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29 Agosto 2023
16:43

La battaglia legale tra città e Stato di New York per bandire il foie gras continua: prima vittoria del Comune

Il foie gras è oggetto di una battaglia legale che va avanti da quattro anni tra l’ufficio del sindaco di News York e quello del governatore e della quale qualche giorno fa, è stato scritto un nuovo capitolo.

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C’è chi lo bandisce come la città di Lione e chi lo difende come lo chef stellato Daniel Boulud. E poi c’è chi lo porta in tribunale come New York. Non se la passa benissimo il foie gras, che tanto vorremmo fosse eliminato dalle tavole definitivamente: le battaglie nel nome di questa specialità gourmet, che viene ottenuta attraverso l’alimentazione forzata di oche o alle anatre, proseguono e questa volta la diatriba è nata tra la città di New York e lo Stato di New York.

La raffinata pietanza francese è, infatti, oggetto di una battaglia legale che va avanti da quattro anni tra l’ufficio del sindaco e quello del governatore e della quale qualche giorno fa, è stato scritto un nuovo, immaginando che non sia l’ultimo, capitolo.

La storia comincia nel 2019 quando il sindaco di allora, Bill de Blasio, firmò finalmente una legge votata dal Consiglio comunale che bandiva il foie gras dalla tavole newyorkesi a partire dal 2022 per la crudeltà delle pratiche messe in atto per produrlo. La città di New York divenne così la seconda istituzione statunitense pubblica a vietarlo, la prima era stata la California nel 2012. A nulla servirono le proteste dei ristoratori con il pregiato alimento nel menu.

Servirono di più, al contrario, le proteste degli allevatori, nello specifico i due più grandi produttori a livello nazionale, la «Hudson Valley Foie Gras» e «La Belle Farm» che ritenendo che la nuova legge esagerasse il concetto di tortura e, soprattutto, mettesse a rischio la loro attività, nel maggio del 2022 fecero causa alla città bloccando il divieto fino alla fine del processo, come decisione sentenziata dalla Corte Suprema.

Come se non bastasse, a dicembre era intervenuto anche il Dipartimento per l’agricoltura dello Stato che definì la legge «irragionevolmente restrittiva». A questo punto il Comune decise di fare causa al Dipartimento accusandolo di aver travalicato i propri poteri e ottenendo una prima vittoria proprio il 3 agosto, quando un giudice ha sbloccato il divieto comunale di produrre il prodotto francese. Chiaramente non è finita: infatti, le due fattorie ricorreranno in appello come hanno già dichiarato sperando di avere in forze anche il Dipartimento Statale per poter aprire un contenzioso legale che potrebbe durare anni.

La posizione unanime di chi tiene al benessere degli animali nei confronti del foie gras, è di ritenerlo senza se e senza ma un prodotto alimentare lussuoso ottenuto dal maltrattamento feroce degli animali che prevede la sovralimentazione forzata ed eccessiva delle anatre o delle oche attraverso l'inserimento di un tubo nell'esofago degli animali. Il processo, noto come "ingrasso forzato" o "gavage” subito dai pulcini maschi, poiché generalmente le femmine vengono uccise appena nate, a causa del loro fegato considerato di qualità inferiore, è un trattamento crudele e doloroso per gli animali che causa sofferenza fisica, danni agli organi interni e problemi di salute.

In Italia la produzione di foie gras è vietata, così come in molti Paesi del mondo, purtroppo, però, non lo sono la vendita e l'importazione, che significa che il fegato d'oca continua ad essere servito tranquillamente nei ristoranti.

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Simona Sirianni
Giornalista
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