video suggerito
video suggerito
5 Dicembre 2023
9:57

Le lucciole di mare sincronizzano il loro bagliore per cercare l’anima gemella

Un team di ricercatori ha appena scoperto per quale ragione le lucciole di mare provocano le maree bioluminescenti che talvolta illuminano le spiagge dei Caraibi.

95 condivisioni
Immagine

Dopo essere rimasti stupefatti qualche anno fa dalle immagini  delle maree bioluminescenti, alcuni biologi della Cornell University hanno intrapreso una spedizione che li ha portati finalmente a risolvere l'enigma che si celava dietro l'ecologia riproduttiva dei crostacei ostracodi che le producono: questi animali, in grado di produrre una bioluminescenza azzurrina, trasformano, infatti, le spiagge dei Caraibi e delle Isole Vergini in paesaggi ultraterreni. Fino a questo momento, gli scienziati non avevano approfondito questo fenomeno, interpretandolo esclusivamente come un incidente dovuto alla morte in massa di questi organismi, al termine della stagione riproduttiva.

«C'è un motivo se spesso ci ritroviamo con migliaia di ostracodi spiaggiati nelle notti di luna nuova» chiarisce il primo autore della ricerca, Nicholas M. Hensley, pubblicata recentemente su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences. A differenza, infatti, di tanti altri animali che finiscono spiaggiati per colpa del maltempo o del caso, gli ostracodi si riuniscono nei pressi della costa in maniera sincrona per poter compiere l'atto riproduttivo insieme a migliaia di esemplari e aver maggior possibilità di fertilizzare le uova.

Secondo Hensley questo fenomeno è anche un esempio estremo di display, dove tutti gli esemplari maturi di una specie usano la luce per coordinare il proprio accoppiamento e iniziare a rilasciare i gameti all'unisono. «È come se i maschi della nostra specie si dessero tutti appuntamento sulla pista da ballo, così da invitare le donne a ballare insieme a loro e a riprodursi forsennatamente, in gruppo», commenta il biologo e ricercatore presso il Dipartimento di Neurobiologia e Comportamento del College of Arts and Sciences della Cornell.

Andando a studiare il comportamento dei singoli individui, separati dal contesto di gruppo, gli scienziati si sono resi anche conto che i maschi di questa specie possiedono anche modelli distinti di bioluminescenza, in modo da attrarre le femmine in modo differente dagli altri esemplari e convincerle ad avvicinarsi maggiormente a loro. Per rimanere legati alle molecole bioluminescenti che producono, questi ostracodi secernano anche una sostanza simile al muco che aderisce a tutte le molecole.

Le femmine, dal canto loro, di solito scelgono i maschi più luminosi e che presentano l'alternanza luce-ombra migliore ed è per questo se si avvicinano in media all'esemplare che riesce a soddisfare maggiormente le loro aspettative, liberando le uova quando vengono a loro volta avvolte dal muco bioluminescente. Visto però che è molto difficile per un singolo individuo attrarre un gran numero di femmine, i maschi possono anche decidere di avvicinarsi ad alcuni dei loro compagni, così da accentuare l'attrazione delle femmine, andando a costituire delle alleanze con altri esemplari che condividono lo stesso scopo.

È proprio per questo motivo che spesso gli ostracodi coinvolti dalla frenesia sessuale sono ricoperti dal muco bioluminescente, loro e dei  compagni più vicini. «Quando questi animali si sentono pronti per riprodursi, il tutto inizia con un maschio che secerne una piccola pallina di muco luminoso – ha continuato Hensley. – Questo individuo continuerà a produrre muco, più volte, finché non si crea una sorta di schema di luce in codice Morse nell'acqua. Poi altri maschi, osservando che il primo maschio ha iniziato ad attrarre le femmine, cominceranno a loro volta con le loro manifestazioni luminose sincrone, avvicinandosi a dei potenziali alleati producendo uno degli spettacoli naturali più incredibili del pianeta, al calare del buio. Il loro muco sembra fatto di stelle che lampeggiano con minuscole scie di luce, mentre le femmine rispondono al richiamo».

Le specie di ostracodi capaci di emettere bioluminescenza sono stati classificati nella sottotribù Luxorina e sono noti anche come lucciole di mare. La loro scoperta è avvenuta nel 2017, grazie al lavoro di Todd Oakley, professore presso l'Università della California, e di  James Morim, professore emerito di ecologia e biologia evolutiva della Cornell University. E secondo Morim ci sarebbero ancora oltre un centinaio di specie che non sono state ancora scoperte.

Sta di fatto che la bioluminescenza di questi organismi è capace di sopravvivere a lungo, tanto da andare oltre alla loro morte. Una volta compiuto infatti il loro dovere riproduttivo, infatti, le lucciole di mare quasi sempre muoiono dopo poche ore, andando alla deriva avvolti dal loro muco luminoso.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views