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2 Marzo 2023
17:32

In un mondo sempre più caldo, un’oca artica ha trovato un nuova rotta migratoria e sta prosperando

In risposta all'aumento delle temperature globali, le oche zamperosee hanno cambiato rotta migratoria formando una nuova popolazione nel giro di pochissimi anni.

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Il riscaldamento globale e la crisi climatica sono tra le maggiori sfide che sono costrette ad affrontare gli animali selvatici in tutto il mondo, in particolare quelli che vivono e si riproducono intorno al circolo polare artico dove gli effetti negativi delle temperature in un aumento sono ancora più evidenti.

Ma se la maggior parte delle specie animali fa fatica ad adattarsi, c'è un uccello artico che sta invece reagendo in maniera sorprendente e che in risposta all'aumento delle temperature ha rapidamente trovato una nuova rotta migratoria e nuove aree di nidificazione in cui prosperare.

Secondo un nuovo studio recentemente pubblicato su Current Biology, una popolazione di oche zamperosee (Anser brachyrhynchus) ha reagito all'aumento delle temperature deviando dalla sua rotta migratoria abituale e colonizzando con successo nuovi territori a oltre 1.000 km di distanze dalle aree d'origine. Per di più, sembra proprio che questo cambio di abitudini sia stato condiviso e tramandato culturalmente tra gli uccelli attraverso l'apprendimento sociale, portando la popolazione a crescere rapidamente e in pochi anni fino a ben 4.000 esemplari.

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Vecchie e nuove rotte e aree di nidificazione a confronto. Madsen et al., 2023

I ricercatori guidati da Jesper Madsen dell'Università di Aarhus, in Danimarca, hanno studiato per oltre 35 anni la popolazione norvegese di oche zamperosee delle Svalbard. Controllavano costantemente le dimensioni della popolazione e l'andamento demografico, anche attraverso le marcature individuali con anelli identificativi. Circa 20 anni fa, però, hanno iniziato a ricevere strane segnalazioni, con oche delle Svalbard che durante la migrazione di ritorno hanno cominciato a comparire a sorpresa in Svezia e Finlandia.

Per saperne di più, Madsen e il suo team sono quindi andati a Oulu, in Finlandia, e nella primavera del 2018 e del 2019, insieme ai colleghi e ai partner olandesi e finlandesi, hanno catturato 21 oche per dotarle di dispositivi GPS e seguire così i loro spostamenti. Volevano capire dove stavano andando e hanno ottenuto una risposta del tutto inaspettata: circa metà degli individui marcati a Oulu si dirigeva a Nord-Est verso Novaja Zemlja, nel Nord della Russia. Per di più, hanno anche scoperto che le femmine si stavano riproducendo lì, a circa 1.000 km a Est delle aree di riproduzione storiche delle Svalbard.

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Le oche delle Svalbard hanno deviato dalla loro rotta abituale formando una nuova popolazione riproduttiva favorite dall’aumento delle temperature globali

Le oche che per anni avevano seguito precise rotte migratorie stavano improvvisamente cambiando percorso, diffondendo e condividendo questa informazione tramite apprendimento sociale anche agli altri uccelli. Attraverso questo studio, i ricercatori sono quindi riusciti a documentare e a descrivere la formazione improvvisa di una nuova rotta migratoria e di una nuova popolazione oche formatasi nel corso di appena 10-15 anni. Questa nuova colonia è poi cresciuta rapidamente nel tempo grazie all'enorme successo riproduttivo e agli alti tassi di sopravvivenza dei piccoli combinati con la continua immigrazione di oche dal vecchio percorso a quello nuovo.

Secondo autori, il successo riproduttivo nelle nuove aree di nidificazione è stato probabilmente aiutato dall'aumento delle temperature medie, che hanno reso più ospitali e adatti questi nuovi territori. Inoltre, sebbene questa nuova colonia non sia ancora geneticamente o demograficamente isolata dalla vecchia, si sta già comportando come una popolazione quasi del separata. Il nuovo percorso migratorio presenta comunque alcuni svantaggi, essendo per esempio molto più lungo del precedente. Tuttavia, sottolineano i ricercatori, i vantaggi della nuova rotta e dei nuovi terreni riproduttivi devono necessariamente superare di gran lunga quelli negativi.

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L’apprendimento sociale e lo scambio di informazioni è stata la chiave del successo di questo cambiamento così rapido

Questo studio, non solo documenta un fenomeno difficile da osservare in tempo reale, quello della formazione di una nuova popolazione di uccelli, ma dà qualche barlume di speranza in più per il futuro delle specie che dovranno necessariamente adattarsi a un Pianeta sempre più caldo e in continuo cambiamento. Inoltre, dimostra anche come, attraverso l'apprendimento sociale, le specie che vivono in gruppi possono rispondere ancor più rapidamente ai cambiamenti e in maniera collettiva, mitigando alcuni gli effetti negativi causati dai cambiamenti climatici, perlomeno nel breve termine.

In futuro, concludono i ricercatori, sperano un giorno di poter andare in Russia per osservare e studiare sul campo questa nuova popolazione di oche zamperosee. Purtroppo però, come avevano già sottolineato altri scienziati in un articolo pubblicato su Frontiers in Conservation Science, la guerra in Ucraina e l'isolamento russo hanno reso questi studi impossibili. Per il momento, gli scienziati potranno quindi seguire le oche solo attraverso i GPS.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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