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6 Aprile 2023
10:12

La pecora (Ovis aries)

La pecora è una specie addomesticata dall'uomo in epoca antichissima. Il nome si riferisce, in realtà, alla femmina adulta. Il maschio si chiama montone (o ariete) e i giovani si chiamano invece agnelli.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La pecora (Ovis aries) è un mammifero ruminante ed erbivoro, appartenente alla famiglia dei Bovidi. Il processo di domesticazione di questa specie da parte dell'uomo ha avuto inizio in tempi molto antichi e, al giorno d'oggi, viene allevata in ogni continente. Nella maggior parte dei casi vive in greggi, gestiti da pastori con l'ausilio dei cani da conduzione e da guardiania.

Il nome della specie si riferisce, in realtà, alla femmine adulte, mentre i maschi si chiamano montoni (o arieti) e i giovani (fino all'anno di età), si chiamano invece agnelli.

Come è fatta la pecora

I dettagli dell'aspetto della pecora variano notevolmente in base alla razza di appartenenza e, secondo quanto descritto dall'Università del Michigan, ne esistono più di 200. Questa specie, infatti, è stata fortemente selezionata dall'uomo, che ha dato forma a vere e proprie varietà adatte all'ambiente circostante: dalle foreste temperate di montagna alle condizioni desertiche.

In linea generale la lunghezza del corpo di una pecora è di circa 120/150 centimetri, mentre l'altezza può variare dai 70 centimetri al metro e 20 centimetri.

Le pecore femmine tendono ad essere più piccole dei maschi, rendendo così evidente il dimorfismo sessuale all'interno del gregge.

Il muso è stretto e completamente ricoperto di pelo particolarmente corto, fatta eccezione dei margini delle narici e delle labbra, che sono glabre. Alla nascita hanno denti da latte e, affinché la dentizione definitiva sia completa, bisogna attendere circa 3 o 4 anni. Le zampe hanno un numero pari di dita, quindi la pecora appartiene agli ungulati artiodattili.

Al giorno d'oggi, molte razze di pecore non hanno più le corna perché la selezione svolta dall'uomo ha favorito i soggetti sprovvisti di questo carattere. Le corna di pecora, però, sono vuote al loro interno e, per questo motivo, si può definire un animale cavicorno.

Anche il colore e la tessitura della lana può variare molto in base alle razze di appartenenza e va dal bianco latte al marrone scuro, fino al nero.

Alimentazione e habitat

Affinché la pecora possa vivere bene è importante che abbia a disposizione ripari adeguati e protetti per tutto l'anno nei pressi delle zone di pascolo. Le razze tradizionali sono piuttosto adattabili e, infatti, vengono allevate quasi ovunque. Ciò nonostante, è bene prestare attenzione all'origine di ogni varietà e scegliere quella più adatta a un determinato ambiente.

La maggior parte del fabbisogno alimentare è rappresentato da foraggio come erba o fieno, a patto che siano sufficientemente ricchi di amido e zuccheri. La raccomandazione per gli allevatori è quello di fornire un'alimentazione adeguata soprattutto alle femmine nel periodo della gravidanza e dello svezzamento.

Alcuni allevatori aggiungono, inoltre, una forma di sale chiamato "pastorizio", che permette di evitare il rischio di carenze di iodio.

Comportamento e riproduzione

Generalmente la pecora si riproduce nel periodo che va dall'inizio dell'autunno alla metà dell'inverno, ma questa stagione varia fortemente in base alle condizioni ambientali.

La gestazione dura mediamente 148 giorni e la maggior parte degli agnelli, infatti, nasce a metà primavera. Da ogni femmina nascono uno o due agnelli, che dopo pochi minuti sono già in grado di stare in piedi autonomamente. Sia gli agnelli maschi che le femmine raggiungono la maturità sessuale entro un anno.

I primi studi riguardo ai comportamenti proposti dai maschi durante il corteggiamento risalgono addirittura agli anni Sessanta e, secondo quanto pubblicato da un gruppo di ricercatori americani del Department of Animal Science dell'University of Illinois, nella maggior parte dei casi, l'accoppiamento è preceduto da un avvicinamento (da parte del maschio) al perineo della femmina, seguito dall'estensione e la flessione di una zampa anteriore, l'inclinazione della testa e vocalizzazioni più o meno gravi, accompagnate da un movimento della lingua.

La pecora e l'uomo

Secondo un recente studio condotto dall'Università di Tunisi, le pecore e le capre furono le prime specie di bestiame addomesticate dall'uomo tra 12.000 e 10.000 anni fa. Il processo ha avuto inizio a partire dal muflone asiatico (Ovis orientalis gmelinii) nella regione dell'Anatolia Sud occidentale e l'allevamento di questa specie si è poi diffuso verso l'Europa e il Nord Africa, raggiungendo il Maghreb circa 7500 anni fa.

Fin dall'antichità la pecora venne sfruttata per la produzione di carne, latte e formaggi. Molte razze di pecore, però, vengono utilizzate anche per la produzione di lana.

Nel Cristianesimo la pecora viene considerata il simbolo del fedele e dell'intera comunità ecclesiastica ed è anche citata da Cristo momento in cui affida a Pietro il compito di "pastore del  gregge". Nei secoli si è diffusa la tradizione di sacrificare, in occasione della Pasqua, un agnello, che viene appunto chiamato agnello pasquale.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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