video suggerito
video suggerito
1 Marzo 2023
18:32

Perché spesso il cane si chiama Fido?

Tutti associano la parola Fido al miglior amico degli umani. Ma perché molti cani si chiamano così? Due storia straordinarie di fedeltà hanno contribuito a rendere estremamente popolare questo nome.

137 condivisioni
Immagine

Fido è il nome da cane per antonomasia, tant'è che nel linguaggio comune è ormai diffusamente utilizzato persino come sinonimo del miglior amico degli umani. Il termine è così indissolubilmente legato al cane che lo ritroviamo spesso associato anche a prodotti, gadget, marchi e servizi: senti "Fido" e pensi subito "Cane".

Tutti conoscono questo termine, ma vi siete mai chiesti perché è tanto diffuso e qual è la sua origine?

Il termine Fido deriva dal latino fidus che vuol dire Fedele, che serba fede costante. Un chiaro riferimento a una delle più nobili e profonde virtù da sempre attribuite al cane: la fedeltà. Rintracciare l'origine profonda di questo nome è perciò molto difficile, ed è molto probabile sia stata utilizzato sin dall'antichità, visto il suo significato.

Tuttavia, ci sono almeno due Fido realmente esistiti nella storia recente che hanno certamente contribuito in maniera importante a rendere ancor più popolare di questo nome.

Un Fido alla Casa Bianca

Immagine
Il sedicesimo presidente degli Stati Uniti D’America, Abraham Lincoln, viveva con un meticico chiamato Fido

Un ruolo chiave nell'aver diffuso ancor più questo nome è stato il sedicesimo Presidente degli Stati Uniti D'America, Abraham Lincoln. Tra il 1851 e il 1865, da prima del suo insediamento, Lincoln e la sua famiglia hanno convissuto con un meticcio molto amato che si chiamava proprio Fido. Il legame tra il Presidente Usa e Fido era fortissimo ed è noto che il cane aspettasse il suo umano fuori dal barbiere o che talvolta portasse i pacchi in bocca per lui quando passeggiavano assieme.

Quando Lincoln ricoprì la carica, Fido divenne ufficialmente un animale domestico presidenziale, tuttavia Lincoln e sua moglie Mary decisero di lasciare Fido a Springfield, in Illinois, a un amico di famiglia. Fido era infatti particolarmente sensibile ai forti rumori, alle folle e al trambusto costante che regnava alla Casa Bianca, così decisero di affidarlo alle cure e all'ambiente più tranquillo dell'amico John E. Roll.

Immagine
Una foto scattata Fido intorno al 1860. Immagine da Wikimedia Commons

Lincoln fece arrivare per lui il suo divano preferito e diede precise istruzioni affinché avesse accesso a tutta le stanze della casa, che venisse accudito al meglio e soprattutto che non venisse mai rimproverato, nemmeno quando imbrattava di fango il pavimento. Fido rimase con i Roll per il resto della sua vita e partecipò anche ai funerali di Lincoln, cosa che attirò molte attenzioni mediatiche all'epoca.

Purtroppo però nel 1965, lo stesso anno in cui fu assassinato Lincoln, anche Fido morì. Pare fosse stato ferito con un coltello da un certo Charlie Plank, che mentre intagliava il legno al parco fu spaventato dall'arrivo improvviso del cane. Il corpo senza vita di Fido, secondo il figlio di Roll, John L., fu ritrovato un mese dopo nei pressi di una chiesa. Da quel momento, la storia di Fido e il suo forte legame con Lincoln furono raccontate per anni da molti giornali e contribuirono a rendere incredibilmente popolare questo nome alla fine dell'800.

Il Fido italiano

Immagine
L’inaugurazione del monumento a Fido, alla presenza dello stesso animale. Foto da Wikimedia Commons

C'è anche un'altra storia altrettanto degna di nota, questa volta tutta italiana, che ha certamente contribuito a rendere ulteriormente popolare il nome Fido. Nel gennaio del 1941 Carlo Soriani, operaio alle Fornaci Brunori di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, una sera trovò un cucciolo ferito caduto in un fosso. Lo salvò, si prese cura di lui e decise di adottarlo, chiamandolo Fido.

Tra loro si instaurò una relazione fortissima, tanto che Fido ogni mattina accompagnava l'operaio da casa alla piazza centrale della frazione di Luco del Mugello, dove Soriani prendeva la corriera per andare al lavoro. Una volta partito, Fido tornava poi a casa, ma alla sera era di nuovo lì alla fermata per attendere il ritorno del suo umano, con cui sarebbe poi tornato definitivamente a casa.

Immagine
La statua dedicata a Fido a Borgo San Lorenzo. Immagine da Wikimedia Commons

Purtroppo però, il 30 dicembre 1943, durante un pesante bombardamento alleato, Carlo Soriani e molti altri operai persero la vita. Quella stessa sera, Fido si presentò come al solito alla fermata della corriera, dove però Soriani non fece mai ritorno. Il fedelissimo Fido continuò a ritornare lì ogni sera e ogni giorno, per i successivi 15 anni. Colpiti dalla sua straordinaria storia, sindaco e cittadini adottarono Fido, e il 9 novembre 1957, in presenza di molti concittadini e della vedova di Soriani, fu conferita al cane una medaglia d'oro.

Nello stesso anno, il Comune di Borgo San Lorenzo decise di omaggiare Fido anche con un monumento, che fu installando nella centrale Piazza Dante, dove si trova ancora oggi. Alla base della statua una scritta recita: «A Fido, esempio di fedeltà». Nello stesso periodo, Fido ricevette un enorme interesse mediatico e negli archivi dell'Istituto Luce è possibile ancora visionare i filmati dell'epoca di quando fu premiato. Quando poi Fido morì, il 9 giugno 1958, tutti i giornali lo commemorarono in prima pagina, rendendo così la sua storia e il suo nome immortali. Il suo corpo fu infine sepolto all'esterno del cimitero comunale, a pochi passi da dove erano conservate le spoglie di Carlo Soriani.

Avatar utente
Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views