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17 Giugno 2022
18:50

Peste suina africana: la Regione Lazio pubblica il Piano, possibile ricorso dell’OIPA

La Regione Lazio pubblica il Piano per la riduzione del numero dei cinghiali. L’Oipa minaccia il ricorso.

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«L’Oipa ribadisce la sua contrarietà a un provvedimento sanguinario emanato contro il pensiero della scienza» queste le parole che possono essere lette nell'ultimo comunicato dell'Organizzazione internazionale protezione animali a seguito della pubblicazione  del Piano per la riduzione del numero dei cinghiali emanato dalla Giunta della Regione Lazio per combattere la peste suina africana.

Nonostante l'Ispra e il Centro di Referenza Nazionale Pesti Suine (Cerep) non si siano ancora espresse in merito al Piano, la Giunta ha deciso di approvarlo ugualmente. La ragione sta nella delicata situazione epidemiologica legata alla diffusione della peste suina africana in Italia. Quesa malattia si manifesta nei suidi con una febbre emorragica ad elevata mortalità per la quale, al momento, non esistono né vaccini né cure.

In ogni caso, nel Piano pubblicato sul Bollettino ufficiale numero 51 la Giunta specifica come sia l'Ispra che il Cerep potranno apportare eventuali modifiche tecniche anche in seguito.

Ulteriore fattore che richiede un'azione urgente rispetto al contenimento della peste suina è la stima totale della popolazione che conta un numero di cinghiali nel Lazio pari a più di 74.000 individui. Cifre senza dubbio incredibilmente alte nonostante nel Piano stesso si evidenzi come questi numeri non siano certi per via dell'ampiezza del territorio e delle singole aree protette. Nonostante questa incertezza, il Piano dispone chiaramente di raddoppiare il numero di abbattimenti previsti per la stagione 2021/2022 e 2022/2023.

Anche le tecniche di prelievo previste vengono riconfermate e approfondite rispetto alle prime versioni della Delibera, proprio come raccontava a Kodami Piero Genovesi, Responsabile del Servizio per il coordinamento della fauna selvatica dell'Ispra. Potranno essere utilizzati, infatti, il tiro selettivo, anche notturno, con carabina e ottica di puntamento, la girata, una particolare tecnica di caccia utilizzata per la cattura del cinghiale che prevede l’utilizzo di un cane abilitato e un numero massimo di 15 partecipanti, e la cattura con gabbie o recinti di cattura.

L'Oipa rimarca nel suo comunicato come questo spargimento di sangue sia inutile e dichiara di essere pronta a fare ricorso. A sostegno del suo ricorso, l’associazione cita peoprio le indicazioni dell'Ispra per una più efficace gestione dell’epidemia: «La caccia è un'attività che comportano un duplice rischio: la movimentazione di cinghiali potenzialmente infetti sul territorio e la diffusione involontaria del virus attraverso calzature, indumenti, attrezzature e veicoli».

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