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17 Ottobre 2022
11:07

Nuova mattanza di cetacei alle Fær Øer, Sea Shepherd: «Strage terrificante, altro che tradizione»

Oltre 50 pescherecci e motoscafi locali hanno partecipato all'ennesima mattanza di cetacei nella baia di Sandager ði, catturando e uccidendo senza pietà 225 balene Pilota, tra cui almeno 27 giovani esemplari.

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Sono ancora una volta tantissime le balene, più di trecento, uccise in una piccola baia delle isole Fær Øer.  Lo hanno reso noto i volontari di Sea Shepherd, diffondendo su Twitter anche un'immagine ripresa da alcuni attivisti presenti su quella spiaggia che ogni anno trasforma il mare in un inferno di sangue.

Secondo le normative vigenti in quell'arcipelago autonomo a protettorato Danese la pesca è legale ma la battaglia perché termini questa strage immane è da condannare e documentare. Mercoledì 12 ottobre, oltre 50 pescherecci e motoscafi locali hanno infatti partecipato all'ennesima inutile e crudele caccia di cetacei nella baia di Sandager ði, appena a sud della capitale delle Farorshavn, catturando 225 balene Pilota, tra cui almeno 27 giovani esemplari.

A terra, intanto, gli abitanti del villaggio attendevano l'inizio della mattanza che sarebbe cominciata poco tempo dopo e che si sarebbe tradotta in uno spettacolo dell'orrore lungo un'ora. Un delirio di coltellate sugli animali che termina soltanto all'ultima balena uccisa.

«È una strage di proporzioni incredibili – ha commentato il portavoce di Sea Shepherd – che continua fino a quando non è portata a compimento del tutto e non scende il silenzio su quel lago di sangue e animali morti».

Sea Shepherd lavora da diversi anni alle Isole Fær Øer per porre fine alla strage di balene e delfini: la "Grindadráp", come viene chiamata nell’arcipelago, è una tradizione molto antica che gli abitanti pensano vada mantenuta. In lingua faroese, la giusta traduzione di grindadráp sarebbe "uccisione della balena" o "macello della balena". Ma, tradizionalmente viene resa in italiano come "caccia alla balena".

La caccia può avvenire in una qualsiasi delle 26 baie di sterminio designate intorno alle isole. E può avvenire anche in qualsiasi momento dell’anno perché, a differenza della maggior parte delle altre attività venatorie, non è regolamentata.

Pertanto non ha stagione, nessuna quota e raramente i faroesi non ne autorizzano una quando viene avvistato un branco di cetacei, a meno che le condizioni meteorologiche o del mare non siano troppo pericolose per le loro barche.

Proprio perché dipendenti dalle condizioni meteo, la maggior parte di queste mattanze, però, si verificano statisticamente tra luglio e settembre quando ovviamente il tempo è migliore, con una media di 1156 piloti balene e delfini uccisi ogni anno.

Sea Shepherd è stato il primo gruppo di attivisti a battersi contro la caccia nelle Fær Øer nel 1983, proseguendo poi con le sue campagne di contrasto diretto nel 1985, 1986, 2000, 2011, 2014 e 2015.

Poi a causa delle restrizioni imposte dalla nuova legislazione faroese che impedisce alle navi dell'associazione di intervenire contro il grindadráp, Sea Shepherd UK ha lanciato l'"Operazione Bloody Fjords" attraverso la quale gli attivisti arrivano sulle isole da terra.

Una nuova modalità che, ovviamente impedisce l'azione diretta, ma consente almeno di indagare, documentare e far conoscere al mondo queste cacce barbariche.

Con la speranza che una sempre maggiore attenzione addosso, riesca a esercitare pressioni sui faroesi affinché mettano fine a questa orribile e spietata tradizione.

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Simona Sirianni
Giornalista
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