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29 Febbraio 2024
9:00

Perché alcuni animali possono accoppiarsi solo in determinati periodi dell’anno?

Alcune specie si accoppiano solo in certi periodi dell'anno, per motivi di natura ecologica, evolutiva e fisiologica. Per esempio, per far sì che i piccoli nascano in periodi caldi, come la primavera o l’estate.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Alcune specie possono accoppiarsi solo in certi periodi dell'anno per diversi motivi di natura ecologica, evolutiva e fisiologica, che garantiscono il massimo successo riproduttivo e la sopravvivenza della prole. La riproduzione stagionale assicura che i piccoli nascano in periodi, per esempio la primavera o l’estate, in cui le risorse alimentari sono abbondanti e le temperature non sono troppo rigide. Essa può, inoltre, consentire agli adulti di dedicarsi alle cure parentali proprio quando hanno le giuste energie per farlo.

La riproduzione stagionale in certe specie può servire per evitare l'accoppiamento tra parenti stretti. Essa, infatti, dà tempo agli animali nati in un dato anno di migrare verso nuove zone prima che ricominci la stagione degli amori, aumentando così le loro possibilità di incontrare e accoppiarsi con partner non consanguinei.

Si definiscono monoestrali stagionali gli animali che entrano in calore una sola volta all'anno, come la volpe e la cerva, mentre quelli poliestrali stagionali attraversano più cicli estrali in una specifica stagione dell'anno, come accade alle pecore, alle capre, alle cavalle e la scrofa nei cinghiali. Anche le gatte sono poliestrali stagionali, con almeno due estri all’anno, mentre nell'asino l'attività riproduttiva sembra essere meno influenzata dalla stagione.

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I fattori che determinano il periodo dell'accoppiamento

La riproduzione stagionale può essere regolata dai cambiamenti ormonali innescati da fattori ambientali come il fotoperiodo, la temperatura e l'umidità. Questi cambiamenti ormonali influenzano la fertilità e il comportamento sessuale degli animali. In special modo nei mammiferi, la melatonina, un ormone prodotto durante le ore di buio, gioca un ruolo cruciale in questo processo: in base alla quantità di luce percepita, essa agisce come un segnale che informa l'organismo sul tempo e sulla stagione.

Negli uccelli, invece, che vivono ad alte altitudini e latitudini, le variazioni del fotoperiodo sono percepite principalmente attraverso fotorecettori encefalici situati nell'ipotalamo. Gli animali a fotoperiodo positivo, come le gatte e le cavalle, sono influenzati positivamente dall'aumento della luce che si verifica in primavera e estate, mentre in autunno e in inverno le giornate si accorciano, e le notti diventano più lunghe, segnalando loro che è il momento di ridurre l'attività riproduttiva.

Negli animali a fotoperiodo negativo, come le capre e le pecore, invece, questo meccanismo funziona esattamente al contrario. Queste specie sono influenzate positivamente da un fotoperiodo decrescente, cioè entrano in estro e si riproducono durante l’autunno, proprio quando le giornate iniziano ad accorciarsi, dopo il solstizio d'estate. In tal modo, il capretto e l’agnello potranno nascere nella primavera successiva, avendo ottime probabilità di sopravvivenza.

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Perché l'uomo può accoppiarsi in qualunque momento?

La specie umana può accoppiarsi in qualunque momento dell'anno. Questa capacità non è regolata da fattori stagionali come il fotoperiodo o le condizioni climatiche, ma da specifici meccanismi biologici. Tra questi,  il fatto che la donna presenta cicli mestruali che si ripetono circa ogni mese, indipendentemente dalle stagioni, il che rende il concepimento possibile in qualsiasi momento dell'anno.

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Bibliografia
Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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