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6 Agosto 2023
9:38

La scimmia leonina non è più così a rischio d’estinzione, ma l’attenzione resta alta

Il numero di esemplari di scimmia leonina, una delle specie di scimmie più affascinanti Sud America, sembra star lentamente aumentando di numero. Si allontana così da un imminente rischio di estinzione.

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Considerato da molti primatologi come una delle o addirittura la specie di scimmia più bella del mondo, per via della sua folta pelliccia dorata, la grande scimmia leonina del Brasile, nota alla scienza anche come Leontopithecus rosalia, è un animale che ha rischiato di scomparire durante il secolo scorso. Essendo stato cacciato, infatti, per decenni dai bracconieri, per via del suo colore, ed essendo stato sottoposto ad una perdita costante del suo habitat a causa di un costante disboscamento, questa specie sul finire degli anni 70 era considerata sull'orlo dell'estinzione: erano rimasti solo 200 esemplari, per la maggior parte vecchie e malati, nell'intero Brasile.

Una volta partiti i primi progetti di conservazione, però, tentando di recuperare la specie anche con delle reintroduzioni di esemplari presenti negli zoo ma nati in natura, questi animai hanno cominciato a crescere demograficamente e risalire di numero, riconquistando parte del proprio areale, all'interno della foresta atlantica del Brasile.

Così, secondo uno studio pubblicato martedì scorso dall'associazione brasiliana Salve the Golden Lion Tamarin (nome inglese della scimmia leonina), che ha l'obiettivo di monitorare l'andamento della specie, la popolazione oggi è cresciuta fino a raggiungere circa 4.800 esemplari, un dato che non permette agli scienziati di rimanere tranquilli, ma che fortunatamente scongiura il rischio imminente di estinzione.

«Stiamo festeggiando, ovviamente, ma continuiamo a mantenere l'allerta per altre minacce, perché la vita di questi animali non è facile» ha comunicato il presidente dell'organizzazione no profit, Luís Paulo Ferraz.

Per ottenere questo dato rassicurante, gli esperti dell'associazione hanno dovuto lavorare per oltre un anno, nel tentativo di stabilire il numero concreto di esemplari attualmente in libertà. Il metodo preferito per intercettarli è stato quello delle registrazioni, che prevedevano l'emissione di un canto generico di questa specie, che inducesse gli esemplari selvatici a rispondere con il nostro equivalente "Sono qui. Ci sei? Chi va là?".

I dati raccolti, inoltre, sono molto importanti anche perché rassicurano gli scienziati che negli ultimi anni hanno seguito le popolazioni mentre venivano investite da una pericolosa epidemia di febbre gialla. Nel 2019 infatti erano sopravvissute alla malattia soltanto 2.500 scimmie delle 3.700 individuate da un sondaggio del 2014. «I 4.800 esemplari segnalati oggi sono quindi un duplice motivo per festeggiare» commenta  James Dietz, biologo e vicepresidente dell'organizzazione no profit brasiliana-statunitense.

Questo boom demografico, infatti, dimostra che il piano di vaccinazione contro la febbre gialla avvenuto nel corso del 2020 ha funzionato molto meglio rispetto a quanto pronosticato dai biologi. Gli scienziati sono intervenuti vaccinando più di 370 scimmie, utilizzando dei farmaci adattati dal vaccino prodotto per l'uomo. Un approccio sistematico abbastanza nuovo per la conservazione dei primati, ma che apre nuove strade anche nel campo della tutela immunitaria per moltissime altre malattie e specie.

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Le ragioni per cui queste scimmie sembrano star recuperando abbastanza in fretta, in seguito all'esplosione dell'epidemia, non si limitano ai soli sforzi di conservazione e al vaccino. Secondo molti esperti sembra essere stato fondamentale anche il recupero ambientale della foresta atlantica brasiliana, che rispetto alla più nota foresta amazzonica, soffre enormemente di più il disboscamento, gli incendi, il surriscaldamento climatico e l'introduzione di specie domestiche.

Tale recupero tra l'altro ha avuto come protagonisti anche diversi allevatori e contadini che, dopo aver capito l'importanza della foresta selvaggia per la fauna, hanno cominciato a rimboschire i pascoli e a fornire corridoi e isole vegetali,in modo da andare contro la mosaicizzazione dell'habitat naturale della scimmia leonina.

Proprio su questo argomento un imprenditore e agricoltore locale, Ayrton Violento, molto noto in Brasile per le sue posizioni ambientaliste, ha detto: «Mi rende così felice vedere le scimmie leonine giocare libere nella mia fattoria. Non vivono solo in aree protette. Da tempo non li vedevo mangiare della frutta fresca, fra le fronde degli alberi».

Questa storia ovviamente insegna che è possibile contrastare l'estinzione di una specie vulnerabile, andando a modificare quei comportamenti che rappresentano un rischio per la sua sopravvivenza. Infatti, da quando i progetti di conservazione hanno avuto inizio, il governo brasiliano e le associazioni ambientaliste hanno cominciato a praticare una vera e propria guerra contro i bracconieri e contro chi tagliava o bruciava gli alberi senza permessi. Una guerra che ha avuto anche delle vittime, visto che diversi volontari locali sono stati uccisi da parte delle organizzazioni criminali locali che lucrano ancora oggi sulla vendita di specie selvatiche, di legname e di droga coltivata all'interno delle foreste.

Nel corso degli anni poteva essere fatto molto di più, secondo i volontari dell'associazione Save the Golden Lion Tamarin, facendo riferimento in particolare agli ultimi anni del governo Bolsonaro. Il trend positivo di nascite di queste scimmie e l'aumento delle pene per chi brucia illegalmente le foreste ha però permesso loro di tirare un sospiro di sollievo, almeno rispetto al passato, con la speranza che la popolazione locale continui ancora a crescere e le foreste ad essere ripiantate, per cancellare definitivamente questa specie dalla lista degli animali a rischio.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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