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24 Ottobre 2022
12:53

L’arena di canto dei galli cedroni del parco di Paneveggio è di nuovo a rischio

Non c'è pace per l'arena di canto del gallo cedrone al Pian del Termen. Dopo la tempesta Vaia, arriva il bostrico e l'abbattimento delle piante che la circondano.

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© Luca Rotelli

L'arena di canto dei galli cedroni di Pian del Termen, nel Parco Naturale di Paneveggio e Pale di San Martino, in Trentino, è di nuovo a rischio. Dopo quattro mesi di sospensione dei lavori, infatti, negli ultimi giorni le aziende boschive che si occupano del recupero del legname abbattuto dalla tempesta Vaia, hanno cominciato nuovamente a rimuovere gli alberi colpiti dal bostrico.

«La mancanza di tutela di questa arena, una delle più grandi d'Italia, dimostra il disinteresse da parte dell'essere umano nei confronti della natura e la mancanza di consapevolezza riguardo le meraviglie dell’ambiente – afferma a Kodami Luca Rotelli, biologo faunista e studioso di tetraonidi – Si tratta di un disastro paragonabile all'idea di distruggere il Colosseo per costruire un centro commerciale».

Il Pian del Termen, Vaia e il bostrico

La zona in cui stanno avvenendo i lavori si trova sulla destra orografica della Valle del Cismon, nel comune di Primiero e San Martino di Castrozza e rappresenta uno dei luoghi di maggiore importanza nel nostro paese per ciò che riguarda il ciclo biologico del gallo cedrone (Tetrao urogallus), una specie che, negli ultimi 30 anni, è stata messa in difficoltà da molti fattori, primo tra tutti l'eccessivo sfruttamento del territorio, ma anche il cambiamento degli equilibri ecosistemici, determinato dagli interventi umani.

«Solo in Trentino, il gallo cedrone ha perso il 50% delle arene di canto a partire dagli anni Novanta – spiega Rotelli – Ma a questo dobbiamo aggiungere anche il costante aumento del turismo sportivo, con lo sci alpinismo, il downhill, la corsa in montagna, la costruzione di impianti di risalita e stazioni sciistiche e il conseguente disturbo antropico a cui questa specie è particolarmente sensibile».

Negli anni, però, l’arena di canto del Pian del Termen si era mantenuta miracolosamente intatta, anche grazie al fatto che il flusso turistico rimaneva quasi totalmente concentrato sulla strada principale.

A metterne a repentaglio il mantenimento è stato invece un altro evento, ovvero la tempesta Vaia, che si abbatté sulle Alpi tra il 28 e il 30 ottobre 2018, radendo al suolo decine di migliaia di ettari di terreno e generando ulteriori modifiche all'ecosistema. «Il gallo cedrone è un animale che necessita di ambienti boschivi non troppo fitti, ma dotati di una copertura sufficiente per assicurargli il riparo – spiega il biologo -Se Vaia ha complicato le cose, è stato poi il bostrico a metterlo ulteriormente in difficoltà».

Da alcuni anni, infatti, questi coleotteri lignicoli che scavano gallerie sottocorticali negli alberi causandone in pochi giorni la morte, si stanno rapidamente diffondendo nelle Alpi, generando enormi problemi alle zone boschive.

«Il recupero della legna già colpita, come in questo caso, però, ha un significato unicamente economico e non ha alcun valore nel tentativo di debellare il bostrico, perché una volta che l'albero muore, l'insetto si allontana e va ad intaccare altre piante», spiega Luca Rotelli.

Il compromesso trovato dall'Ente Parco e l'ipotetica soluzione per i galli cedroni

Ciò che ha più colpito Rotelli è il fatto che i lavori delle aziende boschive siano ripartiti senza concedere alcun preavviso al Parco Naturale all'interno del quale vengono svolti. Ed è rimasto stupito anche il direttore dell'Ente, Vittorio Ducoli, il quale si è attivato non appena è venuto a conoscenza dei fatti: «Quando ci siamo accorti che stavano partendo i lavori, siamo intervenuti proponendo un indennizzo che permettesse di evitarne la prosecuzione e, negli ultimi giorni siamo riusciti trovare un compromesso con il Comune per bloccare i lavori nella maggior parte delle zone interessate – spiega a Kodami Ducoli – In questo modo, verrà abbattuta solo la legna di una piccola porzione della parte inferiore dell’arena».

Secondo Rotelli, però, questa decisione non sarà sufficiente per tutelare completamente il benessere della specie: «Seppur lodevole, l’intervento non servirà a molto, in quanto la parte appena sottostante l’arena è evidentemente funzionale ad essa e verrà comunque privata totalmente della copertura arborea – e continua – Gli ambienti naturali sono connessi tra loro, non si può pensare che randendo al suolo ciò che ha intorno, l'arena mantenga il suo valore».

Ciò nonostante esiste, secondo Rotelli, una soluzione che potrebbe favorire il miglioramento della situazione: «Se un’azienda privata, interessata ad abbinare il proprio marchio alla tutela di una specie tra le più rare e affascinanti del nostro territorio, decidesse di sobbarcarsi gli oneri della mancata vendita del legname, così come è stato fatto in passato per la rinnovazione forestale in seguito a Vaia, si potrebbero realmente interrompere tutti i lavori – e conclude – Altrimenti saremo testimoni della scomparsa di uno degli ultimi ambienti ad alta vocazionalità per la specie, con conseguenze difficilmente prevedibili, ma certamente negative per la conservazione del gallo cedrone in Primiero: una perdita che non sarà solo biologica, ma anche culturale e storica, causata da interventi forestali infelici».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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