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20 Luglio 2023
12:35

L’inaspettato palato fine dei mangiatori di carogne: come la cultura influenza la dieta dei grifoni

Gli avvoltoi scelgono cosa mangiare? Un nuovo studio condotto in Spagna svela l'inaspettato ruolo della cultura nelle preferenze individuali dei grifoni.

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In quanto spazzini obbligati, gli avvoltoi vengono generalmente considerati mangiatori di carogne dalle scarse pretese, che di certo non vanno troppo per il sottile quando si tratta di avventarsi su qualcosa da mangiare. La loro dieta è stata per questo considerata di scarso interesse per gli studi etologici o perlomeno non ci si aspettava potesse essere molto variegata, considerando che questi uccelli sono costretti ad accontentarsi di quello che trovano, poiché non possono in alcun modo cacciare.

Tuttavia, secondo un nuovo studio condotto da un team di ricercatori spagnoli e recentemente pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, gli avvoltoi grifoni la stessa regione – in maniera piuttosto inaspettata – possono scegliere cosa mangiare. E non solo, la dieta di ogni individuo è fortemente influenzata da scelte e comportamenti culturalmente trasmissibili che questi spazzini sociali si scambiano tra i vari membri del gruppo.

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La dieta di un animale può variare molto a livello individuale ed è un elemento essenziale per la selezione naturale nelle popolazioni selvatiche, poiché può influenzare la sopravvivenza di un individuo in risposta a cambiamenti ambientali naturali o legati alle attività umane. Una dieta molto ristretta e specializzata può essere però influenzata da tanti fattori differenti, sia ambientali, come la disponibilità di cibo e risorse, che individuali, come le abilità nel trovare da mangiare, le dimensioni dell'individuo, l'indole o il suo status sociale.

Nelle specie sociali che vivono in gruppo, come lupi, cetacei e primati, le preferenze di un individuo sul cibo possono però anche essere condizionate dalle esperienze giovanili, come il cibo ricevuto dai propri genitori o dall'osservazione seguita da imitazione di ciò che fanno gli individui più esperti del gruppo. Questi processi possono quindi contribuire a generare veri e propri schemi culturali all'interno di una popolazione, che si diffondo poi di generazione in generazione, un po' come accade anche nella nostra specie.

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Il grifone (Gyps fulvus) è un avvoltoio spiccatamente sociale che vive e si riproduce in colonie di grandi dimensioni, che possono ospitare anche centinaia di individui. La sua dieta è composta quasi esclusivamente da carogne di ungulati, sia domestici che selvatici, con occasionali integrazioni a base di altri animali di dimensioni più piccole. È perciò uno spazzino obbligato, specializzato nel trovare risorse alimentari "già pronte da mangiare" offerte dall'ambiente in cui vive.

Per riuscire a trovare le carcasse, i grifoni possiedo quindi eccezionali capacità di volo, che gli permettono di muoversi e ispezionare dall'alto aree vastissime. Per individuare il corpo di un animale morto, però, spesso si affidano spesso anche ai propri simili, seguendoli in volo o individuandone gli assembramenti al suolo: se c'è un gruppo di grifoni a terra, quasi sicuramente c'è un banchetto a cui vale la pena imbucarsi.

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Mappe di tutti gli eventi di alimentazioni studiati dai ricercatori. Da Arrondo et al., 2023 via Vulture Conservation Foundation

Gli autori dello studio volevano però capire meglio se gli individui che condividono le stesse aree di alimentazione, ma che però arrivano da altre zone o colonie, conservavano le preferenze alimentari della popolazione d'origine oppure no. E per scoprirlo hanno studiato e seguito due popolazioni spagnole differenti, una del Nord e l'altra del Sud della Spagna, che si sovrappongono solo parzialmente in alcune vaste aree comuni scelte abitualmente da entrambe per mangiare.

Hanno quindi analizzato e mappato, grazie all'aiuto di GPS, accelerometri e anelli identificativi, la dieta individuale di 55 grifoni (29 grifoni del Nord e 26 del Sud), scoprendo innanzitutto che gli individui che frequentavano le stesse aree di alimentazione tendevano leggermente a convergere nella scelta del cibo. Tuttavia, ed è questo l'aspetto più interessante, i grifoni provenienti da popolazioni differenti conservavano ancora le preferenze alimentari verso la fonte di cibo prediletta e più consumata dalla popolazione d'origine.

Hanno scoperto, per esempio, che gli individui appartenenti alla popolazione più vicina ai centri abitati (quelli del Nord) preferivano mangiare più cibo di origine antropica (come bestiame domestico o rifiuti), seguendo anche una dieta molto più omogenea. Al contrario, gli individui che vivevano in aree più lontane da centri abitati e attività umane (quelli del Sud), consumavano un numero maggiore di ungulati selvatici, seguendo invece una dieta molto più diversificata. Anche tra i due sessi, inoltre, c'erano alcune differenze, con i maschi più portati delle femmine a consumare cibo di origine antropica.

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Differenze nelle preferenze alimentari tra le due popolazioni. Da Arrondo et al., 2023 via Vulture Conservation Foundation

Secondo gli autori, questi risultati suggeriscono evidentemente che le scelte e i comportamenti culturalmente trasmissibili sono presenti anche nei grifoni, e che possono influenzare notevolmente anche la dieta di animali necrofagi e spazzini, da sempre considerati poco schizzinosi in fatto di cibo. Ma il ruolo della cultura nel plasmare comportamenti essenziale, come appunto le scelte alimentari, potrebbe anche andare ben al di là della "semplice" conoscenza scientifica, e avere risvolti importanti per il futuro degli avvoltoi.

I grifoni, ma soprattutto gli avvoltoi europei, non se la passano proprio benissimo e sono perciò spesso al centro di importanti progetti sia di reintroduzione (come avviene anche in Italia) che di supporto alimentare da parte dell'uomo grazie ad apposite mangiatoie, chiamate carnai, periodicamente rifornite di carogne. Comprendere quindi il ruolo della cultura nelle scelte alimentari, potrebbe fornire preziose nuove informazioni per migliorare e integrare sia i progetti di conservazione che l'alimentazione da parte dell'uomo a supporto di specifiche popolazioni, migliorando quindi la sopravvivenza e il supporto in natura per questi maestosi e minacciati rapaci.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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