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27 Novembre 2023
12:37

Luna Piena del Castoro: quando vederla e perché si chiama così

Questa sera, lunedì 27 novembre, a partire dalle 16.30 sarà visibile anche in Italia la Luna Piena del Castoro, l’ultimo plenilunio prima del solstizio d’inverno. Il nome di questo fenomeno affonda le sue radici nelle antiche culture dei nativi americani, i quali scandivano i mesi con un calendario lunare.

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Oggi, lunedì 27 novembre, sarà possibile osservare la Luna Piena del Castoro a partire dalle 16.30 circa in Italia. Sorgerà a Nord Est, posizionandosi tra la costellazione dell'Auriga e quella del Toro. Il nostro satellite questa notte ci sembrerà più grande del solito e molto luminoso per via della prossimità al perigeo, il punto dell’orbita lunare più vicino al Pianeta, tanto da essere quasi paragonabile ad una Superluna.

Si tratta dell’ultimo plenilunio prima del solstizio d'inverno e si chiama Luna Piena del Castoro perché è legata alle tradizioni e al calendario dei nativi americani, assorbiti poi anche dai coloni europei dopo il loro approdo in Nord America. Questo fenomeno si presenta a novembre, periodo dell’anno in cui inizia il freddo e i castori si rifugiano nelle loro tane per trascorrere l'inverno dopo aver accumulato scorte durante la bella stagione, diventando più facili da catturare per i cacciatori.

Infatti, la Luna del Castoro omaggia questi animali perché, fino ad appena la fine del secolo scorso, sono stati per le tribù del Nord America fonte di carne e pellicce, fondamentali per superare il rigido inverno. Purtroppo la caccia indiscriminata di questi grossi roditori semiacquatici, soprattutto da parte dei coloni europei, è stata però talmente impattante da portare la specie americana (Castor canadensis), quella a cui è dedicato il plenilunio, sull'orlo dell'estinzione.

castoro

Non è stata l’unica specie di castoro a dover fare i conti con la violenza umana: dall’altro lato dell’oceano Atlantico, anche il castoro europeo (Castor fiber) è stato sterminato in molti paesi, fino a scomparire quasi completamente dall’Europa. Questo animale, inoltre, non era cacciato solo per la sua pelliccia morbida e calda ma anche per il castoreo, una secrezione ghiandolare usata come medicamento, e per la sua coda, un tempo considerata una prelibatezza.

All'inizio del XX secolo le popolazioni di castoro erano rimaste solo nel delta del Rodano in Francia, nell'Elba in Germania, nel bacino del Dnepr in Bielorussia e in rarissime zone umide nel sud della Norvegia. Il numero di esemplari era in calo per via della riduzione delle zone umide; oggi, invece, questi roditori sono stati inseriti tra le specie protette indicate dalla Direttiva comunitaria 92/43/CEE (Direttiva Habitat) e sono stati reintrodotti in tutta Europa, specialmente nella penisola scandinava.

I castori sono famosi per la costruzione di dighe, fatte con materiale vegetale e fango, che sbarrano i corsi d’acqua e in cui costruiscono le tane, al sicuro dai predatori. Queste loro costruzioni rallentano l’acqua e consentono al terreno di immagazzinarla, in modo che le radici delle piante possano accedervi anche nei periodi di siccità. Questo aiuta a mantenere la vegetazione rigogliosa e abbassare il rischio di incendio dovuto all'aumento delle temperature causato dal riscaldamento globale. I castori vivono in coppia e sono tra i pochi mammiferi monogami che instaurano legami duraturi.

Nonostante il successo di alcuni programmi di reintroduzione di questi animali in Europa, in alcuni paesi il castoro è costretto a competere e condividere il territorio con la nutria (Myocastor coypus), specie sudamericana invasiva, sfuggita dagli allevamenti di pellicce e moltiplicatasi a dismisura, che, al contrario, non apporta alcun beneficio all’ambiente delle foreste europee.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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