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21 Dicembre 2022
18:24

Lupo con una zampa tranciata in Val di Rabbi. Enpa Trentino: «La Provincia intervenga con la cattura»

In Trentino è stato avvistato un lupo a cui manca un pezzo di zampa. Gli animalisti ritengono che si tratti di bracconaggio chiedono l'intervento dei veterinari della Provincia Autonoma.

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Durante la mattinata del 13 dicembre è stato avvistato un giovane lupo privo di parte della zampa anteriore sinistra, lungo la strada che da San Bernardo porta a Penasa, in Val di Rabbi, nel Trentino occidentale.

Le immagini della sua corsa lungo il bordo della carreggiata, riprese da un passante che si trovava all'interno dell'auto, hanno cominciato a circolare rapidamente in rete, destando molta preoccupazione da parte delle associazioni animaliste aderenti al Coordinamento Ambientalista del Trentino, le quali chiedono il tempestivo intervento da parte dei veterinari della Provincia Autonoma.

«Chiediamo che il lupo, vittima di una grave lesione che lo espone a terribili sofferenze, venga catturato e vogliamo che venga accertato se, nei suoi confronti, sia stato commesso un atto di bracconaggio, nell'intento di perseguire con ogni mezzo gli autori del terribile gesto – commenta a Kodami Ivana Sandri, presidentessa della sezione trentina di Enpa, una delle associazioni del Coordinamento che hanno chiesto pubblicamente l'intervento provinciale attraverso un comunicato – Dal tipo di lesioni che si riescono a riconoscere nel video, possiamo desumere che si tratti probabilmente di una ferita causata da un'arma da fuoco o da una tagliola. Sapere che nei nostri boschi si trovano questi strumenti di crudeltà è gravissimo».

«Il veterinario potrà decidere se è il caso di interrompere le sue sofferenze»

Il bracconaggio nei confronti dei lupi in Trentino non è un fatto nuovo. Basti pensare a quanto accaduto nel maggio del 2019, quando nel letto del fiume Avisio, in Val di Fiemme, venne ritrovato il corpo di un lupo a cui erano state crudelmente tranciate le zampe e la testa.

«La nostra richiesta di catturare l'animale con un'azione urgente e incisiva è motivata anche dal fatto che il veterinario sarà in grado di determinare se, da un punto di vista bioetico, è il caso di interrompere le sue sofferenze e decidere di abbatterlo. Vederlo correre in questo modo, con una ferita che, probabilmente, è già in cancrena, è terrificante – continua Sandri – Ovviamente speriamo che l'eutanasia non sia necessaria e che l'animale possa tornare in natura. Soprattutto ci auguriamo che non debba trascorrere la sua vita futura in un recinto, in condizioni lontane da quelle che sono le sue necessità etologiche».

Un ulteriore elemento che preoccupa Sandri riguarda invece le tempistiche trascorse dal giorno del primo avvistamento fino alla divulgazione della notizia, avvenuta una settimana dopo: «Se il video risalisse realmente al 13 dicembre scorso, significa che è già trascorsa una settimana dalla prima volta che qualcuno lo ha visto – commenta – Cosa è successo fino ad oggi? Nessuno dei presenti ha pensato di interpellare le autorità? Un animale in queste condizioni non ha certo una grande mobilità e questo ci fa pensare che non sia molto difficile individuare le sue tracce e catturarlo per verificare il suo stato di benessere».

La Provincia Autonoma di Trento, però, al momento non ha ancora commentato ufficialmente la notizia e non ha comunicato la propria intenzione di intervenire: «Ci chiediamo come sia possibile che ad ora non vi sia stato alcun intervento – Speriamo che la visibilità mediatica che sta ottenendo ora questa notizia cambi le cose e il lupo possa presto smettere di soffrire».

Anche Aron Iemma, Presidente dell’Associazione per il WWF Trentino, esprime a Kodami la propria perplessità riguardo il mancato intervento delle istituzioni: «Questo ritardo non fa ben sperare e rischia, inoltre, di provocare un acuirsi dei conflitti nella convivenza con la specie. Se dimostri di non essere attivo, infatti, qualcuno si può sentire legittimato ad intervenire con atti indegni come questo – e continua – Il bracconaggio è provocato dalla mancanza di interventi e l'inattività, poi, porta anche alle frequenti richieste di apertura degli abbattimenti. Per le associazioni è scoraggiante osservare mentre accade tutto ciò».

Il bracconaggio in Trentino colpisce anche gli orsi

In Provincia Autonoma di Trento il bracconaggio non interessa certo solo i lupi, ma a rimanere vittime della crudeltà umana ci sono anche gli orsi (Ursus arctos), reintrodotti volontariamente oltre 20 anni fa con il progetto Europeo Life Ursus e ora nuovamente perseguitati, come avveniva nei secoli scorsi, prima che rischiassero l'estinzione nelle Alpi centrali.

M2, ad esempio, radiocollarato nel luglio del 2012, venne rinvenuto morto all'età di 5 anni nel settembre del 2013, ucciso da un colpo di carabina, sempre in Val di Rabbi, in località Polinar.

Tra il 2015 e il 2016, invece, M6, M21 e F5 vennero avvelenati nella vicina Val di Non. Non dimentichiamo poi M11, soprannominato Lorenzo (il cui corpo non è mai stato ritrovato) e Masun, uno dei primi orsi arrivati dalla Slovenia, ucciso dai bracconieri appena fuori dai confini trentini, nel comune bresciano di Bagolino.

«Al numero delle vittime accertate di entrambe le specie dobbiamo aggiungere anche gli animali spariti, di cui non abbiamo mai più avuto alcuna traccia e non possiamo escludere nessuna causa – commenta Ivana Sandri – Non dimentichiamo, poi, che da tempo circola nei nostri boschi anche un'orsa che ha perso quasi certamente una zampa per via di uno sparo. Non si sa nulla di lei, ma il corpo non è mai stato ritrovato».

Come sempre, Kodami preferisce non mostrare il video e la sofferenza dell'animale, in quanto le immagini nulla aggiungono a quanto scritto.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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