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6 Aprile 2023
12:47

Le formiche hanno conquistato ogni angolo del globo partendo dalle foreste

Le formiche oggi sono ovunque, ma secondo un nuovo studio il loro habitat d'origine si troverebbe all'interno delle antiche foreste preistoriche.

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Le formiche sono dovunque. Nei campi coltivati come nei giardini e nei condomini delle città, dalle lande sperdute del Canada settentrionale alle periferie della Savana africana. Secondo però un nuovo studio pubblicato su Evolution Letters, il loro successo sarebbe legato alla coevoluzione con le angiosperme e il loro habitat d'origine si troverebbe all'interno delle antiche foreste preistoriche, da cui sono poi partite alla conquista di tutti gli ecosistemi del mondo.

In particolare, per approfondire la storia evolutiva di questi insetti – che attualmente contano 14.000 specie diverse e più di quattro quadrilioni di singole formiche – gli scienziati hanno utilizzato una combinazione efficace di dati provenienti dai fossili, centinaia di campioni di DNA appartenenti a specie differenti e interi set di dati che descrivevano le preferenze di habitat delle principali specie moderne. Ed hanno così scoperto che la maggior parte delle formiche moderne sono comparse all'incirca 60 milioni di anni fa, in seguito alla grande estinzione dei dinosauri e alla ripresa delle angiosperme dalla caduta del meteorite.

In pratica, successivamente alla comparsa delle nuove piante con fiore nel Paleocene, relativamente più moderne rispetto alle specie comparse durante il Cretaceo, le specie si espansero in tutte le foreste del globo, che allora ricoprivano un'elevata percentuale delle terre emerse. Ed siccome le formiche sono tra i loro principali impollinatori le seguirono, dando il via all'evoluzione delle migliaia di specie che vivono oggi.

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Visto però che entrambi i gruppi hanno una storia molto più antica, avendo avuto origine circa 140 milioni di anni fa, gli autori della ricerca sottolineano che è solo grazie alla grande catastrofe al termine del Mesozoico se successivamente hanno sviluppato le nuove forme attualmente più diffuse. «Oggi, guardando in giro per il mondo, puoi vedere le formiche in tutti i continenti che occupano diverse tipologie di habitat: alcune formiche vivono sottoterra, altre vivono nelle chiome degli alberi, altre resistono persino sotto una sottile striscia di ghiaccio, quando sopraggiunge l'inverno. Stiamo così cercando di capire come sono stati in grado di diversificarsi da un unico antenato comune per occupare tutti questi spazi diversi» afferma Matthew Nelsen, ricercatore presso il Field Museum di Chicago e autore principale dell'articolo. Nelsen e i suoi colleghi hanno persino confrontato i climi abitati da 1.400 specie di formiche moderne, compresi i dati sulla temperatura e le precipitazioni, per trovare prove che i percorsi evolutivi delle formiche e dell'angiosperme fossero collegati.

Il risultato di questa complessa analisi dei dati li ha portati alla ricostruzione in scala temporale dell'albero genealogico delle formiche e ha permesso di comprendere che all'inizio questi insetti vivevano principalmente in nidi sottoterra, nel cuore delle foreste, e si nutrivano tra le altre cose di polline. Hanno seguito questo stile di vita per milioni di anni, finché il primo vero e proprio cambiamento avvenne quando le angiosperme introdussero una "tecnologia" non legata alla produzione dei fiori. «Sessanta milioni di anni fa alcune delle piante di queste foreste si sono evolute per espirare una maggiore quantità di vapore acqueo attraverso piccoli fori nelle loro foglie, noti come stomi. La comparsa di questo meccanismo ha reso le foreste un ambiente molto più umido» e alcune formiche iniziarono così a spostare i loro formicai dal sottosuolo alle fronde degli alberi.

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Questo meccanismo, avvenuto a metà del Paleocene, ovviamente ha portato gli alberi – e a loro volta le formiche – a conquistare anche territori precedentemente troppo aridi per il loro metabolismo. E la comparsa di semi capaci di disperdersi grazie al vento grazie ad appendici carnose, come per esempio gli elaiosomi, non hanno fatto altro che facilitare l'espansione le foreste dove era possibile per le formiche fondare nuove colonie.

Il fatto poi che le formiche abbiano imparato a cibarsi di questi semi, facilitando ancora di più la rigenerazione e la dispersione delle piante, ha contribuito ulteriormente al successo di molte piante e dei loro impollinatori. «Questo studio mostra l'importante ruolo che i vegetali e gli insetti svolgono nel plasmare gli ecosistemi – ha commentato Nelsen, riportando poi il focus della sua discussione sulle moderne sfide ambientali che questi organismi devono affrontare – I cambiamenti nelle comunità vegetali, come quelli che stiamo vedendo come conseguenza del cambiamento climatico, possono avere un impatto a cascata sugli animali e altri organismi che dipendono da queste piante».

Comprendere quindi l'importanza della storia evolutiva di questi sistemi oggi ci permette di dirigere i nostri piani di conservazione verso le specie principali, la cui assenza porterebbe a una vera catastrofe umanitaria, oltre che naturale, visto come le formiche sono attualmente responsabili della sopravvivenza di un gran numero di piante importanti per l'uomo.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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