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10 Dicembre 2021
12:16

La Florida nutrirà i lamantini che stanno morendo di fame per colpa dell’inquinamento

La Florida inizierà a nutrire i lamantini che stanno morendo di fame a causa dell’inquinamento di azoto e fosforo dei corsi d’acqua, che soffoca le alghe di cui si nutrono.

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La  Florida Fish and Wildlife Conservation Commission, la Commissione per la conservazione dei pesci e della fauna selvatica dello stato Americano, ha annunciato che potrà cominciare finalmente a nutrire i lamantini (Trichechus manatus) dell'Indian River Lagoon.

Questi bellissimi mammiferi marini hanno infatti bisogno di molto nutrimento che trovano, essendo erbivori, nelle alghe dei corsi d'acqua in cui vivono. O meglio trovavano, visto che l'aumento costante dell'inquinamento di azoto e fosforo nei fiumi soffoca le alghe “buone” facendo proliferare quelle tossiche.

Ora, dopo tanti allarmi, finalmente si è deciso di agire con un piano di nutrimento “artificiale” che prevede di far confluire questi grandi mammiferi acquatici in uno specchio d’acqua protetto dove troveranno tutto ciò che serve loro da mangiare. Nel frattempo, i funzionari dell’Istituto nazionale per la Conservazione della fauna selvatica, stanno prendendo in considerazione altre azioni meno emergenziali e più strutturali, come il ripristino della qualità dell'acqua e il tentativo di ridurre la fioritura delle alghe tossiche, ma ciò richiederà molto più tempo, qualcosa che i lamantini non hanno.

Second la Commissione, infatti, è in corso una vera e propria moria di questi pacifici mammiferi erbivori marini: dal primo gennaio al 4 giugno 2021 ne sono stati trovati morti 782, il 10% dell’intera popolazione della Florida che, dalla quasi estinzione, faticosamente negli ultimi decenni, si era ripresa grazie all’istituzione di aree marine protette.

E la strage non si ferma: a oggi sono 1017 gli esemplari morti, con picchi a gennaio, febbraio e marzo dove sono deceduti rispettivamente circa 186, 230 e 194 animali. Tanti, troppi come mai si era visto prima, come ha spiegato al Washington Post, Jaclyn Lopez, direttrice del Florida Center for Biological Diversity.

Gli allarmi sono stati diversi e l’estate scorsa, diversi gruppi ambientalisti insieme ad alcune aziende, sono arrivati a chiedere al governatore Ron DeSantis di emettere uno stato di emergenza per l’Indian River Lagoon, ma il Dipartimento per la protezione ambientale dello Stato ha respinto la domanda, affermando che «non sembrava necessario» in quel momento nessun tipo di intervento particolare. Ora, però, si teme che le morti possano aumentare, man mano che si avvicinano i mesi più freddi, periodo in cui i lamantini migrano.

I lamantini della Florida sono stati aggiunti per la prima volta all'elenco delle specie in via di estinzione nel 1967. Nel 2013 ne sono morti circa 830 per la marea tossica rossa che invase il Golfo del Messico. Responsabile a tutti gli effetti dell’evento naturale, la proliferazione della cosiddetta alga-killer, la Karenia Brevis, altamente velenosa per gli animali marini, ma per tutti i pesci. Il carburante che alimenta la fioritura di quest’alga “cattiva” sono i fosfati e i nitrati dei fertilizzanti e dei concimi usati nell’agricoltura intensiva sulla terraferma che finiscono nelle acque fluviali e poi in quelle del Golfo.

Nonostante ciò, tuttavia, quella dei lamantini della Florida sembrava una storia di successo della conservazione della biodiversità: la popolazione complessiva della specie è cresciuta, infatti, nell'ultimo mezzo secolo, raggiungendo circa 6.620 nel 2017. Il buon risultato però ha portato l’amministrazione Trump a declassificare la specie da “in pericolo” di estinzione a “minacciata”, in modo da includerla tra quelle meno tutelate, indebolendo le protezioni adeguate.

Biologi e gruppi di scienziati della conservazione si sono opposti fortemente al cambiamento di stato, esortando l’USFWS, United States Fish and Wildlife Service, agenzia del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti che si occupa della gestione e conservazione della fauna selvatica, della pesca e degli habitat naturali, a riconsiderare l’opportunità di dichiarare nuovamente i lamantini specie a rischio estinzione, ri-aggiornando la loro designazione nell’Endangered Species Act. Al momento, però, a nulla è valso lo sforzo.

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Simona Sirianni
Giornalista
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