Juan Carrito torna a Roccaraso: i video mostrano (di nuovo) comportamenti inutilmente rischiosi

L'orso Juan Carrito è tornato nuovamente a Roccaraso, dove è stato pericolosamente avvicinato e ripreso nuovamente. Questi video mostrano ancora una volta tutto ciò che di sbagliato e rischioso c'è per l'orso e il per il raggiungimento di una pacifica convivenza per tutti.

6 Dicembre 2022
15:03
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L'orso Juan Carrito è tornato (di nuovo) a Roccaraso, in provincia dell'Aquila. Per l'ennesima volta, infatti, sono stati diffusi online dei video in cui si vede il giovane orso bruno marsicano che, dopo aver rovesciato un cassonetto dell'immondizia, rovista tra i rifiuti e un altro in cui abbozza un finto attacco per allontanare una persona che si era avvicinata pericolosamente a lui per riprenderlo.

Non è la prima volta che il plantigrado si muove in cerca di cibo per le strade della rinomata località turistica in pieno centro abitato, destando curiosità e troppa attenzione da parte delle persone ma soprattutto molta preoccupazione, giustamente, da parte degli esperti.

Non è la prima volta infatti che ci ritroviamo a dover affrontare i problemi legati ai comportamenti delle persone rispetto alla libertà dell'orso e la costante assenza di atteggiamenti invece corretti da seguire in caso di incontro ravvicinato. Tematiche che, a quanto pare, a distanza di oltre un anno di continue campagne di sensibilizzazione non sembrano purtroppo far breccia e che potrebbero prima o poi causare pericolosi incidenti.

Più volte sulle pagine di Kodami abbiamo sottolineato, insieme al Parco e agli esperti, quanto sia rischioso tutto ciò in primis per il plantigrado e di come video come questi possono contribuire a tenere viva una fascinazione inutile per un animale la cui esistenza è già stata messa in bilico dalle attività umane. Se abbiamo scelto di mostrarvi queste immagini è proprio per sottolineare – ancora una volta – tutto ciò che di sbagliato e di pericoloso c'è in questo tipo di atteggiamenti.

Il problema dei rifiuti

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Juan Carrito ha più volte dimostrato di provare una certa attrazione per i cassonetti dei rifiuti, una fonte di cibo facilmente accessibile e pressoché infinita ma che mette in serio rischio sia la sua incolumità che quella degli abitanti di Roccaraso. In molte zone del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e zone limitrofe ci sono troppi rifiuti non smaltiti correttamente e che attirando la fauna selvatica in ambiente urbano aumentano vertiginosamente gli incontri e il rischio di incidenti.

Per quanto un orso come Juan Carrito – abituato ormai da tempo al contatto con umani e domestici – possa sembrare docile resta pur sempre un selvatico e non possiamo prevedere come si comporterà o reagirà. Pensare che possa continuare a vivere tranquillamente per le strade di paese è una narrazione fiabesca che, seppur affascinante, rimane la principale minaccia per il plantigrado che rischia di essere catturato e confinato in cattività in caso di incidenti, come già accaduto una volta per la sua traslocazione.

Juann Carrito (Foto del Parco nazionale della Maiella)
Juann Carrito (Foto del Parco nazionale della Maiella)

Proprio per questo, uno degli elementi cardine per minimizzare i rischi e salvaguardare Carrito restano i cassonetti anti-orso, progettati appositamente per non emettere odori e per evitare che vengano aperti dai plantigradi. Proprio sui cassonetti a prova d'orso, il Parco aveva però spiegato di non avere competenza in materia, mentre il Sindaco, Francesco Di Donato, aveva dichiarato a Kodami che, nonostante siano stati compiuti tutti i provvedimenti necessari da parte del Comune, le difficoltà economiche erano troppe per un adeguamento completo.

