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17 Aprile 2023
12:07

Otto Barboncini trovati in pessime condizioni in un’abitazione: denunciato allevatore abusivo

Otto Barboncini, sette adulti e un cucciolo, sono stati sequestrati all’interno di un’abitazione in provincia di Bologna. Denunciato l'allevatore abusivo che li deteneva immersi nelle loro deiezioni e praticamente privi di cure, e li vendeva abusivamente.

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Otto Barboncini, sette adulti e un cucciolo, sono stati sequestrati all’interno di un’abitazione in una cittadina in provincia di Bologna dalle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) dopo una segnalazione del maresciallo capo della Stazione dei Carabinieri di Minerbio.

L’intervento è scattato dopo un controllo svolto dai Carabinieri che hanno accertato come i cani fossero detenuti in pessime condizioni e venduti senza avere alcun titolo né certificazione. «I cagnolini erano terrorizzati dall’uomo e dai rumori, li abbiamo trovati immersi nelle loro deiezioni ed esposti alle intemperie – ha detto Jessica Quercioli del nucleo delle guardie zoofile Oipa di Bologna – Un cucciolo di 60 giorni era da solo sul cemento, privo di acqua e riparo, in una rimessa della casa. Sette adulti erano in un box in uno stato di salute precario e condizioni igienico-sanitarie molto degradate. E così li abbiamo sequestrati in quanto autorizzati dalla Procura».

L’uomo che deteneva i cani, già segnalata dagli agenti Oipa per vendita non regolare di animali detenuti in cattive condizioni, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Bologna ai sensi dell’articolo 727, comma 2, del Codice penale (condizioni incompatibili produttrici di gravi sofferenze): «Grazie alla preziosa sinergia tra i vari corpi della forza pubblica, questa operazione è andata a buon fine – ha concluso Quercioli – I barboncini sono ora in custodia giudiziaria in un canile, e presto verranno dati in affido temporaneo in attesa della confisca, dopodiché saranno adottabili definitivamente».

In Italia l’attività di allevamento di cani è regolata dalla Legge n. 349 del 1993, “Norme in materia di attività cinotecnica”, dove l’attività cinotecnica è definita come “l'attività volta all'allevamento, alla selezione e all'addestramento delle razze canine”. L’allevamento di cani è considerato a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale agricola quando i redditi che ne derivano sono prevalenti rispetto a quelli di altre attività economiche non agricole svolte dallo stesso soggetto, e quando l’allevamento comprenda almeno 5 fattrici, che annualmente producono non meno di 30 cuccioli.

Allevatore imprenditore agricolo corrisponde quindi ad “allevatore professionale”, mentre si definisce “allevamento amatoriale” l’allevamento che comprende meno di 5 fattrici e/o meno di 30 cuccioli nati annualmente. I controlli sanitari svolti dalle autorità competenti e la legislazione che regola l’attività di allevamento, specialmente quello amatoriale, sono però ancora scarsi, e capita con frequenza che pseudo-allevatori trasformino strutture non a norma in allevamenti abusivi, del tutto sconosciuti al Fisco e in molti casi anche in netto contrasto con il benessere animale.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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