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2 Agosto 2023
13:33

Morti altri due ghepardi arrivati in India dall’Africa: salgono a otto le vittime tra adulti e cuccioli

Nel Project Cheetah sono morti altri due dei ghepardi arrivati da Namibia e Sudafrica, che si aggiungono ai tre adulti morti nei mesi precedenti e ai tre cuccioli nati in primavera nel Parco nazionale di Kuno. Subito dopo è stato rimosso il responsabile della fauna selvatica del parco.

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Giornalista
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Per i giornali indiani i dubbi sono molto pochi: il licenziamento di JS Chauhan, responsabile per la fauna selvatica del Parco Nazionale di Kuno, in India, è direttamente collegato alla morte di ben otto dei venti ghepardi arrivati dalla Namibia e dal Sudafrica per il Project Cheetah, il progetto di ripopolamento di questa specie scomparsa dall’India nel ’57.

Secondo i quotidiani indiani, tra cui India Express, «il trasferimento del dirigente avviene sullo sfondo della morte di due ghepardi sudafricani maschi nell'arco di quattro giorni nel Parco nazionale di Kuno (KNP) la scorsa settimana (metà luglio, ndr) che ha portato il conteggio delle vittime a otto da marzo, inclusi tre cuccioli nati nel KNP». Tutto fa quindi pensare che qualcosa, nella gestione degli esemplari arrivati dall’Africa, non abbia funzionato e che per questo JS Chauhan sia stato rimosso dalla sua posizione.

I due ghepardi morti a luglio al Parco Nazionale di Kuno

Ma cosa era successo? L’11 luglio il ghepardo Tejas è stato trovato con gravi ferite al collo e non è stato possibile salvarlo. Le autorità forestali avevano ovviamente subito cominciato ad indagare sulle cause delle lesioni che, secondo i medici della fauna selvatica, sarebbero state la conseguenza di scontro violento. JS Chauhan aveva dichiarato: «Tejas era all'interno di un recinto con Savana, una femmina di ghepardo della Namibia.  Ci sono anche cinghiali nel recinto, ma le possibilità che causino questa morte sono scarse poiché attaccano principalmente le zampe. Non ci sono leopardi all'interno del recinto e i segni delle ferite non sono coerenti con quelli di un leopardo. L'autopsia chiarirà le circostanze di questa morte». Il 14 luglio, però, muore anche il maschio Suraj ed anche per lui si riscontrano ferite al collo.

Secondo India Express forse la chiave di tutto potrebbero essere proprio i radiocollari con cui i ghepardi arrivati in India per il progetto vengono monitorati. Era stato proprio Chauhan, infatti, in un’intervista al quotidiano, a raccontare che stava valutando la possibilità di rimuovere i collari radio da 10 ghepardi e monitorare le infezioni affermando che «il collare radio non è il problema fatale, può però essere un fattore che contribuisce e deve essere affrontato». Il Ministero dell'Ambiente, delle Foreste e dei Cambiamenti Climatici però, completamente in disaccordo con questa ipotesi, ha dichiarato al giornale che i rapporti sulle morti di ghepardi dovute a collari radio non erano basati su prove scientifiche e che «tutti i decessi sono dovuti a cause naturali».

Il progetto indiano e la morte dei 3 cuccioli nati in primavera

Con l’obiettivo di «riportare in vita l'unico grande mammifero estinto dell'India indipendente, 50 ghepardi saranno introdotti in vari parchi nazionali nell'arco di cinque anni», l'ambizioso progetto di conservazione aveva preso il via a settembre 2022 con l’arrivo, con un Boeing 747 cargo appositamente noleggiato, dei primi otto esemplari provenienti dalla Namibia, cinque maschi e tre femmine, sbarcati in India  in occasione del 72esimo compleanno del Primo Ministro Narendra Modi che aveva rilasciato  in prima persona gli animali nel loro nuovo recinto di ambientamento.  A questi si erano poi aggiunti gli esemplari in arrivo da Sudafrica.

In effetti proprio in India, durante il regno dell’imperatore Mughal Jahangir, era stato allevato il primo ghepardo al mondo in cattività e l’imperatore precedente, Akbar, in un censimento avvenuto durante il suo regno, 1556 al 1605, ne registrò 10mila. Poi, tra il 1799 e il 1968, ce n’erano almeno 230 in natura. Ma a causa della caccia, della diminuzione del suo habitat e della scarsità di prede, il ghepardo è l'unico grande mammifero che si è estinto dopo l'indipendenza dell’India.

Da qui l’idea di un ripopolamento che, grazie al supporto di Namibia e Sudafrica, aveva fatto sperare in un esito positivo. La nascita dei quattro cuccioli, in primavera, aveva ulteriormente rafforzato questa speranza che, però, aveva cominciato a vacillare con la morte di tre di questi cuccioli. Per loro, la cui morte era stata annunciata direttamente dai veterinari del Parco nazionale di Kuno, si era parlato di un aggravamento delle condizioni di salute, già precarie a causa della debolezza, della disidratazione e del peso insufficiente, nel giorno in cui le temperature avevano raggiunto picchi molto alti.

Oltre ai cuccioli già altri tre degli adulti erano precedentemente deceduti. Shasha, del gruppo della Namibia, era morta per problemi renali, Uday, arrivata dal Sudafrica, anche lei per una malattia. Daksha, anche lei originaria del Sudafrica, è invece morta il 9 maggio per le gravi ferite subite durante uno scontro con altri esemplari del gruppo. Con le morti di luglio, quindi, i ghepardi che non sono riusciti a sopravvivere diventato quindi in totale otto. E crescono anche i dubbi sulle possibilità del buon esito dell’intero progetto.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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