Nei mesi scorsi, inoltre, il Comune di Roccaraso aveva anche attivato in maniera permanente tre nuove isole ecologiche proprio per migliore la gestione dei rifiuti urbani, ma c'è evidentemente ancora molto lavoro da fare. «È fondamentale l'utilizzo dei cassonetti anti-orso – sottolinea a Kodami lo zoologo Paolo Forconi – Ma è indispensabile che lo siano tutti, non uno sì e uno no. Si sono già dimostrati particolarmente efficaci in Nord America e in altri paesi, ma è difficile attuarli qui su larga scala perché è una questione che coinvolge numerosi enti oltre i Comuni e il Parco, come la Regione che ha invece ha competenza nella gestione della fauna».

I video e gli incontri ravvicinati

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L’orso Juan Carrito

Orsi e uomini possono vivere in armonia, ma tutti devono contribuire per lavorare nella stessa direzione, inclusi ovviamente i cittadini. Avvicinare un orso come nei video diffusi recentemente è quanto di più pericoloso si possa fare. Ne avevamo già parlato approfonditamente anche con Elisabetta Tosoni, biologa impegnata in numerosi progetti dedicati all'orso appenninico e coautrice del progetto di divulgazione L'orso e la formica: occorre allontanarsi lentamente e soprattutto evitare di fare di tutto per ottenere un selfie, prendendo le distanze e lasciando all'animale una via di fuga.

«Nel video si vede chiaramente che chi ha ripreso si avvicina eccessivamente all'orso – sottolinea ancora Forconi – Carrito ha una reazione simile a un finto attacco e questo non va affatto bene. Bisogna mantenere una distanza di almeno 20 o 30 metri e non attuare atteggiamenti e comportamenti sbagliati come questi. Questo aspetto, insieme alla gestione dei rifiuti, sono tra quelli più importanti che emergono da questi ultimi video».

Evitare di avvicinarsi eccessivamente è solo uno dei comportamenti che tutti dovrebbero eseguire, ma ce ne sono molti altri. Non bisogna, ovviamente, lasciare rifiuti in giro e occorre tenerli in casa fino al momento della raccolta lì dove si effettua la differenziata porta a porta. È necessario inoltre non lasciare in giardino o nelle vicinanze delle abitazioni cibo per cani, gatti e animali d'allevamento. Il confronto tra animali selvatici e domestici è sempre da evitare, anche se in contesti particolari come quelli abruzzesi è difficile che non si verifichino mai e talvolta possono persino raccontare momenti di straordinaria individualità e capacità comunicativa interspecifica, come il recente video dell'incontro sempre tra Carrito e il cane Nuvola.

juan carrito
Juan Carrito (Fonte: Parco Maiella)

Lo ribadiamo nuovamente, ogni volta che ci spingiamo oltre per ottenere una foto o un video dobbiamo sapere che stiamo andando ad alterare lo spazio vitale di un altro essere vivente. Come noi umani esigiamo rispetto per i nostri spazi, è giusto tenere conto di ciò in presenza di un animale selvatico. In questi mesi esperti, addetti ai lavori, istituzioni e associazioni come Salviamo L'Orso, costantemente impegnata in progetti di tutela dell'orso marsicano, stanno lavorando duramente per tutelare l'incolumità di Carrito favorendo una pacifica – seppur complessa – convivenza.

Noi di Kodami contribuiamo col nostro lavoro in maniera decisa verso questa direzione, evidenziando ogni volta criticità e comportamenti pericolosi per orsi, umani e domestici. Sappiamo che Carrito – purtroppo – non perderà mai del tutto il suo atteggiamento confidente nei confronti degli essere umani. Ma è e rimane un selvatico, quindi potenzialmente pericoloso. L'unico modo per tutelare tutti è che le persone si tengano quanto più distanti possibile da lui. Non c'è altra strada. Quanti altri video e incontri ravvicinati occorrono prima che ricada tutto sull'incolpevole Juan Carrito?

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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