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9 Marzo 2022
19:01

Labrador arrivati dall’Ucraina in cerca di adozione: la verità dietro la catena di messaggi

Scambio di identità e chiamate senza risposta: cosa c'è di vero dietro il messaggio che invita all'adozione di Labrador e Terranova provenienti da un allevamento dell'Ucraina.

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Labrador debunking

Da ieri sera gira sulle chat di Whatsapp e sui gruppi di Facebook un appello che invita a prestare aiuto a 26 cani: adulti e cuccioli di Labrador e Terranova provenienti dall'Ucraina. Gli animali hanno il pedigree ma la loro allevatrice è costretta a separarsene perché «non ha più nulla da dar loro da mangiare». A condurre la staffetta umanitaria è una veterinaria di Ravenna andata con un furgone a portare aiuti nella zona di guerra. Una eroina senza identità perché delle sue imprese non c'è traccia da nessuna parte.

Kodami ha ricostruito cosa si cela dietro questa catena di Sant'Antonio animalista in tempo di guerra, tra mezze verità e false informazioni. Andiamo con ordine e partiamo dal messaggio:

"Una veterinaria di Ravenna è andata con un furgone a portare aiuti in Ucraina e sta tornando con 26 tra adulti e cuccioli di Labrador e Terranova che la loro allevatrice ha deciso di mandare in Italia perché non ha più nulla da dar loro da mangiare.
Spargete la voce per favore se qualcuno li vuole adottare, sono tutti cani di allevamento con anche il pedigree
Se interessati chiamare al n. 347*******  Samanta F. (Poliziotta)".*

Il messaggio si chiude con l'invito a contattare Samanta F. Raggiunta sul luogo di lavoro da Kodami, Samanta si rivela effettivamente essere una poliziotta, ma del tutto estranea ai fatti: «Hanno messo me come riferimento per questa storia e non capisco perché. Ricevo migliaia di telefonate da tutta Italia dall'altra sera. Io ho fatto solo da passaparola e basta. Non ho a che fare con la veterinaria né con enti che si occupano di animali».

Il numero di Samanta legato a questo messaggio è finito addirittura su Subito.it, uno dei più grandi negozi virtuali, sfruttatissimo per la vendita di cani di ogni provenienza, lecita e non. Anche davanti a questa notizia, Samanta si mostra sconsolata: «Hanno messo il mio nome e cognome, numero di telefono e quello che faccio… penso che qualcuno si sia proprio divertito».

Un primo errore di percorso. Passiamo al secondo dato verificabile e cerchiamo la veterinaria ravennate che avrebbe condotto la staffetta. La presidente dell'Ordine dei medici veterinari della Provincia di Ravenna Alessandra Valeriani in merito è lapidaria: «È una fake news», dice a Kodami.

Anche lei, come migliaia di altre persone, ha ricevuto l'appello tramite chat e si è attivata per verificarne la fondatezza: «Abbiamo controllato tramite gli iscritti all'Ordine di Ravenna e non ci sono medici veterinari che sono andati in Ucraina a prendere i cani di cui si parla nel messaggio. Come Presidente dell'Ordine di Ravenna ho fatto divulgare un comunicato in merito, ma purtroppo una volta partite è molto difficile arginare simili catene, hanno una amplificazione tale che risulta impossibile arrestarle. È comprensibile dato che sono tutti mossi dalle migliori intenzioni, però condividendo messaggi che non arrivano da canali ufficiali si rischia di alimentare mercati che sono tutto tranne che in favore degli animali».

Come ha dichiarato Sara Turetta, presidente di Save The Dogs, non sono pochi i problemi logistici incontrati sul confine Ucraino anche da una delle associazioni più grandi e influenti d'Italia. Le difficoltà sono legate al conflitto, ma anche alla possibilità di fare entrare animali non accompagnati dai loro umani, come sottolinea la presidente Valeriani: «Il Ministero della Salute ha concesso l'entrare in Italia degli animali provenienti dall'Ucraina senza documentazione, ma solo al seguito dei loro umani. Non possono entrare in maniera indiscriminata dato che in Ucraina è ancora presente la rabbia, anche se in percentuali non alte».

In definitiva, secondo l'Ordine provinciale nessuna veterinaria di Ravenna è coinvolta, e la poliziotta indicata come riferimento dagli autori del messaggio non ne sa nulla. Nel giro di qualche ora però il messaggio è stato ri-postato.

Il post ha infatti ricominciato a girare, con la medesima storia, ma con riferimenti diversi, questa volta appartenenti a Elisabetta M. La donna, contattata da Kodami al nuovo numero indicato nel messaggio, ha risposto con un whatsapp copia-incolla:

"Buongiorno, i cani hanno due mesi, non sono fisicamente in Italia, la spedizione partirà tra circa 20 gg, se interessato ai cuccioli, o vuole dare una mano per la spedizione con cibo, economicamente o in altro modo, o per adottare, la ringrazio per la sua disponibilità se interessato mandi una mail a:
info@_________.com
È l'indirizzo gestito dal presidente dell'ENCI che fa da filtro, buona giornata e grazie mille per la sua disponibilità"

In realtà, «i cani hanno due mesi», non si tratta quindi di cuccioli e adulti come nella prima versione, inoltre, la staffetta dall'Ucraina non è ancora partita. Elisabetta segnala anche che per «dare una mano per la spedizione di cibo, economicamente o in altro modo» si può inviare una mail a un indirizzo «gestito dal presidente dell'ENCI».

La segreteria dell'ENCI, raggiunta da Kodami, ha detto di non essere stata ancora informata di questa iniziativa: esiste una collaborazione per aiutare i cani e gli allevatori dell'Ucraina – pubblicizzata tramite social e media – diversa però dalla staffetta Ucraina-Italia in procinto di partire.

Le domande a cui rispondere sono ancora molte. Quello che è certo è che è possibile aiutare gli animali che si trovano in Ucraina rivolgendosi ai canali ufficiali, come quelli messi a disposizione dalla stessa Enci, o dalle associazioni che lavorano nelle zone di confine. Scegliendo di seguire la catena di messaggi sui social e su Whatsapp si rischia di legarsi a vicende poco chiare, o pubblicizzate in maniera poco trasparente ed efficace.

*Kodami ha scelto di non divulgare i riferimenti di Samanta F. allo scopo di non contribuire a diffonderne i dati.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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