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1 Novembre 2022
9:00

Perché si dice dormire come un ghiro?

Il famoso detto "dormire come un ghiro" fa riferimento alle abitudini di questo animaletto. Il ghiro, infatti, dorme anche più di nove ore al giorno e resta in letargo per sei mesi all'anno.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il ghiro (Glis glis) è un piccolo roditore dallo stile di vita arboreo, che vive nelle foreste decidue dell’Europa occidentale e centrale. È un mammifero antico che appartiene alla famiglia dei Gliridi, i quali si discostarono dalla superfamiglia Sciuroidea (quella degli scoiattoli) al passaggio tra Paleocene ed Eocene, circa 55 milioni di anni fa. È noto per famoso detto essere un animaletto in grado di adattare molto bene il proprio comportamento e la propria fisiologia ai cambiamenti ambientali, da quelli più prevedibili, come le variazioni stagionali del clima e delle risorse alimentari, a quelli meno prevedibili, come le fluttuazioni, talvolta persino quotidiane, nella produzione di semi da parte degli alberi, nelle temperature e nelle precipitazioni.

Il detto “dormire come un ghiro” nasce, in parte, dal fatto che questo piccolo roditore, che è molto attivo di notte, passa le giornate sonnecchiando, e, in parte, dalla sua abitudine di trascorrere in letargo circa sei mesi all’anno. È un modo di dire molto italiano però! Gli inglesi e i francesi, ad esempio, preferiscono “dormire come un piombo” o anche “come un bebè”, mentre i tedeschi e gli spagnoli spesso scomodano un altro animale, la marmotta.

Quanto dorme in media un ghiro?

In estate, il ghiro può trascorrere diverse ore al giorno in uno stato di torpore. Soprattutto nei periodi più freschi e umidi: all'inizio dell'estate, infatti, può dormire anche per più di nove. In autunno dil tempo medio diminuisce, e può essere anche inferiore a mezz'ora.

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Il ghiro in letargo

Gli alti tassi di sopravvivenza, indotti anche dal minor rischio di predazione, soprattutto quella ad opera dei temuti gufi, sembrano essere il principale vantaggio del letargo. I ghiri iniziano normalmente il letargo tra settembre e novembre, prima i maschi e poi le femmine. I giovani vanno per ultimi. Quando saltano la riproduzione, il che avviene in media ogni tre anni, entrano in letargo prima, all'inizio dell'estate. In questa delicata fase, i ghiri rimangono nei pressi dei loro nidi estivi, solitamente a meno di 400 m di distanza. Svolgono il letargo alloggiando da soli, o con uno o due conspecifici, in camere sotterranee autoscavate. L'entrata in letargo è caratterizzata da un rapido declino della produzione di calore e del metabolismo, seguito da una diminuzione molto più lenta della temperatura corporea.

Per ridurre al minimo la perdita di calore nel torpore, i ghiri entrano in letargo appallottolati, in posizione acciambellata. Di solito, riemergono in primavera, verso aprile e maggio, avendo perso circa il 30% della massa corporea che avevano sapientemente accumulato nel periodo immediatamente precedente all’avvio del letargo. In media, durante la stagione estiva si registra un aumento del 40% della massa corporea, infatti, che sembra essere interamente imputabile alla deposizione di grasso. In proporzione, un aumento paragonabile a quello che si osserva nelle foche che si preparano a partorire!

Bibliografia

Ruf, T., Bieber, C. Why hibernate? (2022). Predator avoidance in the edible dormouse. Mamm Res.

Hoelzl, F., Bieber, C., Cornils, J.S. et al. (2015). How to spend the summer? Free-living dormice (Glis glis) can hibernate for 11 months in non-reproductive years. J Comp Physiol B 185, 931–939.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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