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18 Dicembre 2020
12:07

Napoli, la statua di un cane che fa pipì appare e scompare accanto all’opera di Jago

Comparsa e rimossa dalla municipale una raffigurazione in cartapesta di un cane che alza la zampa e "marca" l'opera "Look-down" di Jacopo Cardillo. La redazione di Kodami è riuscita a fotografarla e vi spiega perché, in realtà, questa "aggiunta" vista dalla prospettiva di un cane per davvero potrebbe dare anche più forza al messaggio dell'artista.

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La statua di un cane che fa pipì sull'opera "Look-down" di Jago in piazza del Plebiscito a Napoli è apparsa nelle prime ore del mattino ed è stata velocemente rimossa dalla Polizia municipale. Ma la redazione di Kodami ha fatto in tempo a fotografare accanto al "bimbo in catene" quello che per tanti è sempre inteso come un gesto dispregiativo ma che in realtà ha un grande valore comunicativo nel mondo dei cani.
Cerchiamo di spiegarci subito: non sappiamo ancora le intenzioni dell'autore, ma lato nostro vogliamo dirvi che la pipì per i cani è uno degli strumenti di comunicazione più importante che ci sia. E una zampa alzata in quel modo, da parte di un esemplare maschio, sarebbe dal punto di vista dei cani in realtà un grande omaggio al lavoro dell'artista: rappresenta un segnale forte attraverso il quale quel cane sta dicendo che… quell'opera è anche sua. Si chiamano "marcature" e gli animali le utilizzano, appunto, per segnalare qualcosa a qualcun altro e/o per comunicare un messaggio a tutto il mondo!

«Non ci vedo assolutamente nulla di strano o offensivo anzi: quel cane di cartapesta è un simbolo fatto in buonafede, espressione di libertà». È il commento a caldo di Jacopo Cardillo (vero nome dell'artista ndr), che ha avuto la notizia proprio da Kodami.

In attesa di conoscere la storia umana che sta dietro a questo piccolo "mistero napoletano", per ora ci piace pensare che, dal punto di vista del mondo degli animali, Jago sia stato appunto "sostenuto" per ampliare il suo messaggio. La sua opera intitolata "Look-down", del resto, è di per sé un memento mori che richiama nell'osservatore l'attenzione su un periodo atroce per la nostra specie che è altamente sociale e soffre enormemente durante una pandemia che obbliga le persone più fragili, come i bambini, a subire un periodo di isolamento forzato. E quale immagine migliore come simbolo di ribellione può sostenere questo messaggio se non quella di un altro animale che ha la socialità nel Dna come i cani?

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Quel cane di cartapesta apparso e scomparso, infine, richiama subito alla mente un'immagine già vista da tanti: sui Social network ha fatto molto discutere nelle ultime settimane proprio una foto di un cane che marcava la statua di Jago. Non sembra un caso che chi l'ha realizzata abbia preso spunto da quello scatto.

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