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25 Novembre 2022
12:24

Maltrattamento animale e violenza sulle donne: due facce dello stesso abuso

Il sistema di accoglienza per donne maltrattate spessissimo esclude coloro che fuggono insieme ai loro animali domestici. Secondo i dati resi pubblici nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne si tratta di una scelta che non tiene conto della correlazione tra maltrattamento di animali e persone.

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cane donna

Sono circa 19.600 le donne che hanno affrontato nel 2021 il percorso di uscita dalla violenza con l’aiuto dei Centri Antiviolenza, ma solo  il 22% raggiunge concretamente gli obiettivi del percorso di uscita dalla violenza. Sono gli ultimi dati diffusi dall'Istat in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Tra le migliaia di donne che tornano a casa dal loro aguzzino ci sono anche quelle che escluse dai sistema di accoglienza perché non accettano di separarsi dai loro compagni animali. Sono infatti pochissimi i rifugi per donne vittime di violenza che danno la possibilità di accogliere anche i loro animali domestici. Una condizione non secondaria per persone che nel momento in cui trovano il coraggio di liberarsi di una situazione di abuso si vedono allontanate dai loro affetti.

Accanto alla violenza fisica, sessuale, economica e allo stalking la violenza si compone anche di una componente psicologica. Tra le forme di intimidazione psicologica sono compresi infatti ricatti e minacce nei confronti dei figli, delle persone care e anche degli animali. Un aspetto segnalato, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne da Enpa, Link Italia e Volunteers Vs Violence APS.

Le associazioni anche quest'anno sono tornate a chiedere che la crudeltà sugli animali venga riconosciuta come indicatore di pericolosità sociale anche nell'ambito della violenza di genere. Avevamo già parlato di come le donne vittime di violenza con i loro animali siano esclusi dal sistema di accoglienza. Volunteers Vs Violence APS è l’unica associazione in Italia nata per gestire Case Rifugio Link ad indirizzo segreto, per l’Accoglienza di Donne e Minorenni con Animali al Seguito o Donne con Animali al Seguito.

Sono tanti gli uomini che seviziano o uccidono gli animali domestici delle compagne, fidanzate o mogli. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha denunciato diversi casi di questo tipo, ottenendo nei casi andati a processo condanne. È il caso dell’uomo che quando la compagna era assente ha esercito violenza sul cagnolino della compagna a Verbania, e che è stato condannato a 1 anno di reclusione.

Ma è successo anche a Pescara, dove un uomo viveva con il proprio cane e quello della compagna, ma picchiava e si accaniva solo su quello della compagna. Il Tribunale di Pescara lo ha condannato a pagare 7 mila euro. E ancora il noto caso dell’uomo che ha accoltellato nel sonno, ferendoli a morte, la moglie e la sua cagnolina, Luna. Il Tribunale di Imperia lo ha condannato a 16 anni e 4 mesi di reclusione.

Abusi e minacce sugli animali che se non fermate per tempo potrebbero tradursi in violenza contro le donne. Ma il contesto domestico violento non l’unica connessione tra le donne che subiscono violenza e gli animali.

«Enpa insieme a Link Italia – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – da anni sottolineano l’importanza di interpretare la crudeltà sugli animali come indicatore di pericolosità sociale: coloro che torturano e uccidono gli animali sono le stesse persone che poi si scagliano con violenza sui propri cari. Dall’indagine di Link Italia e Corpo Forestale dello Stato su un campione di 682 detenuti ha evidenziato che il 68% degli autori di reato per lesioni e maltrattamento in famiglia ha maltrattato e/o ucciso animali da adulto. È ora di fermare queste persone una volta per tutte e trattare il reato di maltrattamento di animali con la gravità che lo contraddistingue!».

Del medesimo avviso anche Claudia Ricci, avvocato Enpa: «Sia i processi di Verbania che quello di Pescara citati nel comunicato sono stati possibili grazie alle testimonianze dei vicini che hanno confermato i fatti. Senza il loro contributo non sarebbe mai emersa la terribile realtà che si consumava nel silenzio delle mura domestiche. È importantissimo che l’attenzione nel considerare le circostanze di reato sia molto alta perché al pari di un codice rosso la violenza sugli animali va a dimostrare la pericolosità sociale di un individuo. Esercitare violenza sugli animali in molti casi non è atro che l’inizio di una escalation che conduce alla violenza sulla persona».

La connessione tra maltrattamento animale e pericolosità sociale è studiata da anni da Link Italia, presieduta da Francesca Sorcinelli. L'associazione, infatti, sviluppa e promuove iniziative e studi scientifici sulla relazione tra maltrattamento animale e distinti tipi di violenza umana intraspecifica, come la violenza domestica, l’omicidio, il bullismo, la pedofilia e malavita organizzata e ovviamente la violenza di genere. «In ambito domestico le donne sono esposte ad atti violenti da parte del partner 7,6 volte in più nei contesti in cui gli animali vengono minacciati o abusati – ha detto Sorcinelli – In tal senso la collaborazione tra Link Italia e Enpa è un orgoglioso esempio di una Italia che sente la necessità di distinguersi in quanto avanguardia nel trattamento della violenza sugli animali come reato da contrastare di per sé e come prevenzione della violenza interpersonale, del disagio minorile e della criminalità in genere, contrapponendosi alla retrograda e socialmente pericolosa mentalità del "tanto sono solo animali"».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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