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25 Maggio 2022
18:27

Peste suina a Roma, lo sfogo di Sandra Milo: «La mattanza dei cinghiali è già iniziata»

L'attrice punta il dito contro «la sparizione dei cinghiali da Roma Nord» e l'attuazione dell'ordinanza per l'abbattimento degli ungulati disposti per contenere la diffusione della malattia: «Soluzione più facile e veloce, ma non risolutiva».

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«La mattanza è già iniziata»: c’è anche la voce di Sandra Milo tra quelle che si sono alzate, in questi giorni, in difesa dei cinghiali di Roma, nel mirino di Comune e Regione dopo i primi casi di peste suina africana registrati nella Capitale.

L’attrice, famosa anche per il suo impegno a tutela degli animali, da anni ormai abita a Roma, zona Balduina, e alla presenza degli ungulati per le strade del suo quartiere è ormai abituata come tantissimi altri romani. Alla notizia della partenza del piano di abbattimento per il contenimento del contagio è intervenuta, sia pubblicamente sia con Kodami, per racconta la sua esperienza e protestare contro quello che è, a suo avviso, un metodo cruento e inefficace di gestire la situazione.

Sandra Milo contro l'abbattimento indiscriminato dei cinghiali

«Un paio di settimane fa, dopo che una signora col suo cane fu assalita da un branco di cinghiali sotto casa mia (anche io ho un cane e anche io li incontravo quasi sempre), rientrando a casa coi miei figli e mio nipote, dall'auto registrammo questo breve video – ha detto Milo convidivenhdo su Instagram un filmato che ritrae un branco composto da adulti e cuccioli – Le femmine di cinghiale che si vedono nel filmato da un pò di giorni a questa parte sono sparite dalla circolazione e nel quartiere di Balduina si aggirano solo i cuccioli, spauriti e disorientati.

Le madri non li lascerebbero mai incustoditi. Presumo che sia già stata eseguita l'ordinanza della Regione Lazio, approvata e firmata dal sindaco Roberto Gualtieri, che ne prevede l'abbattimento per contenere i casi di peste suina (ne sono stati accertati a tutt'oggi solo 8) e mi chiedo se sia proprio necessario sopprimere indiscriminatamente l'intera popolazione stanziale degli ungulati, compresi gli esemplari sani che sono di gran lunga superiori agli infettati, per evitare che il contagio si diffonda agli allevamenti di maiali e le esportazioni di carne e insaccati vari ne subiscano una pesante ricaduta economica».

L’attrice fa eco a quanto vanno ripetendo ormai da giorni le associazioni animaliste: i cinghiali sono diventati il capro espiatorio di un’emergenza ben più antica, quella legata ai rifiuti e ai cassonetti strapieni che attirano in città gli animali in cerca di (facile) cibo, e pagano lo scotto di una situazione per troppo tempo gestita in modo non corretto. Proprio le associazioni avevano chiesto a più riprese un tavolo di confronto con Comune, Regione e commissario straordinario per l’emergenza peste suina, Angelo Ferrari, ma a oggi non sono ancora riuscite a ottenere risposta.

«Ne deduco che, con l'attenuante della peste suina, sia stato facile mettere a tacere le voci di protesta delle associazioni animaliste che chiedevano un tavolo di confronto col primo cittadino di Roma per trovare una soluzione congiunta che evitasse questa mattanza che era già nell'aria prima ancora della diffusione del contagio ed era già stata attuata sia nella precedente che nella attuale amministrazione – ha sottolineato Milo – Voglio ricordare che gli allevamenti di suini non sono presenti all'interno della città di Roma dove è stato e sarà applicato questo protocollo, sottoscritto anche da Romanatura che in teoria, come ente preposto alla salvaguardia delle specie protette dei parchi cittadini, dovrebbe tutelare gli ungulati presenti nella riserva naturale di Monte Mario, nel parco di Veio e nel parco dell'Insugherata».

«Stanno sparendo i cinghiali da Roma Nord»

«Poco a poco stanno sparendo i cinghiali dal mio quartiere e da tutta Roma nord – prosegue quindi con Kodami – Hanno optato per la soluzione più veloce, comoda, economica ma non per quella risolutiva. Il problema si ripresenterà ciclicamente se non si risolverà il disservizio della gestione dei rifiuti e non si sterilizzeranno i cinghiali stanziali a Roma. Affissi ai cancelli dei parchi che interessano Roma Nord il Comune, nel decalogo da adottare, ha scritto che i cittadini debbono disinfettarsi le scarpe prima di rientrare nell'abitacolo dell'auto. Se la peste suina non si trasmette a uomini e cani, non capisco il perché di questa norma».

L’attrice si riferisce all’applicazione dell’ordinanza regionale emessa dopo i primi casi di peste suina accertati, a inizio maggio: tra i compiti del Comune c’era quello di installare cartelli che informassero la cittadinanza su come comportarsi correttamente nei parchi e nelle zone verdi, e anche accelerare con il progetto sperimentale che prevede l’installazione di reti e recinti sia ai punti di accesso usati dai cinghiali per raggiungere la città sia intorno ai cassonetti della spazzatura nelle zone considerate a rischio “incursioni”.

«Vivo qui, in uno dei quartieri più investiti dall'emergenza, e vi assicuro che i varchi non sono stati chiusi – spiega Milo – gli ungulati entrano ed escono dai parchi cittadini che sono sotto il patrocinio di Romanatura e la raccolta differenziata non funziona a dovere. Ragion per cui i cinghiali vengono a grufolare fra i rifiuti. Mia figlia incontra sempre i maschi e con tutto che il nostro Greyhound gli abbaia contro come cane da caccia loro non lo caricano. Sono solo le femmine con prole che aggrediscono i cani per istinto di protezione. E se la Federcaccia non uccidesse i lupi non avremmo questo sovrannumero. Secondo me vanno sterilizzati e portati in aree protette da reti elettrificate, come si fa con gli orsi. Con la scusa della peste suina si è scelta la soluzione più facile, veloce ed economica ma meno efficace».

Peste suina africana, il report del commissario straordinario Ferrari

Il commissario straordinario Ferrari, intanto, ha riferito alla Camera sulle problematiche connesse all'emergenza peste suina africana, confermando che al 24 maggio sono 126 i casi identificati di peste suina in 29 Comuni coinvolti nella zona infetta compresa tra Piemonte e Liguria, 75 cadaveri ritrovati in provincia di Alessandria, 51 in provincia di Genova. A Roma c'è invece quello che ha definito «un focolaio primario. Quindi non è una gemmazione di quello ligure o piemontese. Il primo caso a Roma si è avuto il 27 aprile. A ora sono confermati 12 casi. Abbiamo il Raccordo anulare che sta fornendo una barriera, che viene rafforzata con dei lavori in corso. E si spera bloccherà la fuoriuscita da Roma Nord» del fronte epidemico, individuato nel Parco dell'Insugherata.

Ferrari ha confermato che la situazione cinghiali è «un po’ fuori controllo» su tutto il territorio nazionale, e che le Regioni «devono rivedere i loro piani di abbattimento» per abbassare i numeri della popolazione, in crescita costante e in sovrannumero: «Nelle aree infette – ha invece sottolineato – avviene invece un piano di eradicazione, che ha un aspetto sanitario. Così come è necessario dover abbattere e macellare i suini per evitare il passaggio della malattia, dobbiamo effettuare un abbattimento selettivo dei cinghiali nelle zone infette. I piani di eradicazione devono essere effettuati molto più velocemente».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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