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27 Ottobre 2022
11:57

Gattino abbandonato da un bambino a Marsala: «La mamma mi ha ordinato di buttarlo»

Un bambino a Marsala, in provincia di Trapani, stava per abbandonare un gattino di circa quattro mesi perché glielo aveva chiesto la madre. Il cucciolo, intinto di olio meccanico, era stato già sistemato dentro uno scatolone quando un volontario lo ha recuperato.

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A Marsala, in provincia di Trapani, durante una ordinaria passeggiata un volontario animalista si è imbattuto in una scena tanto triste quanto orribile: un bambino stava per abbandonare il suo gattino perché la madre glielo aveva ordinato.

Se è vero che i bambini emulano il comportamento dei propri genitori che dovrebbero essere dei punti di riferimento fondamentali soprattutto durante le fasi della crescita e dello sviluppo, è altrettanto vero che alcuni figli sono vittime, purtroppo, di una malsana educazione impartita da chi dovrebbe essere un modello da seguire piuttosto che da disconoscere.

E’ una storia, questa, che oltre a narrare i fatti avvenuti vuole fornire ai lettori di Kodami degli strumenti di riflessione sull’educazione civile e morale della nostra società nei confronti del mondo animale, soprattutto per quanto riguarda i bambini di oggi e futuri adulti di domani che si relazionano sempre più frequentemente con gli animali domestici, ormai membri a pieno titolo di molte famiglie italiane.

Il volontario dell’associazione “Randagi del Sud”, organizzazione no profit da diversi anni attiva e operativa sul territorio di Marsala, dopo qualche secondo di smarrimento nell'osservare quello scatolone da cui fuoriusciva la testa di un gatto, insospettito, ha fatto marcia indietro con il suo monopattino e ha fermato il bambino chiedendo informazioni sull’animale che aveva dentro lo scatolone. Il bambino, con l’innocenza di chi sta semplicemente eseguendo gli ordini del proprio genitore, ha risposto che quel gatto, siccome era sporco, non poteva più stare in casa e doveva essere abbandonato.

A raccontare a Kodami i dettagli di questa storia è Rosa Errera, volontaria e presidentessa dell’associazione “Randagi del Sud”, che si sta attualmente occupando del gatto: «Il volontario che ha recuperato il micetto è un ragazzo molto giovane, alle prime esperienze, ed è rimasto davvero scioccato da ciò che le sue orecchie hanno sentito quando ha chiesto perché il gatto fosse nella scatola. Ha preso il cucciolo e lo ha infilato nello zaino, recandosi immediatamente in rifugio».

Il gatto, un cucciolo di circa 3 o 4 mesi, è arrivato in uno stato pietoso: «Ci è voluto un po’ di lavoro di pulizia prima di scoprire che il suo mantello fosse color rosso cipria – continua Rosa – il povero animale era sporchissimo, in molte parti del suo corpo l’olio si era completamente appiccicato e seccato, segno che fino ad allora nessuno si era mai preso cura di lui».

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La triste storia del piccolo Otto – così è stato chiamato il gattino dai volontari – mette in luce un problema di fondo della nostra società che è ancora poco attenta alla tutela e al benessere animale ed evidenzia come, ancora oggi, per alcune persone l'abbandono è l'esito di un’adozione avvenuta in modo sbagliato, prendendo sottogamba la decisione importantissima che riguarda la scelta di accudire e prendersi cura di un animale per sempre.

Il punto più delicato e drammatico di questa storia è che a compiere quello che è il reato dell’abbandono di animali, previsto e disciplinato dal nostro codice penale, stava per essere un minore, un bambino a cui probabilmente nessuno mai ha spiegato il rispetto verso gli animali e le relazioni meravigliose che si possono instaurare con loro.

Dietro il gesto c’è il fallimento di un’intera società: genitori che insegnano ai figli che è giusto abbandonare il gatto che fino a quel giorno era un componente della propria famiglia solamente perché è sporco, scuole che non aiutano nella sensibilizzazione del rispetto e dell’amore verso il mondo animale e istituzioni poco presenti nella vigilanza dei territori, tenuto conto che il minore passeggiava in una strada molto trafficata sotto gli occhi dei presenti che sono rimasti del tutto indifferenti allo scatolone sospettoso da cui sbucava la testa del povero animale.

«Se quel bambino avesse buttato via il nostro Otto, il povero gatto sarebbe sicuramente morto di stenti e sofferenza – racconta Rosa Errera –  Ci chiediamo come questa “normalità” aberrante possa essere ancora così radicata in questa terra».

I volontari, adesso, si augurano che Otto possa trovare una famiglia che lo accolga per sempre nella propria vita e che gli prometta rispetto ed amore eterno, aiutandolo a superare il trauma vissuto.

Per adottare Otto lasciare un messaggio sulla posta della pagina facebook "Randagi del Sud". 

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Federica Gennaro
Volontaria
Dottoressa in giurisprudenza all'Università degli studi di Palermo e volontaria animalista siciliana, sono operativa sul territorio nella gestione del fenomeno del randagismo. La scrittura e l'amore per gli animali sono da sempre le mie più grandi passioni e grazie a Kodami ho la possibilità di esprimerle al meglio.
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