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7 Luglio 2021
12:42

In Toscana è comparsa dal nulla una popolazione di castori, e nessuno sa da dove vengono

In Toscana un gruppo di ricercatori ha scoperto una popolazione di castori europei, una specie estinta in Italia almeno dal 1500, che solo dal 2018 ha provato a riaffacciarsi nel nostro paese al confine con l'Austria. Nessuno sa da quanto tempo siano lì né da dove provengano. Secondo i ricercatori sono il frutto di un rilascio non autorizzato, ma inizialmente: «Pensavamo fosse uno scherzo».

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La notizia è di quelle clamorose, che sconvolgono la comunità scientifica. Perlomeno quella composta da naturalisti e biologi: in Toscana ci sono i castori e nessuno lo sapeva. Almeno fino a oggi, quando la scoperta effettuata da un gruppo di ricercatori è stata pubblicata sulle pagine di Hystrix – The Italian Journal of Mammology. Gli scienziati sono riusciti a fotografare e a prelevare i campioni di DNA di diversi individui, confermando che si tratta proprio del castoro europeo (Castor fiber), scomparso in Italia da almeno quattrocento anni. Ma come ha fatto un roditore che può arrivare a pesare oltre 25 Kg a restare nascosto per tutto questo tempo? Ci è arrivato da poco? È stato portato da qualcuno? Gli scienziati non ne hanno la più pallida idea, per ora, ma ci sono diverse ipotesi.

«Quando ci hanno mandato le foto degli alberi rosicchiati pensavamo fosse uno scherzo – ha dichiarato Emiliano Mori, ricercatore del CNR e tra gli autori della scoperta – poi le tracce e gli indizi sono diventati sempre più numerosi e abbiamo avviato il monitoraggio». Gli studiosi sono riusciti a catturare grazie alle fototrappole diversi esemplari, tra cui un subadulto: «Questo significa che molto probabilmente si sono anche riprodotti, e che sono lì da almeno un paio d'anni. Ma attualmente non sappiamo ancora da dove provengono» ha continuato Mori.

Il castoro europeo, dalla quasi estinzione al ritorno

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Le tracce inequivocabili della presenza dei castori

L'origine dei castori toscani è un vero e proprio mistero, un rompicapo inatteso che i naturalisti proveranno a risolvere presto. Al momento però è possibile fare diverse congetture sulle loro provenienza, alcune più probabili di altre. Una volta il castoro europeo era una specie piuttosto comune in Europa, anche in Italia. Il suo areale si estendeva dall'Europa occidentale all'Asia centrale, ma è stato spazzato via ben presto quasi dappertutto, a causa della pelliccia e del castoreo, una sostanza oleosa giallastra e dall'odore forte prodotta da una ghiandola situata tra l'ano e gli organi sessuali, molto utilizzata in passato soprattutto nell'industria dei profumi e in campo medico.

Cacciato fin quasi all'estinzione, all'inizio del XX secolo erano rimasti a malapena poco meno di 1200 esemplari nascosti in diversi punti tra Europa e Asia. Ma grazie a numerosi progetti di riproduzione in cattività e reintroduzione, pian piano il castoro ha ripreso a ricolonizzare il Vecchio Continente. Grazie a questi progetti è tornato in Francia, Spagna, Gran Bretagna, Scandinavia e Europa centrale. Scomparso in Italia dal 1500, a dire il vero di recente c'è stato un importante timido tentativo di ritorno del castoro sul suolo italiano: dal 2018, infatti, un paio di individui provenienti dall'Austria sono stati avvistati di tanto in tanto il Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. Si tratta però di esemplare isolati, non di una popolazione stabile e riproduttiva.

Da dove vengono i castori toscani?

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I castori toscani catturati dalle foto trappole

Gli alberi rosicchiati trovati dai ricercatori in due aree distinte, una in provincia di Arezzo e l'altra al confine tra le province di Grosseto e Siena, suggeriscono l'esistenza di almeno due piccole popolazioni, di cui è però difficile stabilire l'entità. «Con i dati che abbiamo non possiamo fare delle stime accurate, approssimativamente possiamo dire che ci sono circa cinque o dieci castori – ha spiegato Emiliano Mori – ma potrebbero essere sia di più che di meno». L'ipotesi che si tratti di popolazioni relitte, rimaste isolate e nascoste per tutto questo tempo, è forse la meno probabile: «Difficilmente un animale tanto grosso e che lascia segni così vistosi della sua presenza può rimanere nascosto per così tanto tempo» così come è da escludere un ritorno naturale recente visto che «le popolazioni più vicine, quelle al confine con l'Austria, sono distanti almeno 550 km, ed è strano che nessuno nel mezzo abbia mai notato nulla» ha continuato Mori.

L'ipotesi più probabile, ma che comunque rimane ancora avvolta nel mistero, è che i castori in Toscana ci siano arrivati perché fuggiti dalla cattività o perché portati da qualcuno: «Non abbiamo idea da dove possano essere arrivati. Ci è difficile immaginare che qualcuno possa portare in giro un roditore di 25 Kg senza essere notato, così come è strano immaginare una fuga dalla cattività rimasta segreta. Nella scienza nulla è impossibile, ma pensiamo che sia comunque una di queste l'ipotesi più probabile, solo che non sappiamo ancora quando, dove e come sia avvenuta questa reintroduzione» ha dichiarato Emiliano Mori.

Cosa succederà adesso

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Un castoro europeo nuota in fiume in Olanda

Nel prossimo futuro i ricercatori continueranno a monitorare la specie, per riuscire a quantificare la popolazione e provare capirne l'origine. «Sicuramente approfondiremo con nuovi studi la distribuzione, e tenteremo di raccogliere altri campioni di DNA per confrontarlo con altre popolazioni e con gli individui di zoo e parchi faunistici. Resta da risolvere inoltre come ci si dovrà comportare da un punto di vista gestionale, visto che si tratta di una specie autoctona e in Direttiva che viene protetta e reintrodotta ovunque, ma che potrebbe però essere frutto di un rilascio certamente non autorizzato» ha concluso Emiliano Mori.

Il castoro europeo è infatti un roditore particolarmente protetto per legge, che è stato a un passo dall'estinzione, ma che comunque trasforma in maniera forte gli ecosistemi e le foreste rosicchiando e abbattendo gli alberi. Anche questo sarà un bel grattacapo da risolvere. Nel frattempo godiamoci questo ritorno inaspettato e sorprendente, atteso da almeno quattrocento anni.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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