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8 Febbraio 2023
15:23

Oggi nasceva Jules Verne che si è ispirato agli animali per creare i suoi mondi fantastici

Oggi nasceva Jules Verne, autore di capolavori inestimabili come "Ventimila leghe sotto i mari" e "Viaggio al centro della Terra". Grazie alle sue opere abbiamo potuto viaggiare con lui ed esplorare mondi nascosti e meravigliosi. Le creature che descrive in questi mondi, però, esistono realmente, o per lo meno Verne ha preso come spunto animali che hanno popolato il nostro pianeta.

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L'otto febbraio del 1828 nasceva Jules Gabriel Verne, noto in Italia come Giulio Verne. La penna dello scrittore francese ha dato vita a storie senza tempo come "Viaggio al centro della Terra", "Il giro del mondo in 80 giorni" e "Ventimila leghe sotto i mari", permettendo a milioni di persone di seguire i protagonisti delle sue avventure alla scoperta di mondi fantastici popolati da creature partorite da una fervida immaginazione.

Non tutti sanno, però, che per descrivere così dettagliatamente gli animali che popolano le pagine dei suoi libri lo scrittore ha dovuto studiare meticolosamente la fauna realmente esistente prendendo spunto da loro.

L'autore, infatti, vanta una incredibile collezione di romanzi scientifici e, insieme a H. G. Wells e Hugo Gernsback, è considerato il padre della moderna fantascienza. Tutte le opere hanno richiesto un notevole grado di approfondimento e Verne ha speso molto tempo a documentarsi al meglio per preparare racconti ambientati nell'aria, nello spazio, nel sottosuolo e nel fondo dei mari. L'atmosfera che si respira sfogliando le pagine dei suoi scritti sono quindi di infinito mistero, meraviglia e stupore che prova l'essere umano nei confronti degli incredibili misteri naturali che nasconde il mondo. Un esempio di questa aria si può assaporare già dalle prime pagine di "Ventimila leghe sotto i mari":

«L'anno 1866 fu caratterizzato da uno strano avvenimento. Un fenomeno inesplicato e inesplicabile, che nessuno ha certamente dimenticato…Mercanti, armatori, capitani di navigli, piloti di Europa e d'America, ufficiali delle Marine da guerra di tutti i Paesi e, finalmente, i governi di molti Stati nei due continenti, se ne preoccuparono vivamente. Che cosa era successo? Da qualche tempo, parecchie navi avevano incontrato in alto mare una "cosa enorme", una strana cosa, lunga, fusiforme, talvolta fosforescente, infinitamente più grande e più veloce di una balena».

Gli animali realmente esistenti nelle opere di Jules Verne

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Il sottomarino Nautilus che compare in "Ventimila leghe sotto i mari"

Il frutto di così tanto lavoro di ricerca, dunque, è impresso elegantemente su carta e di esempi nella sua produzione letteraria ce ne sono tanti. "Viaggio al centro della Terra" offre una dimostrazione della infinita cultura scientifica dell'autore, un romanzo d'avventura del 1864 appartenente al sottogenere della "fantascienza sotterranea".

Nello scritto si narra del viaggio immaginario di uno scienziato tedesco, il professor Lidenbrock, e dei suoi collaboratori in un mondo sotto la superficie terrestre che l'autore lascia intuire sia un regno sprofondato da molto tempo. A seguire l'avventura del professore c'è il nipote, Axel, e insieme al resto degli esploratori i due assistono in un punto specifico del viaggio a uno spettacolo faunistico incredibile. Dopo essersi inoltrati in un cratere gigantesco e aver vissuto diverse vicissitudini, la compagnia trova di fronte a sé un vasto lago sulle cui coste crescono funghi enormi. Il gruppo inizia a navigare su una zattera ed è proprio in quel momento che avvista animali sconosciuti tra cui un ittiosauro e un plesiosauro che iniziano a lottare proprio davanti a loro.

