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4 Marzo 2024
16:29

Le curiosità più straordinarie sulla vita degli elefanti

Gli elefanti sono animali sorprendenti e conosciuti, ma forse non tutti conoscono le curiosità più straordinarie sulla loro vita: sono gli animali terrestri più grandi del Pianeta, vivono in branchi guidati da una matriarca, stringono forti legami, hanno un’ottima memoria e ognuno ha il suo nome proprio.

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Gli elefanti sono grossi mammiferi appartenenti all’ordine Proboscidea, che prende il nome dalla caratteristica proboscide di questi animali, e oggi ne sopravvivono solo 3 specie: l'elefante asiatico (Elephas maximus) con le sue sottospecie, l'elefante africano di savana (Loxodonta africana) e l'elefante africano di foresta (Loxodonta cyclotis), precedentemente considerata una sottospecie di L. africana. Nonostante siano molto noti, forse non tutti conoscono le curiosità più straordinarie sulla loro vita.

Sono animali molto longevi, che possono superare i 70 anni di età, e, una volta adulti, non hanno predatori naturali per via della loro taglia. Sono, inoltre, fortemente sociali e vivono in branchi guidati da una matriarca, formano legami stretti con gli altri componenti del gruppo con cui giocano e sono in grado di provare diverse emozioni, tra cui il lutto. Ogni elefante ha un suo nome proprio a cui risponde e, in più, questi straordinari animali sono dotati di una memoria eccezionale.

L’animale terrestre più grande del Pianeta

L’elefante africano è attualmente l’animale terrestre più grande e pesante del Pianeta: i maschi adulti di questa specie possono arrivare ad un’altezza di 4 metri al garrese per un peso di circa 8-10 tonnellate, diventando virtualmente invulnerabili da altri animali. Le femmine sono leggermente più piccole ma abbastanza grandi da non essere attaccate dai predatori.

Questi animali sono estremamente longevi e possono raggiungere in alcuni rari casi anche gli 80 anni di età, crescendo continuamente per decine di anni: la taglia massima viene raggiunta dalle femmine intorno ai 25 anni, mentre nei maschi anche verso i 40. L’elefante asiatico è, invece, più piccolo e raramente supera i 3 metri alla spalla.

Potere al femminile

Sia gli elefanti asiatici che quelli africani vivono in branchi che seguono strutture sociali complesse, guidati da una matriarca. Solitamente questa è il membro più anziano ed esperto del gruppo ed è colei che prende le decisioni cruciali per la sopravvivenza del branco, come la scelta delle rotte migratorie o per la ricerca di risorse alimentari e idriche.

La struttura sociale degli elefanti è basata su forti legami familiari e le femmine di un branco sono spesso imparentate tra loro, mentre i maschi, una volta raggiunta la maturità sessuale verso i 12-14 anni, lasciano il gruppo e possono scegliere di vivere da soli o cooperando con altri maschi per la ricerca di cibo. Questi torneranno poi ad avvicinarsi ai gruppi di femmine solo durante la stagione degli amori.

Legami ed emozioni

Gli elefanti, come dicevamo, formano forti legami con i loro simili e sono noti per esprimere una vasta gamma di emozioni, dimostrando una complessità emotiva simile a quella degli esseri umani. Gli elefanti giovani, in particolare, mostrano spesso comportamenti giocosi e curiosi, esplorando il loro ambiente e interagendo con altri elefanti in modi che riflettono un senso di divertimento e scoperta. Anche gli adulti possono mostrare chiari segni di felicità e gioia attraverso movimenti del corpo e vocalizzazioni.

In risposta a situazioni stressanti o minacce percepite, invece, gli elefanti possono manifestare rabbia o irritazione attraverso movimenti aggressivi, ma anche paura e agitazione. È inoltre noto che questi splendidi animali provano tristezza e dolore, specialmente in risposta alla perdita di un membro del gruppo con cui avevano legato, per il quale provano un senso di lutto e rimangono a lungo vicino al suo corpo.

Una memoria eccezionale

Gli elefanti sono noti anche per avere una memoria eccezionale: non si tratta di un luogo comune, questi animali hanno la capacità di ricordare eventi, luoghi, e individui anche per diversi anni. Questa loro abilità è cruciale per la sopravvivenza in natura, consentendo loro sia di navigare in ampi territori alla ricerca di cibo e risorse senza perdersi, ricordando la posizione di luoghi specifici come pozze d'acqua, che di ricordare gli altri simili e consolidare i legami all'interno dei gruppi familiari.

La memoria è particolarmente importante nelle relazioni sociali:serve a ricordare le gerarchie sociali, le interazioni passate con altri membri del gruppo e le dinamiche complesse che influenzano la loro vita nel branco. Gli elefanti possono persino riconoscere individui appartenenti ad altre specie, compresi gli esseri umani, dopo lunghi periodi di separazione. Le strutture cerebrali di questi pachidermi sono infatti altamente complesse, in particolare l'ippocampo, che è coinvolto nella formazione dei ricordi e nella navigazione spaziale.

Ognuno ha il suo nome

Pochissimi animali si rivolgono ai conspecifici con dei suoni diversi per ogni esemplare e, secondo i nuovi studi, gli elefanti potrebbero essere gli unici ad attribuire ai compagni dei veri e propri nomi personali, al pari degli esseri umani. È stato osservato che gli esemplari emettono suoni caratteristici ogni volta che si rivedono con un compagno e usano sempre lo stesso tipo di rumore per comunicare con lo stesso animale, come se fosse il suo "nome".

Inoltre, gli elefanti rispondono in modo diverso alla riproduzione dei richiami indirizzati a loro rispetto a quelli indirizzati a un individuo diverso, muovendosi più velocemente verso la fonte del suono, proprio come facciamo noi quando qualcuno ci chiama, indicando che sono in grado di distinguere quali richiami sono indirizzati a chi.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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