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Dopo oltre un anno e mezzo, diminuiscono sempre di più le speranze di veder scritta la parola fine sulla guerra russa in Ucraina. Non bastano ancora, evidentemente, gli effetti devastanti subiti dalla popolazione e anche dagli animali, per la prima volta nella storia messi giustamente tra le vittime silenziose del conflitto. Fin dalle prime evacuazioni da case che crollavano sotto il colpo delle bombe russe, infatti, tutti abbiamo potuto vedere immagini e video di persone e famiglie che, nonostante rendesse tutto più complicato, si sono messi in fuga con i loro gatti e cani, si sono accampati in rifugi di fortuna o accalcati su pullman e convogli per non abbandonarli.
Davanti a queste immagini e davanti alle richieste di aiuti necessari agli animali presenti nei rifugi e dei canili impossibilitati a lasciare il Paese, tante associazioni hanno dato il loro sostegno: tra queste Oipa International che grazie alla raccolta fondi Emergenza Ucraina , ancora attiva, e alla collaborazione con la lega membro Happy Paw, ha contribuito al progetto di vaccinazione per gli animali presenti nelle regioni di Zaporizhzhia e Kiev, riuscendo a immunizzare un totale di 495 cani e 345 gatti. Un risultato significativo, vista l’importanza della vaccinazione annuale per salvare gli animali da malattie, virus e infezioni mortali, specialmente nei rifugi dove il numero supera spesso il limite di capienza.

La soddisfazione di avercela fatta, però, di certo, non rappresenta un punto di arrivo per l’associazione che non intende assolutamente smettere di fornire aiuti ai volontari ucraini che in tutti questi mesi, se non costretti, non hanno mai voluto abbandonare gli animali di cui da sempre si prendevano cura, anche rischiando la propria vita e seppur con risorse alimentari e beni di prima necessità altamente ridotti. Anche perché, se sono tanti gli animali che sono scappati con i loro pet mate o che con loro si sono ricongiunti, di cani e gatti rimasti nelle città bombardate ce ne sono altrettanti e quelli che non hanno avuto la “fortuna” di essere accolti negli asili, vagano terrorizzati, assetati, affamati e feriti per le strade di luoghi distrutti.
Mai, però, come in questa occasione in tutta Europa gli attivisti di diverse associazioni animaliste e ambientaliste hanno fatto rete per soccorrerne il più possibile. La Lav, Lega Antivivisezione che con i suoi volontari si è recata in Ucraina per trasferire decine di cani e gatti e che ha dato supporto a chiunque fosse arrivato con il proprio animale tramite le sue 50 sedi. Save the Dogs and other Animals, l’associazione nata in Romania per combattere il randagismo endemico sul territorio ma con sede anche in Italia, che ha fornito soccorso, documenti, trasporto per pet mate e animali, oltre naturalmente a far arrivare tonnellate di cibo per sfamare chi era rimasto.
HSI, la Humane Society International/Europe in Italia, che ha fornito e fornisce tutt'ora assistenza gratuita agli animali dei rifugiati grazie alla collaborazione con le associazioni veterinarie d’Europa. L’Oipa, l’Organizzazione Internazionale protezione Animali, che come detto tramite la campagna Emergenza ha vaccinato e distribuito tonnellate di cibo e materiale riuscendo a raggiungere anche rifugi piccoli, remoti e che avevano subito distruzioni. E l’Enpa che ha inviato cibo e materiali e ospitato nelle sue strutture gli animali domestici abbandonati recuperati da volontari locali. Tutti insieme, è giusto dirlo, hanno dato una prova notevole di collaborazione in quello che è stato il primo conflitto della storia che ha acceso i riflettori sul legame degli umani con i loro animali, legame che evidentemente neanche una guerra può spezzare.