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17 Agosto 2021
15:00

Il triste epilogo della fuga dei tori di San Gillio: abbattuti gli ultimi due superstiti

Fuggiti in 5 da un maneggio, si erano divisi disperdendosi nelle colline della val Ceronda, in Piemonte. Uno era morto in un incidente stradale, uno di fame e uno era stato abbattuto: dopo tre mesi anche gli ultimi due esemplari sono stati uccisi dalle guardie faunistiche della Città Metropolitana, così come stabilito da sindaci e prefetto.

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tori san gillio
Credit Sos Gaia

È finita nel peggiore dei modi la fuga dei tori che lo scorso maggio erano fuggiti da un maneggio di San Gillio disperdendosi nelle campagne piemontesi della val Ceronda: inizialmente cinque, sono morti tutti, tre per abbattimento.

Gli ultimi due tori sono stati abbattuti lunedì sera dalle guardie faunistiche della Città Metropolitana, mettendo la parola fine a una vicenda che aveva diviso: da un lato i Comuni, che avevano chiesto di tutelare la sicurezza pubblica soprattutto dopo che uno degli esemplari aveva lievemente ferito un’allevatrice, dall’altra le associazioni animaliste, in primis la Lav di Torino, che si era offerta di ospitare i superstiti in uno spazio sicuro, una cascina dell’astigiano, per evitarne l’uccisione.

La fuga dei tori era iniziata il 6 maggio: cinque esemplari di razza Camargue erano riusciti a scappare dalla stalla del maneggio di San Gillio in cui vivevano, si erano divisi e avevano scelto alcune zone in cui stazionare, allontanassi ogni qualvolta fiutavano una presenza umana e rendendo inutili tutti i tentativi di cattura con gabbie e sonniferi. Nel corso delle settimane successive un toro aveva provocato un incidente stradale, morendo sul colpo, un altro era stato trovato morto e un altro ancora, quello coinvolto nel ferimento di una persona, era stato abbattuto.

Ne restavano due, e lo scorso 5 agosto la Lav di Torino aveva lanciato l’appello affinché si catturassero senza violenza, sostenuta da Enrico Moriconi, medico veterinario e garante per i Diritti degli Animali della Regione Piemonte: «Purtroppo l’antropomorfizzazione del territorio (il Piemonte proprio in questi giorni viene indicato come il maggior sviluppatore di nuove costruzioni) rende quasi impossibile la loro permanenza allo stato libero – aveva spiegato – e perciò si deve dare atto che le autorità preposte hanno insistito con le iniziative incruente per catturare senza uccidere gli animali; proprio per questo la conclusione di questa vicenda non può che essere il destinare il toro, o i due tori catturati ad un rifugio dove continuare la vita in tranquillità».

Lunedì sera l’epilogo, il peggiore: le guardie zoofile che pattugliavano le campagne tra San Gillio, Druento, Fiano e La Cassa hanno seguito le indicazioni fornite al termine della riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, cui hanno partecipato il prefetto di Torino Claudio Palomba e i sindaci dei Comuni interessati, e hanno abbattuto i due tori superstiti.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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