Le gazze marine sono tornate in Italia ma quest’anno «si stanno comportando in maniera molto diversa»

Dopo l'invasione record registrata lo scorso inverno, anche quest'anno sono tornate in Italia dal profondo nord le gazze marine, anche se con numeri ridotti. Secondo però l'ornitologo Rosario Balestrieri che le studia, questa volta «hanno seguito una rotta completamente opposta».

18 Dicembre 2023
15:27
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Gazza marina avvistata a Palermo. Foto di Andrea Calascibetta

Lo scorso inverno, lungo le coste del Mediterraneo, c'è stata un'inaspettata invasione di gazze marine, un uccello acquatico dall'aspetto simile a quello di un pinguino che nidifica nei freddi mari del Nord. Dalla Liguria alla Sicilia, gli avvistamenti sono stati tantissimi e sono stati registrati praticamente in tutte le regioni italiane costiere, destando enorme curiosità sia tra gli esperti che tra i comuni cittadini. Quest'anno c'era quindi parecchia attesa tra gli ornitologi per un loro eventuale ritorno e i "pinguini" artici, con un po' di ritardo, sono ora tornati, come dimostrano le foto e i video del biologo marino Andrea Calascibetta che arrivano da Palermo e non solo.

Negli ultimi giorni ci sono stati diversi avvistamenti che però, apparentemente, sembrano raccontare secondo gli esperti una storia leggermente diversa da quella dello scorso anno: «L'inverno passato, dopo l'ingresso da Gibilterra, le gazze si erano mosse prevalentemente lungo la costa spagnola e francese, per giungere poi il Liguria e muoversi successivamente verso sud, seguendo la costa tirrenica – spiega l'ornitologo della Stazione Zoologica di Napoli Rosario Balestrieri – Al momento, invece, seguendo le osservazioni note sembra proprio che gli uccelli, una volta entrati da Gibilterra, si siano mossi invece lungo la costa del Nord Africa per poi risalire verso l'Italia, effettuando spostamenti apparentemente opposti».

Gazza marina
Una coppia di gazze marine adulte

Attualmente sono circa dieci le osservazioni confermate, arrivate appunto in ordine di tempo prima dalla Tunisia e dal Marocco, verso la fine di novembre, e poi dall'Italia, con avvistamenti confermati negli ultimi giorni soprattutto in Sicilia, a Ischia, a Ponza e poi in Liguria e Toscana. «Quest’anno, al momento, il contingente di gazze marine rilevate sembra però notevolmente più eseguo rispetto all’inverno scorso, quando nello stesso venivano osservati almeno 750 individui solamente in Italia – sottolinea Balestrieri – Forse, però, l’aspetto più interessante di quanto sta avvenendo è il fatto che il fenomeno, se bene a scala minore, si stia comunque ripetendo e questo richiede un approfondimento degli studi per comprenderne le cause.

Proprio in virtù dell'enorme portata del fenomeno registrata lo scorso anno – quando le gazze sono comparse persino in luoghi da cui mancavano da oltre un secolo, come vi abbiamo raccontato direttamente in mare in un episodio del nostro format Kodami Trails – la Stazione Zoologica di Napoli aveva avviato un  monitoraggio della specie nei mari italiani attraverso la citizen science, la scienza partecipata che coinvolge anche cittadini e curiosi. Il progetto, nato in collaborazione con Lega Navale Italiana, è infatti rivolto a chiunque frequenti il mare ed finalizzato a raccogliere quante più segnalazioni possibili attraverso un apposito form da compilare online.

«Posizionando nel tempo e nello spazio le osservazioni note fino ad ora, sembra proprio che questi animali una volta entrati da Gibilterra si siano mossi lungo il margine meridionale del Mediterraneo, poi lungo la costa del Marocco e della Tunisia per poi risalire verso l’Italia, incontrando prima le Isole Pelagie, le coste meridionali della Sicilia, poi risalendo per il Golfo di Napoli, le Pontine e arrivare fino alla Liguria. Questa diversa rotta potrebbe essere stata indotta dalle condizioni meteo climatiche avverse di queste settimane e questo è un aspetto che stiamo già approfondendo correlandono con quanto registrato l’anno scorso», spiega ancora Balestrieri, autore insieme altri colleghi di uno studio sul fenomeno pubblicato sulla rivista animals.

Capire infatti cosa c'è dietro queste anomale migrazioni è però molto difficile, poiché potrebbe dipendere sia da condizioni climatiche estreme che dalla mancanza di cibo in mare, variabili che possono spingere gli uccelli marini a cercare nuove aree in cui trascorrere l'inverno. Tuttavia, come accaduto lo scorso anno, la maggior parte degli individui osservati sembra però in evidente difficoltà: «Anche quest’anno una parte consistente delle gazze marine osservate risulta in condizioni critiche: sono affamate, vengono intrappolate da ami e lenze e in alcuni casi sono addirittura già morte, come l'individuo ritrovato a Lampedusa. Se perciò dovesse capitare di imbattersi in un animale morto o che sembra abbia bisogno d'aiuto occorre contattare immediatamente le autorità competenti», conclude l'ornitologo Rosario Balestrieri.

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Gazza marina in volo sul mare

La gazza marina (Alca torda) è uccello pelagico che nidifica lungo le coste dell'Atlantico settentrionale, in Europa nord-occidentale, in Groenlandia e in America nord-orientale. Anche se sembra appunto un pinguino, è in grado di volare e in inverno abbandona le coste e le scogliere per disperdersi in mare aperto, dall'Atlantico settentrionale al Mediterraneo occidentale e poi ancora più a sud, fino alle Canarie. Arriva ogni anno nel Mediterraneo per trascorrere l'inverno, tuttavia con numeri solitamente molto ridotti che la rendevano una specie difficile da osservare, almeno fino allo scorso anno.

Pescatori, diportisti, fotografi, subacquei, sportivi o semplici passeggeri di traghetti, chiunque osservi o abbia osservato una gazza marina nelle acque italiane, per lavoro o diletto, è perciò fortemente invitato inviare le sue segnalazioni, le foto e i video alla Stazione Zoologica Anton Dohrn attraverso il form e la mail rosario.balestrieri@szn.it. In questo modo tutti possiamo contribuire a monitorare questa specie, soprattutto per permettere agli esperti di capire qualcosa in più sul suo stato di salute e sulle cause dietro queste insolite migrazioni invernali, senza dubbio l'aspetto che più incuriosisce e allo stesso tempo preoccupa ornitologi e naturalisti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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