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Ricostruzione 3D di un plesiosauro

Per descrivere i due antichi animali l'autore ha dovuto fare una grande ricerca paleontologica. Il plesiosauro, infatti, è appartenuto ad uno degli ordini più longevi di animali che hanno solcato gli oceani. Parente dei dinosauri e degli ittiosauri, questo grande rettile marino è infatti vissuto per quasi 140 milioni di anni, essendo comparso durante la fase finale del Triassico ed avendo dominato tutti i mari fino al Cretaceo superiore, da 205 fino a 66 milioni di anni fa.

A scoprire i primi fossili fu Mary Anning a metà dell'800, una delle prime donne ad interessarsi a questa materia e considerata la prima ad aver scoperto i fossili di un plesiosauro (Plesiosaurus dolichodeirus) in Gran Bretagna. Verne lesse molto riguardo questa e le successive scoperte e il rettile marino iniziò lentamente a prendere forma nella sua mente per poi trasferirsi su carta.

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Ricostruzione 3D di un ittiosauro

Gli ittiosauri, invece, sono un grande gruppo estinto di rettili vissuto tra 250 e 90 milioni di anni fa, anche se la loro origine è controversa. Basti pensare che nel 1937, il paleontologo Friedrich von Huene ipotizzò persino che gli ittiosauri non fossero rettili, ma rappresentassero invece un ramo evolutivo sviluppato separatamente dalla classe degli anfibi. In ogni caso l'autore seguiva con interesse anche questo dibattito scientifico, prendendo nota di ogni singola descrizione paleontologica per rendere l'animale descritto nel suo libro il più realistico possibile.

Sempre in Viaggio al centro della Terra, nipote e zio si avventurano in una foresta caratterizzata da una vegetazione primitiva che alcuni studiosi ritengono possa essere la tipica flora del periodo terziario, con piante vascolari che prediligono gli ambienti caldi come la magnolia o la palma da datteri. Nelle sue profondità i due rimangono sbalorditi nel trovare un umanoide preistorico alto più di tre metri che veglia su un branco di mastodonti.

Con il termine mastodonte oggi si indica un qualsiasi proboscideo appartenente al genere estinto Mammut e facenti parte della famiglia Mammutidae. Questi "elefanti preistorici" abitavano l'America settentrionale e centrale durante il tardo Miocene o il tardo Pliocene fino alla loro estinzione alla fine del Pleistocene circa 11.000 anni fa. Verne sapeva che i mammut scomparvero dal Nord America come parte di un'estinzione di massa del Pleistocene e li descrisse nel libro con una folta pelliccia e orecchie piccole.

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Ricostruzione di un mastodonte

Un ultimo esempio della sua incredibile conoscenza del mondo naturale è possibile ricercarla nel romanzo "Ventimila leghe sotto i mari". La storia è ambientata nel periodo immediatamente successivo alla guerra di secessione e segue le avventure dei protagonisti a bordo del sottomarino Nautilus, costruito in segreto dal suo enigmatico comandante, Capitano Nemo. 

Nel libro è possibile leggere precise descrizioni di animali all'apparenza comuni, ma che sotto la penna dello scrittore si trasformano in creature quasi mitologiche. Parliamo ad esempio di una lontra di mare riconducibile forse alla Enhydra lutris, un mammifero marino originario delle coste settentrionali e orientali del Pacifico. Un animale però molto più grande del suo corrispettivo nel mondo reale, così aggressivo che il gruppo è costretto ad abbatterlo con una speciale arma inventata da Nemo.

Oppure ad un certo punto dell'avventura il gruppo di avventurieri incontra un'ostrica gigantesca che custodiva una perla altrettanto grande, per il quale probabilmente l'autore si è ispirato a un mollusco realmente esistente: Crassostrea gigas, detta ostrica concava, un animale che può arrivare ad essere lungo anche 40 centimetri.

Insomma, Jules Verne è stato in grado non solo di regalarci atmosfere sognanti e avventure da brivido, ma lo ha fatto con una precisione scientifica degna del manoscritto di un ricercatore. Il suo amore per le creature fantastiche che dipingeva in ogni pagina rimarrà per sempre il suo lascito, un amore paragonabile solo alla meraviglia che provava nell'osservare la vastità del mare, proprio come scriveva in "Ventimila leghe sotto ai mari": «Il mare è il veicolo di un’esistenza soprannaturale e prodigiosa, è movimento ed amore, è l’infinito vivente».

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