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14 Febbraio 2022
10:59

L’Ue autorizza i grilli come nuovi prodotti alimentari

Con una delibera del 10 febbraio la Commissione europea ha autorizzato l’immissione sul mercato alimentare europeo dei grilli domestici. Ma cosa sono i novel food, e perché è così importante parlarne?

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Arriva il via libera della Commissione Europea all’immissione sul mercato alimentare europeo del grillo domestico (Acheta domesticus), uno degli ultimi passaggi necessari a livello comunitario affinché l’insetto sia approvato ufficialmente come nuovo alimento. Il passo successivo sarà l’adozione di un atto giuridico ad hoc.

In una delibera datata 10 febbraio, la Commissione Europea chiarisce che il grillo domestico potrà essere utilizzato «in forme congelate, essiccate e in polvere», desinate a essere commercializzate «come snack o come ingrediente in una serie di prodotti alimentari». L'autorizzazione consentirà quindi di immettere questa specie di insetto sul mercato dell'Unione Europea a determinate condizioni d'uso, classificandolo come “novel food”  insieme con la tarma della farina (Tenebrio molitor) e alla locusta (Locusta migratoria).

L’approvazione arriva dopo il via libera dell’European Food Safety Authority (Efsa), l’ente incaricato di valutare scientificamente i singoli alimenti e certificare che il loro consumo non rappresenti rischi per la salute umana. La richiesta di esame era stata presentata dalla Fair Insects BV, un’azienda che opera nel settore della produzione e dell’allevamento di insetti, e l’Efsa l’ha ritenuta legittima: il grillo domestico potrà essere usato per la produzione di alimenti a patto che i prodotti che lo contengono vengano adeguatamente etichettati con l’indicazione di possibili reazioni allergiche a chi già risulta allergico a crostacei, acari della polvere e molluschi.

Cosa sono i novel food?

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Grillo domestico (Acheta domesticus)

La Commissione con la stessa delibera ha inoltre autorizzato per la seconda volta l'immissione sul mercato di forme congelate, essiccate e in polvere della larva della tarma gialla della farina (Tenebrio molitor) come nuovo alimento. La seconda autorizzazione si è resa necessaria per una questione di protezione di dati legata al regolamento relativo al “novel food”, anche se il verme giallo della farina aveva già ricevuto un primo via libera.

Prima di immaginare un piatto di grilli arrostiti in tavola, è bene chiarire quindi che cosa si intende quando si parla di “novel food”. Per la Commissione Europea si tratta di un alimento che non era stato consumato in misura significativa dall'uomo nell'UE prima del 15 maggio 1997, quando è entrato in vigore il primo regolamento sui nuovi prodotti alimentari.

Prima di questa data, anche se vi erano testimonianze di insetti consumati come cibo, nessuno Stato dell’UE ne aveva confermato un consumo significativo. Eppure in diverse parti del mondo gli insetti sono da sempre mangiati, in diverse forme, perché considerati fonte alternativa di proteine, oltre che un’alternativa sostenibile e meno costosa alle proteine tradizionali.

Il ruolo fondamentale degli insetti nell'alimentazione del futuro

La questione assume maggiore interesse alla luce delle previsioni della Fao sul futuro alimentare del pianeta. Per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, gli insetti sotto forma di cibo assumono un ruolo significativo nel ventunesimo secolo a causa dell'aumento del costo delle proteine ​​animali, della crescita demografica e dell’altissimo rischio che non vi siano abbastanza risorse per sfamare l’intera popolazione mondiale.

Secondo la Fao entro il 2050 la popolazione mondiale raggiungerà infatti un picco di 9 miliardi di persone, con conseguente aumento della richiesta di proteine animali e incremento esponenziale di pressione sull’ambiente e su acqua, terreni e biodiversità. A pesare moltissimo sono anche i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale e la necessità di contenere e abbassare la percentuale di emissioni di gas serra. Il consumo di proteine animali comporta infatti uno dei più imponenti e dannosi impatti ambientali: secondo le stime di Greenpeace il settore agricolo è responsabile di circa un quarto delle emissioni globali di gas serra, delle quali il 60% è causato soltanto dagli allevamenti intensivi di animali da macello.

Per la Fao gli insetti rappresentano inoltre una fonte di cibo altamente nutriente e salutare, con un alto contenuto di grassi, proteine, vitamine, fibre e minerali, e una fonte proteica alternativa che facilita il passaggio a diete più sane e sostenibili. Non è un caso dunque che nell'ambito di Orizzonte Europa, programma di finanziamento per la ricerca e l'innovazione, le proteine ​​a base di insetti siano considerate una delle aree chiave di ricerca.

Per oltre il 50% degli italiani gli insetti sono ancora "tabù"

L’entomofagia, insomma, potrebbe essere una strategia ottimale per superare le sfide alimentari e nutrizionali di domani, fondamentale per salvare il pianeta dall’eccessivo sfruttamento eccessivo delle risorse. Se per la Fao e la Commissione Europea è arrivato il momento di “sdoganare” gli insetti anche nel Vecchio Continente, restano però da vincere i tabù degli europei , per nulla abituati a portare sulle loro tavole questo genere di cibo e i suoi derivati. Oltre la metà degli italiani, in particolare, boccia l’idea: secondo uno studio di Coldiretti, il 54% degli abitanti del Belpaese considera gli insetti estranei alla cultura alimentare nazionale e non porterebbe mai a tavola larve o grilli.

Poco importa che nel mondo già quasi 2000 specie di insetti sono considerate commestibili e vengono consumate da almeno 2 miliardi di persone: millepiedi, ragni, larve, farfalle, cimici e scorpioni sono già entrati da tempo nei menù di molti Paesi del Sud Est asiatico (e non solo), ma per gli europei, e gli italiani in particolare, l’accettazione dovrà arrivare in modo graduale, superando lo choc del vedere rivoluzionati i fondamenti della propria cultura alimentare. Un’evoluzione che si rende però sempre più necessaria e urgente.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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