
Pesci tropicali, coralli e altre specie protette dalla Convenzione di Washington prelevati dalla barriera corallina indo-australiana e importati illegalmente in Italia per essere venduti. Li hanno intercettati all’aeroporto di Fiumicino i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma insieme con funzionari del ministero della Salute.
In totale sono stati una quarantina gli esemplari di specie protetta individuati e sequestrati dalle Fiamme Gialle, che quotidianamente presidiano lo scalo proprio per intercettare eventuali violazioni della Convenzione del 1975, la cosiddetta Cites, che disciplina il commercio internazionale delle specie faunistiche e della flora selvatica a rischio estinzione.
Le due spedizioni sono state bloccate dai militari della Guardia di Finanza del Gruppo Fiumicino durante i consueti controlli negli spazi doganali, e i controlli hanno evidenziato che gli animali, prima di arrivare in Italia, erano passati dalla Francia e dall'Olanda: un viaggio estremamente lungo in differenti condizioni climatiche, che ha messo a serio rischio la loro vita.
I pesci e i coralli tratti in salvo sono stati quindi immediatamente trasferiti in ambienti adatti alle loro caratteristiche, in cui temperature e livello di umidità riproducono quelli tipici del loro habitat naturale, mentre il rappresentante legale della società italiana importatrice è stato segnalato in via amministrativa al ministero della Salute e all'Asl competente per territorio.
La Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, conosciuta anche come Convenzione di Washington, è uno strumento fondamentale per la tutela delle specie protette, perché fornisce il quadro normativo all’interno del quale i Paesi aderenti possono operare per regolare il commercio internazionale di esemplari di piante e animali selvatici, assicurando che non minacci la sopravvivenza della specie. Si tratta, come detto, di un accordo quadro, che non sostituisce le leggi nazionali, ma che vuole fornire un quadro di riferimento che ogni singolo Stato aderente deve implementare a livello nazionale, utilizzando inoltre un sistema di permessi e certificati, per garantire la tutela di oltre 38.000 specie.