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17 Ottobre 2021
12:00

Ornitorinco, lo strano mammifero che depone le uova

L'ornitorinco appartiene all'ordine dei monotremi, gli unici mammiferi che depongono uova. Pur essendo oviparo, infatti, allatta i piccoli come gli altri mammiferi, caratteristica che condivide con le quattro specie di echidna. Ma questa non è la sua unica stranezza: ha corpo da castoro, becco da anatra, zampe palmate ed è velenoso.

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L'ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus) è un animale molto strano, a vederlo sembra quasi un collage composto da animali diversi: ha il corpo simile a un castoro, becco da anatra e zampe palmate. È un mammifero semi acquatico endemico dell'Australia orientale e appartiene all'ordine dei monotremi, ovvero gli unici mammiferi che depongono uova. A renderlo unico, oltre al suo curioso aspetto, è il suo essere oviparo, pur allattando i piccoli come gli altri mammiferi, caratteristica che condivide solo con le quattro specie tutt'ora esistenti di echidna

Addirittura, i primi scienziati che ne esaminarono il corpo, appartenente a un reperto conservato, pensarono fosse un falso o uno scherzo fatto da qualcuno che aveva cucito insieme i resti di animali diversi.

Il suo nome deriva dai due termini greci òrnis (che significa uccello) e rhýnchos (che significa muso). Il nome scientifico è, inoltre, composto dal termine anatinus che, in latino, significa anatra.

Perché l'ornitorico è un mammifero?

L'ornitorinco, scoperto per la prima volta nel 1799, è stato definito dallo zoologo del British Museum, George Shaw, un tipo bizzarro e non a caso. Oltre che per l'aspetto, è particolare anche per la riproduzione, che questa generalmente tra giugno e ottobre.

L'ornitorinco fa le uova, in numero da una a tre, che si sviluppano prima nell'utero per circa 28 giorni e poi vengono deposte in buche profonde. L'incubazione dura circa dieci giorni e quando i piccoli nascono vengono allattati dalla madre, per questo motivo l'ornitorinco è un mammifero.

L'ornitorinco però non fa niente in maniera convenzionale: l'allattamento infatti non avviene dalle tipiche mammelle, ma da dei pori presenti nella pelle capaci di produrre il latte.

L'ornitorinco rappresenta, insieme alle echidne, la specie di mammifero più antica vivente e l'unica ovipara. Proprio per questo motivo, si presume che abbia delle caratteristiche simili agli antenati comuni dei mammiferi. A tal proposito una ricerca pubblicata su Nature e condotta da un team internazionale di ricercatori, ha studiato i genomi di Ornitorinco e echidna (Tachyglossus aculeatus), entrambi appartenenti all'ordine dei monotremi, portando a un'incredibile scoperta: molto probabilmente anche i nostri antenati comuni deponevano le uova.

Perché l'ornitorinco è velenoso?

Il maschio di ornitorinco ha uno sperone sulla zampa posteriore, che produce un veleno che utilizza per difendersi o per procacciarsi il cibo.

È uno dei pochi mammiferi velenosi viventi, ma non è il suo unico asso nella manica: per localizzare le prede utilizza l'elettrolocalizzazione, ossia percepisce i campi elettrici generati dagli altri animali e li usa per capire dove si trovano.

Dove vive l'ornitorinco

L'ornitorinco è una specie semi-acquatica: vive parte della sua vita sulla terra ferma ma trascorre la maggior parte del tempo in acqua, luogo in cui ricava anche gran parte del cibo. Si trova principalmente in laghi e stagni poco profondi e mangia soprattutto macroinvertebrati bentonici presenti nei corpi d'acqua. Lo si osserva raramente sulla terraferma, ad eccezione della Tasmania dove fuoriesce più spesso in quanto il suo predatore, la volpe (Vulpes vulpes), è stata introdotta in tempi recenti.

Il suo areale, che dipende dalla presenza di fiumi, torrenti e corsi d'acqua dolce, comprende il Queensland orientale, il Nuovo Galles del Sud, il Victoria centro-sud-orientale, la Tasmania e King Island con una piccola popolazione introdotta a Kangaroo Island.

È classificato dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature) come quasi minacciato in quanto il suo areale è molto vasto. La minaccia principale alla specie è la riduzioni di torrenti e fiumi a causa della siccità e l'estrazione dell'acqua.

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