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28 Settembre 2021
17:53

L’aquila che dominava le foreste australiane 25 milioni di anni fa

Nel sud dell'Australia sono stati scoperti degli eccezionali resti fossili appartenenti a un'aquila vissuta circa 25 milioni di anni fa. È stata chiamata Archaehierax sylvestris, ed era probabilmente un agile predatore all'apice della catena alimentare delle foreste pluviali dell'epoca. Rappresenta inoltre un ramo molto antico dell'albero genealogico dei rapaci, che non ha lasciato oggi discendenti viventi.

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C'è stato un tempo in cui le aride zone desertiche dell'Australia meridionale erano ricoperte da una folta e rigogliosa foresta pluviale, ricchissima di piante e animali ormai perduti per sempre. Grazie ad alcuni eccezionali ritrovamenti fossili oggi sappiamo che tra questi c'era anche un'antica specie di aquila, ormai estinta, che era molto probabilmente uno dei predatori all'apice della catena alimentare. Il rapace appena scoperto viveva tra queste foreste circa 25 milioni di anni fa, ed è stato ribattezzato proprio per questo Archaehierax sylvestris, che significa appunto "antico falco della foresta". I sui resti fossili, particolarmente ben conservati, sono stati scoperti nel marzo del 2016 e loro descrizione dettagliata è stata pubblicata sulla rivista Historical Biology.

Un agile predatore da appostamento

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Confronto tra le ossa del tarsometatarso e delle dimensioni tra Archaehierax sylvestris (in alto) e l’aquila cuneata (in basso). Mather et al., 2021

I paleontologi della Flinders University hanno portato alla luce i resti dell'antico rapace dalla formazione di Namba, nei pressi del lago Pinpa, 400 km a nord di Adelaide. Si tratta di uno dei fossili di rapace più completi del tardo Oligocene e in generale tra tutti gli uccelli. Le ossa degli uccelli sono infatti particolarmente fragili e si fossilizzano con estrema difficoltà. Solitamente una nuova specie di uccello fossile viene descritta a partire da un solo osso, mentre in questo caso ne sono state trovate ben 63, ed è questo a rendere davvero eccezionale questa scoperta.

Si tratta di un'aquila molto antica, di dimensioni molto simile all'attuale aquila cuneata (Aquila audax), ma leggermente più piccola. Possedeva artigli lunghi e affilati grandi 15 cm ed era quindi in grado di afferrare con facilità prede piuttosto grosse, come i koala e altri marsupiali. Aveva ali piuttosto corte e tonde, un particolare non da poco che ci aiuta a capire molto su come viveva.

Con tutta probabilità era un cacciatore da imboscata agile e veloce, in grado di destreggiarsi con abilità tra la fitta volta della foresta, un po' come fanno gli sparvieri o gli astori dei nostri boschi. Non catturava quindi al volo o in picchiata le sue prede, ma le sorprendeva appostandosi tra i rami e raggiungendole di sorpresa. Probabilmente catturava anche uccelli acquatici come le anatre, certamente abbondanti nelle zone umide dell'epoca.

Una linea molto antica e senza discendenti

L'area della formazione di Namba, 25 milioni di anni fa, era infatti dominata da un grande lago ricco di coccodrilli, uccelli acquatici, tartarughe e tantissime specie di marsupiali, come i vombati, i koala e numerose altre specie dalle dimensioni di un roditore. A partire dagli anni 70, infatti, questi sedimenti hanno restituito una miriade di frammenti ossei, denti e altri resti appartenuti agli animali che vivevano lì, molti dei quali era sicuramente prede dell'Archaehierax sylvestris.

C'è anche un altra ragione per cui questo ritrovamento è particolarmente importante. Analizzando la struttura delle ossa i ricercatori hanno scoperto che Archaehierax rappresenta un antico lignaggio evolutivo alla base dell'albero genealogico dei rapaci. Un ramo ormai estinto oggi, che non ha lasciato discendenti tra le specie di rapaci attualmente viventi. Tutti i rapaci conosciuti oggi, infatti, si sono evoluti a partire da altri gruppi circa 20 milioni di anni fa, 5 milioni dopo l'epoca in cui è vissuta Archaehierax sylvestris.

In precedenza, inoltre, fossili di rapaci risalenti a 25 milioni di anni provenivano solamente dall'Europa e dal Nord America, ora invece sappiamo che antichi gruppi ormai estinti dominavano anche il continente australiano.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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