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3 Novembre 2022
10:41

No, i cani maschi non vanno in calore

I cani maschi non vanno in calore: una volta raggiunta la maturità sessuale, sono sempre fertili se non castrati. La presenza di una femmina in estro può però portarli a manifestare ipereccitazione e irrequietezza. Vediamo come aiutarli a calmarsi in queste situazioni.

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A differenza delle femmine, i cani maschi non vanno in calore. La presenza di una femmina in estro li può portare a manifestare un'alterazione del comportamento che, nella maggior parte dei casi, viene dimostrata attraverso stati di ipereccitazione e irrequietezza più o meno forte. Ciò accade perché, una volta raggiunta la maturità sessuale, se i maschi si trovano di fronte alla possibilità di accoppiarsi sono perennemente fertili, a meno che non vengano castrati.

L'età media in cui il maschio diventa sessualmente maturo varia molto in base alla razza – e quindi anche alla taglia – ma dipende anche  dall'ambiente circostante e dalle routine quotidiane.

Se i cani di taglia piccola e gli individui che conducono una vita fortemente sociale spesso raggiungono la maturità sessuale già intorno agli 8 mesi, altri devono aspettare i 16/18 mesi. A ritardarne l'arrivo può essere la crescita – che nei cani di taglia grande dura più a lungo – ma anche la vita caratterizzata da scarse possibilità di incontro con i propri simili o da poche opportunità di sviluppo della personalità.

Come si comporta il cane maschio in prossimità delle femmine in calore

Oltre all'irrequietezza il cane maschio che avverte il calore di una femmina nei paraggi può mostrare anche inappetenza oppure può iniziare a vocalizzare più del solito per via della percezione dei feromoni della riproduzione nell'aria o nelle marcature lasciate nell'ambiente circostante.

Ciò nonostante, è bene sottolineare che vi sono enormi differenze tra i soggetti e, infatti, alcuni cani mostrano un interesse ridotto per l'accoppiamento e per il calore delle femmine in generale.

Questo aspetto, però, non è da ritenersi unicamente relazionato al fatto che il maschio abbia avuto, o meno, un intervento di castrazione perché in realtà anche alcuni cani castrati possono continuare a manifestare interesse per le femmine in calore e, allo stesso modo, alcuni cani non castrati possono invece dimostrare un interesse inferiore rispetto ad altri.

Il comportamento della monta, inoltre, che spesso viene ricondotto ad un puro interesse sessuale, può essere invece relazionato anche ad aspetti diversi della personalità del soggetto. I cani, infatti, possono montare anche per una sorta di desiderio di determinazione della propria identità – in particolare finché cuccioli o adolescenti – ma anche per questioni gerarchiche o legate alla difficile gestione dello stress.

Come aiutare un cane maschio eccitato a calmarsi

Di fatto, purtroppo, non esistono soluzioni che siano valide per tutti i cani, perché si tratta di un aspetto talmente soggettivo da richiedere un'analisi individuale che sia relazionata al soggetto, all'ambiente in cui vive e alla relazione che il pet mate ha instaurato con lui nel tempo.

Nel caso in cui ve ne sia la possibilità e quando la situazione diventa particolarmente complessa, si può scegliere di allontanarsi per qualche giorno, magari trovando un luogo tranquillo dove trascorrere il breve periodo in cui persiste disagio, riuscendo così finalmente a distrarlo.

In accordo con il proprio veterinario di fiducia si può inoltre considerare la castrazione. Questo intervento infatti può effettivamente limitare l'interesse verso le cagne ma è importantissimo considerare l'aspetto caratteriale del cane e non procedere solo per eliminare quello che per noi umani può essere percepito come fastidio. Quando si parla di castrazione seguite il consiglio del medico a cui vi affidate sempre.

La castrazione può  avvenire sia attraverso un'asportazione dei testicoli (castrazione chirurgica) sia con l'impianto sottocutaneo di un farmaco a rilascio prolungato, capace di inibire la sintesi del testosterone (castrazione chimica). Mentre l'asportazione dei testicoli è definitiva, la castrazione chimica ha una durata che può variare dai 6/8 mesi ai circa 18 mesi. Queste opzioni, però, non sono adatte a tutti i cani e non permettono in alcun modo di avere la certezza che l'interesse si riduca fino a non risultare più un disagio.

Sebbene entrambi gli interventi di castrazione abbassino i livelli di testosterone, questo ormone viene prodotto anche da altri organi e ciò fa sì che il cane possa restare sensibile all'interesse sessuale anche in seguito all'intervento. La riduzione del testosterone, inoltre, modifica anche altri aspetti della personalità del cane e rischia di rendere più insicuri i soggetti che già prima erano timorosi o timidi.

Proprio per questo motivo, nel caso in cui il proprio cane non risenta del calore delle femmine, oppure se non ha occasione di incontrarle frequentemente nei pressi dell'abitazione, spesso non risulta indispensabile intervenire con la castrazione.

Nel momento in cui il maschio incontra la cagna in calore solo durante la passeggiata, basterà infatti intrattenerlo per il tempo necessario ad allontanarsi sufficientemente dalle tracce feromonali.

Da un punto di vista farmacologico, infine, alcuni esperti consigliano di integrare la melatonina, ovvero una sostanza utilizzata per la gestione di alcuni stati ansiosi. Il suo utilizzo, però, risulta spesso poco efficace e, in particolare per quanto riguarda la percezione del calore delle femmine, non modifica in maniera importante il comportamento.

Nel caso in cui il cane maschio risenta della presenza di una femmina in calore, l'unica cosa che si può fare, alla luce di ciò che abbiamo analizzato, è impegnarsi nel riuscire a tenerlo lontano e fare del proprio meglio per assicurarsi che il cane non fugga, mettendosi in pericolo nell'intento di raggiungere la femmina.

Le informazioni fornite su www.kodami.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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