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11 Aprile 2023
18:21

Le falene luna come i pavoni? No, la lunga coda serve solo per ingannare i pipistrelli

È noto che lo code delle falene luna abbiano lo scopo di compromettere eventuali attacchi predatori da parte dei pipistrelli e un team di ricercatori si è concentrato su questa fantastica struttura per cercare di comprenderne i diversi utilizzi.

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Una ricerca sui comportamenti di predazione e selezione sessuale delle falene luna (Actias luna) si è concentrata nell'analisi della loro lunga e bellissima "coda". In precedenza era già stato reso noto che servisse come arma di difesa per deviare gli attacchi dei pipistrelli e da sempre gli studiosi si sono chiesti: possibile che serva solo a questo? Un team di scienziati ha quindi studiato questo tratto fisico, scoprendo come le strutture straordinarie presenti alla fine delle ali si siano evolute solo per difendersi e i partner siano completamente indifferenti alla loro presenza. Gli studiosi hanno quindi pubblicato i risultati sulla rivista Biology Letters e Behavioral Ecology.

Oltre alla coda, Actias luna presenta molte altre caratteristiche estremamente affascinanti. Innanzitutto è un lepidottero appartenente alla famiglia dei saturnidi, con specie comunemente note come falene giganti di seta o falene imperatrici, nomi che definiscono in maniera più che appropriata i loro magnifici aspetti. Dietro questo nome, inoltre, si cela una vera e propria storia: il termine “Saturniidae” richiama la forma degli anelli presenti attorno alle macchie ocellari delle ali, che ricordano quelli presenti attorno al gigante gassoso Saturno. L'epiteto specifico "luna", poi, riporta l'immaginazione proprio al nostro satellite: le macchie ocellari di questa specie ricordano, in alcuni dettagli, la forma di luna calante e di luna crescente. Tali macchie si presentano in generale con diversi colori: bianco, verde, giallo e rosso, blu o nero.

All'interno di questo gruppo di falene è presente una grande varietà di ali posteriori che in alcune specie possono addirittura estendersi fino a raggiungere più del doppio dell'apertura alare. Gli studiosi hanno già preso in esame questo tratto fisico in passato, notando che più lunga è la coda e più è probabile che l'animale possa salvarsi dall'attacco di un pipistrello. Questi mammiferi volanti, infatti, possono confondersi e addentare le ali pensando di star colpendo un punto vitale dell'insetto e il fatto che siano così visivamente sbalorditive ha fatto ipotizzare agli scienziati che potessero servire anche per attirare un potenziale partner.

Per confermare tale ipotesi hanno osservato diversi esemplari di questa specie con o senza coda mentre si rapportavano con i membri del sesso opposto. Il team ha così potuto constatare che non c'è alcuna differenza e che il successo nell'accoppiamento sia indipendente dalla presenza o meno della coda. Questo dimostra che probabilmente la coda non conferisce alcun vantaggio aggiuntivo oltre alla sopravvivenza, un dato che ha sorpreso i ricercatori.

Spesso caratteri così appariscenti, infatti, sono guidati dalla selezione sessuale, un meccanismo evolutivo introdotto da Charles Darwin. Il meccanismo di selezione sessuale si innesca a partire dalla constatazione che molti animali sviluppano caratteristiche la cui funzione non è quella di favorirne la sopravvivenza, ma aiutarli a massimizzare il loro successo riproduttivo. A volte questi caratteri sono così importanti da costituire anche un pericolo per la vita dell'animale, come la coda del pavone, molto apprezzata dalle femmine, ma che lo appesantisce in caso di fuga da un predatore. Gli studiosi pensavano che un caso simile si fosse verificato anche con le falene luna e sono rimasti senza dubbio stupefatti costatando come, ancora una volta, la natura abbia presentato un'eccezione alla regola.

«Quando vediamo queste caratteristiche fisiche davvero evidenti e appariscenti negli animali, siamo spesso condizionati dai preconcetti che abbiamo su esse – ha spiegato Juliette Rubin, ricercatrice del Florida Museum of Natural History e autrice principale di entrambi gli studi – Da una parte tendiamo a pensare che questi tratti molto appariscenti servano per attrarre compagni o competere con i rivali, dall'altra che debbano avere un costo al livello di sopravvivenza della specie. Entrambi gli studi condotti mostrano che è davvero importante testare questi presupposti. Ciò che pensiamo possa avere un certo significato, potrebbe non essere rilevante per i predatori, e le caratteristiche che consideriamo seducenti e attraenti potrebbero non esserlo agli occhi di un potenziale partner».

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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