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10 Aprile 2024
14:50

La storia di Tito, diventato un cane da pet therapy nonostante i pregiudizi contro i Terrier di tipo Bull

In Austria i cani di razze pericolose sono sottoposti a particolari restrizioni, eppure proprio qui un simil Amstaff è riuscito a diventare therapy dog e insieme alla sua umana Elisabetta Tomasco porta gioia ai piccoli pazinetoi della clinica pediatrica di Vienna.

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In un paese in cui le razze di cani considerate pericolose sono sottoposte a restrizioni, un simil Amstaff è diventato un cane per la pet therapy pediatrica. È successo in Austria dove il cane Tito da anni porta gioia e serenità a centinaia di bambini nella clinica pediatrica in cui lavora.

A raccontare a Kodami questa storia è la sua pet mate Elisabetta Tomasco: «Tito è un trovatello, l'ho incontrato per strada mentre ero in macchina per andare a trovare i miei genitori in Basilicata».

Da quell'incontro fortuito sul ciglio della strada la vita di entrambi è cambiata profondamente: Tito è entrato nella famiglia di Elisabetta e l'ha seguita fino a Vienna, dove vivono tutt'ora e dove fanno qualcosa che per tanti è impensabile per un cane come Tito che ha l'aspetto di un American Staffordshire Terrier, una razza che in Austria è considerata pericolosa.

«Qui vige la breed-specific legislation – spiega Tomasco – che impone a tutti i pet mate di determinate razze di prendere un patentino obbligatorio che prevede sia un esame scritto, molto generico, che una parte pratica con una passeggiata al parco con un esaminatore. La necessità di conoscere i cani è innegabile ma questo vale per tutti, non solo per alcune razze».

A essere soggetti a questo vincolo sono dodici razza più gli eventuali mix di queste:

  1. American Staffordshire Terrier
  2. Bullterrier
  3. Dogo Argentino
  4. Brazilian Mastiff
  5. Mastiff,
  6. Bull Mastiff
  7. Spanish Mastiff
  8. Mastino Neapoletano
  9. Pit Bull Terrier
  10. Rottweiler
  11. Staffordshire Bull Terrier
  12. Tosa Inu

Nonostante il pregiudizio, Elisabetta e Tito hanno affrontato un altro percorso: quello per diventare un binomio impiegato nelle attività di pet therapy: «Durante la sua formazione, Tito ha dimostrato grande attitudine collaborativa e gentilezza. Ha un animo buono, sono orgogliosa di lui e di come abbiamo lavorato insieme. Ogni cane ha un temperamento diverso dall'altro, e questo prescinde dalla razza».

È vero che per potenza di morso non tutti i cani sono uguali, tuttavia quelli che hanno comportamenti aggressivi e che sono capaci di fare danni non sono solo Pitbull, Amstaff e gli altri Terrier di tipo Bull. Le notizie che riguardano questi individui però sono quelle che hanno maggiori possibilità di arrivare sulle prime pagine dei giornali, questo perché confermano il sentire comune secondo cui certe razze sono più pericolose di altre.

«L'aggressività è una risorsa a cui il cane, chiunque sia, ricorre per determinati motivi – chiarisce Timasco – e non lo fa solo sulla spinta della genetica. Anche se in Italia non c'è più una lista di razze pericolose, nei due anni precedenti al trasferimento a Vienna ci siamo scontrati spesso contro l'ignoranza delle persone e contro uno stigma che purtroppo è veicolato anche dai media».

Superando i pronostici sfavorevoli, però Tito ed Elisabetta hanno continuato a camminare lungo il percorso perfetto per loro: «Ha completato la certificazione come therapy dog e dopo aver lavorato nel reparto di psichiatria infantile all'ospedale di Vienna oggi siamo in una clinica pediatrica dove è a stretto contatto con i bambini».

I cani da pet therapy sono molto particolari: insieme a un team multidisciplinare di esperti si occupano di attività di sostegno terapeutico, che migliorano la vita del paziente proprio grazie alla relazione uomo-animale. Un compito non facile, come ammette Tomasco: «Stiamo facendo del bene per gruppi di persone che sono ai margini, costrette a convivere con disabilità e problematiche fisiche e mentali. Per questo provo sempre una grande emozione quando vedo come Tito gestisce le interazioni con bambini che si trovano in un luogo diverso dalla loro casa, in condizioni non facili. Lui è in grado di sentire le emozioni del piccolo e reagisce in maniera molto dolce ed empatica. Mi ritengo fortunata a poterlo vedere in azione e fare queste esperienze con lui».

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Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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