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1 Marzo 2024
12:41

Pastore Maremmano ferisce e uccide la sua umana. Il Sindaco: «Certi cani non possono essere detenuti da chiunque»

Una donna di 80 anni, Gianna Canova, è morta i seguito alle ferite provocate dal suo cane, un Pastore Maremmano Abruzzese. È successo ieri pomeriggio a Mercatino Conca, in provincia di Pesaro Urbino. Gli attivisti temono per la vita dell'animale.

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pastore maremmano

Una donna di 80 anni, Gianna Canova, è morta in seguito alle ferite provocate dal suo cane, un Pastore Maremmano Abruzzese. È successo ieri pomeriggio a Mercatino Conca, in provincia di Pesaro Urbino, nelle Marche.

La donna si trovava all'esterno della propria abitazione quando il cane l'ha buttata a terra e morsa sul capo. Nonostante il tempestivo intervento del marito che era in casa in quel momento e che ha chiamato immediatamente i soccorsi, per l'anziana non c'è stato nulla da fare: era già priva di vita prima dell'arrivo del 118. L'ipotesi più probabile è che sia morta per lo shock emorragico causato dalla ferita alla testa.

Il cane, come da prassi, è stato portato via dal personale dell'Ats veterinaria. Sul posto è intervenuto anche il sindaco di Mercatino, Omar Lavanna, che raggiunto da Kodami spiega: «Quando sono arrivato erano appena sopraggiunti gli operatori del 118. Il cane era stato chiuso nel recinto interno al giardino. Conoscevo la famiglia, siamo un piccolo Comune: ci conosciamo tutti. Si tratta di persone tranquille e del cane non avevamo mai avuto notizie particolari, in queste ore è emerso che probabilmente aveva già morso il proprietario e un passante che si era affacciato nel giardino della casa. Ma lo abbiamo saputo adesso».

Un episodio che arriva a poca distanza dalla morte di Paolo Pasqualini a Manziana, ucciso da tre Rottweiler. «Non sono un veterinario, non posso sapere quanto in simili vicende pesa la razza e quanto il comportamento, però sono dell'idea che alcuni cani non possano essere detenuti da chiunque indistintamente». E Il Sindaco poi fa un esempio esemplificativo: «È lo stesso principio che ci porta a togliere l'auto a chi ha bevuto».

In queste ore insieme alla notizia si è diffusa la convinzione sui media che il cane possa essere abbattuto nel giro di poco tempo. In realtà si tratta di un iter non automatico che prevede valutazioni specifiche, anche nel caso di un animale che uccide un essere umano.

Nonostante ciò, gli attivisti hanno lanciato l'appello: «Giù le mani dal cane! Basta pena di morte per gli animali – ha detto Katia Ruggiero, presidente dell'associazione Meta Parma – Lo chiamano abbattimento, invece è pena di morte, uccisione. Gli animali non sono oggetti, non sono muri da abbattere, sono esseri senzienti riconosciuti come tali anche nella nostra Costituzione. Iniziamo a usare i termini giusti quando si parla di uccisione di animali, qui il termine giusto è pena di morte. In Italia i criminali che uccidono le persone non vengono condannati alla pena di morte, gli animali invece si. I criminali che maltrattano e uccidono gli animali non vengono considerati neanche criminali e non finiscono neanche in galera, al massimo si parla di rieducazione, ma per gli animali invece si parla sempre di pena di morte».

Ruggiero rileva anche però il problema di alcuni individui che per forza e potenza possono diventare imprevedibili, soprattutto se non gestiti nel modo giusto. È quindi in ottica di prevenzione che si dovrebbe agire, salvaguardando così animali e persone: «Le cose devono cambiare, invece di uccidere i cani bisogna iniziare a rispettarli con la giusta informazione e ponendo un freno alla vendita sconsiderata di animali. Allevamenti che fanno sfornare cucciolate su cucciolate, cani abbandonati e rinchiusi nei canili, cani maltrattati e uccisi, e nessuno ferma questo scempio».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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