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14 Ottobre 2022
15:52

Presidente della Federcaccia messicana ucciso da un bufalo durante una battuta di caccia

Mario Alberto Canales Najjar, 64 anni, era impegnato in una battuta di caccia in una riserva della provincia di Entre Rios quando è stato caricato da un bufalo cui aveva sparato. E si puntano i fari sulla regolarità di quanto avviene in queste riserve, attorno a cui ruota un fiorente business.

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bufalo
Foto di ischeffler da Pixabay

Mario Alberto Canales Najjar, presidente del consiglio di amministrazione della Federazione Messicana di Caccia dal 2018, è morto lo scorso 7 ottobre dopo essere stato caricato da un bufalo cui aveva sparato durante una battuta di caccia a Punta Caballos, nella provincia di Entro Rios, in Argentina.

Stando a quanto riportato dai media locali Canales Najjar, 64 anni, si trovava a una trentina di metri di distanza dal bufalo, armato di fucile calibro .408, quando ha fatto fuoco. Il colpo non ha ucciso l’animale – un esemplare di oltre 1000 kg di peso – che, sofferente e impaurito, ha caricato il cacciatore colpendolo con le corna. Sul posto erano presenti tre amici e compagni di caccia dell’uomo e la loro guida, che sono intervenuti sparando al bufalo e abbattendolo e recuperando il ferito. Vista l’area remota non è stato possibile chiamare i soccorsi e far arrivare un’ambulanza, così Canales Najjar è stato portato in ospedale sull’auto con cui i cinque erano arrivati nella riserva: al loro arrivo non c’era ormai più nulla da fare.

La Procura della Repubblica di Entre Ríos ha aperto un’inchiesta sull’incidente per accertare se la società con sede a Punta Caballos che ha organizzato il viaggio avesse i regolari permessi per cacciare i bufali, e i tre compagni di Canales Najjar sono stati interrogati per capire chi ha assunto la compagnia specializzata in viaggi di caccia sportiva. In Argentina c’è infatti un fiorente business che ruota intorno a società che allevano animali selvatici come cervi, antilopi, bufali e mufloni proprio per creare riserve di caccia per clienti decisi a trascorrere un soggiorno di questo genere pagando svariate centinaia di dollari al giorno. E quello accaduto a Canales Najjar non è il primo incidente mortale che si verifica nella stessa provincia. Nell'agosto 2019 un turista americano, Boyce Cooper Magli, 76 anni, è morto vicino a Gualeguay, nella provincia di Entre Ríos, dopo aver acquistato un pacchetto “vacanza” che includeva il trasporto alla tenuta di caccia, vitto e alloggio, armi e munizioni.

Le associazioni animaliste e ambientaliste da tempo contestano l’attività di queste riserve di caccia, denunciando come agiscano in molti casi senza rispettare la legge e senza permessi. Ad aprile il Ministero dell'Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile aveva emanato un’apposita delibera, la 133/22, stabilendo che «l'allevamento di specie autoctone a scopo venatorio non risponde o non contribuisce agli obiettivi di conservazione della biodiversità stabiliti dalla Convenzione sulla biodiversità e dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna selvatica minacciate di estinzione, né a quelli stabiliti dalle normative nazionali vigenti», vietando così «l’importazione, l'esportazione e il transito intergiurisdizionale di trofei di caccia di specie faunistiche autoctone» e vietando anche l’iscrizione al registro degli operatori faunistici di questi allevamenti.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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