed una portata oggettiva agli eventi occorsi, provando a viverli con maggiore consapevolezza: è ad esempio più probabile essere attaccati da uno squalo, andando in mare, che da un lupo nel proprio territorio di residenza. Lo ribadisco: non sottovalutiamo la morte di alcuni puledri ed esprimiamo piena solidarietà a chi ha subito questo doloroso evento: detto ciò, però, cerchiamo nel contempo di non dipingere improbabili scenari di morte per le persone».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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