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31 Gennaio 2022
17:30

Libellula: le due caratteristiche che deve avere il maschio per essere padre

La fase di accoppiamento delle libellule è una delle più particolari del mondo animale, perché le femmine seguono una regola fondamentale per la scelta dello sperma con cui fecondare le uova: l’ultimo maschio sarà il primo.

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In Botswana ce ne sono circa 100 specie che variano per dimensione, colore e agilità. E nel periodo della riproduzione si riuniscono a centinaia. Sono le libellule, la cui fase di accoppiamento è una delle più particolari e strane del mondo animale e non solo perché richiede una flessibilità e un’abilità acrobatica degna di un artista del Cirque du Soleil.

Ma anche perché le femmine seguono una regola fondamentale per la scelta dello sperma con cui fecondare le uova: l’ultimo sarà il primo. Infatti le libellule, pur accoppiandosi con più maschi, per la riproduzione usano solo il seme dell’ultimo corteggiatore. Che per i maschi, in questo caso, significa che l’obiettivo finale della gara non sarà arrivare primi ma ultimi.

Utilizzando la sua incredibile vista, il maschio riesce a riconoscere la femmina della propria specie osservando il suo stile di volo, i suoi colori, i suoi schemi e le sue dimensioni. Una volta adocchiata, le si aggancia dietro la testa. Sì: perché  l’unico modo per mettere in contatto gli organi riproduttivi è posizionarsi formando una sorta di anello, una tecnica unica in questo gruppo di insetti, che dà la possibilità al maschio di espellere lo sperma del maschio precedente, depositando il proprio.

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Ma i rivali in agguato sono molti e il maschio deve assicurarsi di essere l’ultimo della fila per essere certo di diventare padre. Quindi il modo che utilizza per sorvegliare la femmina fino a quando non feconda le sue uova e assicurarsi che il suo sperma mantenga l’ultima posizione, è quello di restare attaccato alla femmine anche se gli avversari cercano di disarcionarlo, rifiutando di lasciarla andare fino a quando lei non si muoverà. La femmina, infine, deposita le uova sulla vegetazione, appena sotto la superficie dell’acqua. Insomma, per il maschio della libellula, pazienza e tempismo sono tutto.

La riproduzione delle libellule, insetti appartenenti all'ordine degli odonati, avviene in ambiente acquatico. Esse sono ovipare e dopo avere deposto le uova, le fanno cadere nell'acqua oppure le sistemano in modo che restino attaccate fusti delle piante acquatiche. In tutte le specie dalle uova escono le neanidi, lo stadio larvale degli insetti a metamorfosi incompleta, che maturano nell'acqua, nutrendosi di diverse forme di vita acquatica.

Il tempo di durata dello stato ninfale va da uno a tre o più anni, a seconda della specie, periodo nel quale l'animale va incontro alla muta almeno dieci volte. Nel momento in cui le ninfe sono mature, lasciano l’ambiente acquatico per affrontare la metamorfosi che le trasforma nella forma adulta.

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Le libellule sono presenti in tutto il mondo, escluse le zone polari. Vivono soprattutto in zone umide, indispensabili per la fase riproduttiva, come stagni, laghi, paludi. Ma un’acqua non vale l’altra. Le acque frequentate dagli esemplari adulti di libellula per la riproduzione, oltre a non essere inquinate, devono presentare abbondanza di erbe e steli sui bordi necessari per sistemare le uova.

L’esistenza delle libellule è sempre più a rischio a causa della distruzione del loro habitat naturale, ovvero gli ambienti umidi naturali, dovuta all’intensificazione delle pratiche agricole, dell'inquinamento idrico e dell’urbanizzazione non sostenibile.

Secondo l’IUCN, l’International Union for Conservation of Nature, la valutazione delle libellule di tutto il mondo rivela che il 16 per cento, su 6.016 specie è a rischio di estinzione e che, nell’Asia del sud e nel Sud-est asiatico, più di un quarto di tutte le specie è minacciato, soprattutto a causa del disboscamento delle zone umide e della foresta pluviale per fare spazio a colture come l’olio di palma. In Centro e Sud America, a causa del disboscamento delle foreste, per l’edilizia residenziale e commerciale. In Nord America ed Europa a causa di pesticidi e altri inquinanti, nonché del cambiamento climatico.

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Simona Sirianni
Giornalista
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