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Le tartarughe muoiono di vecchiaia?

Le tartarughe sono animali molto longevi, alcune specie possono superare i cento anni. Ma possono morire di vecchiaia, proprio come noi, o a ucciderle sono solo altre cause?

18 Agosto 2023
9:00
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Membro del comitato scientifico di Kodami

Le tartarughe sono considerate tra gli animali più longevi del mondo. Tale fama è abbastanza meritata poiché, sebbene l’aspettativa di vita vari da specie a specie, effettivamente alcune arrivano addirittura a superare i cento anni. Proprio come gli esseri umani e gli altri animali, le tartarughe possono morire di vecchiaia. Tuttavia, la senilità non rappresenta la loro unica causa di morte: nel corso della – più o meno – lunga vita, infatti, ogni tartaruga può trovarsi a dover affrontare diverse minacce, alcune provocate da noi, che possono mettere a rischio la sua sopravvivenza.

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Gopher tortoise (Gopherus polyphemus)
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La biologia della longevità delle tartarughe

La longevità delle tartarughe è attribuita a un insieme di fattori che, combinandosi, permettono loro di rallentare l'invecchiamento. Tra questi troviamo un metabolismo più lento rispetto a molti altri animali, che, tra le altre cose, riduce i danni cellulari dovuti all'ossidazione; lo sviluppo di adattamenti fisiologici, grazie ai quali le tartarughe possono sopravvivere in condizioni ambientali estreme, mostrando una notevole resistenza allo stress; un DNA stabile, la cui integrità viene mantenuta nel corso degli anni da speciali enzimi, il complesso enzimatico della telomerasi, che riducono il rischio di mutazioni genetiche; la presenza di processi biologici che proteggono dai radicali liberi, molecole instabili che possono causare danni cellulari. Infine, le tartarughe crescono proprio lentamente, raggiungendo la maturità sessuale dopo rispetto ad altri animali.

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Le tartarughe giganti sono sicuramente tra quelle che vivono più a lungo: pensiamo in particolare alla tartaruga gigante delle Galapagos (Chelonoidis nigra), alla tartaruga di Aldabra (Aldabrachelys gigantea), che vive nell'Oceano Indiano, e alla tartaruga gigante delle Seychelles (Aldabrachelys hololissa). Oltre ai già menzionati fattori, anche il fatto di vivere in habitat isolati contribuisce ad allungare l’aspettativa di vita degli esemplari di queste specie. Tra quelle meno longeve troviamo, invece, le tartarughe più piccole e quelle d'acqua dolce, come la tartaruga comune europea (Emys orbicularis), diffusa in Europa, che in libertà ha un’aspettativa di vita compresa tra 30 e 40 anni.

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Emys orbicularis. Attribution–ShareAlike 4.0 International (CC BY–SA 4.0)

Le minacce alla sopravvivenza delle tartarughe

Durante il corso della loro vita, le tartarughe sono esposte a tanti tipi di minacce, come i predatori, le malattie, i cambiamenti ambientali, ma anche le conseguenze dell’azione diretta dell'uomo. Si pensi ad esempio all'inquinamento delle acque, alla pesca accidentale, o alla perdita degli habitat naturali conseguente a processi di urbanizzazione, deforestazione e invasione delle zone costiere, che finiscono col ridurre le aree disponibili per la loro sopravvivenza e per la riproduzione, e infine – ahinoi -anche al commercio illegale.

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Galapagos Tortoise. Attribution–ShareAlike 4.0 International (CC BY–SA 4.0).

Le possibili soluzioni per proteggere le tartarughe

La protezione sostenibile ed efficace delle tartarughe passa necessariamente per la messa in atto di azioni sia individuali che collettive, preferibilmente in combinazione. Alcune possibili soluzioni per proteggere le tartarughe sono la creazione di aree protette, in cui esse possano sentirsi al sicuro, la riduzione delle interferenze durante la stagione di nidificazione, il controllo del traffico illegale, la regolamentare delle attività umane che possono avere effetti negativi sull’habitat naturale delle tartarughe, come l'urbanizzazione costiera, il turismo selvaggio o la pesca indiscriminata.

Ancora, le strategie volte alla tutela di questi incredibili rettili non possono non prescindere dalla realizzazione di campagne di sensibilizzazione delle comunità locali e dei turisti, ma anche dalle attività di ricerca, che permettono di comprendere sempre meglio i loro comportamenti e i fattori che ne influenzano la loro sopravvivenza, fornendo informazioni preziose per disegnare le strategie di conservazione migliori.

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Image by byrdyak on Freepik

Bibliografia

Scott Glaberman and others, Concurrent Evolution of Antiaging Gene Duplications and Cellular Phenotypes in Long-Lived Turtles, Genome Biology and Evolution, Volume 13, Issue 12, December 2021, evab244.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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