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11 Gennaio 2023
14:04

Approvato il primo vaccino per api per proteggerle dalla peste americana

In America è stato approvato il commercio del primo vaccino pensato per salvaguardare le api mellifere dalla peste che ha destabilizzato moltissime arnie nel globo.

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Il Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti (USDA), che da oltre quindici anni combatte contro il più grosso calo demografico di colonie di Apis mellifera,  ha approvato l'utilizzo di quello che viene considerato da tutti gli esperti come il primo vaccino in assoluto per le api. Lo scopo è arginare i danni della cosiddetta "peste americana", una malattia batterica (Paenibacillus larvae) che distrugge le arnie colpendo direttamente le larve delle api.

Il vaccino è stato prodotto da Diamond animal health e si tratta del primo caso di vaccino al mondo che verrà somministrato in grandi quantità ad una specie di insetti. Specie, quella delle api mellifere, che sappiamo essere molto importanti non solo per l'industria alimentare del miele, ma soprattutto per il benessere degli ecosistemi, essendo fra gli impollinatori più importanti in assoluto.

La messa a punto del vaccino è stata sostenuta dalla società di biotecnologie statunitense Dalan animal health, il cui responsabile scientifico è Daniel Freitak, tra l'altro professore associato all’università Karl-Franzens di Graz, in Austria – patria tra l'altro del premio Nobel e scopritore del linguaggio delle api Karl von Frisch.

Proprio sul pericolo che stanno correndo le api di tutto il mondo e sulla validità del vaccino che è stato da poco approvato, Freitak ha commentato: «Ci sono milioni di alveari nel mondo, e non hanno un buon sistema immunitario se paragonato con quello di altri animali. Per fortuna ora abbiamo però gli strumenti per migliorare la loro resistenza contro le malattie».

Il vaccino sviluppato per supportare questi imenotteri nella lotta contro la pesta segue gli stessi principi dei vaccini umani. Solo che è impossibile inoculare tramite una siringa i milioni di insetti che abitano gli Stati Uniti d'America. Per immunizzare dunque la popolazione di api mellifere, gli scienziati hanno dovuto introdurre il vaccino nelle arnie con degli stratagemmi.

Come gran parte dei vaccini  oggi presenti sul mercato, il vaccino contro la peste americana presenta batteri che sono stati uccisi precedentemente in laboratorio. Poi questi microbi – che presentano una superficie riconoscibile dal sistema immunitario delle api – vengono trasmessi alle arnie, tramite il cibo, che viene sostituito. Poi il vaccino viene diffuso direttamente dalle operaie all'intera arnia nella pappa reale che viene somministrata alle larve, ma soprattutto alla regina. Se questa si immunizza nei confronti del batterio della peste, tutte le sue figlie e le future generazioni saranno capaci di contrastare la malattia… almeno temporaneamente, fino all'insorgere di una variante capace di superare le difese introdotte dal vaccino.

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Le spore di Paenibacillus larvae

Gli scienziati sono stati costretti però a produrre in grandi quantità queste dosi di vaccino. Come il Covid-19 per gli esseri umani, negli ultimi anni il batterio della peste è stato capace di uscire dai propri confini nazionali e d'imperversare in gran parte delle arnie di tutto il mondo. La patologia inoltre è molto difficile da debellare con i vecchi sistemi utilizzati dagli apicoltori, perché il batterio si diffonde di colonia in colonia, mettendo a rischio anche le api selvatiche, tramite le spore. Queste possono restare in quiescenza e vitali anche per decenni, soprattutto in ambienti secchi e umidi che aumentano la longevità di questi stadi di resistenza dei batteri.

Il vaccino però non si presenta al mondo solo come soluzione alla peste, ma anche come strumento utile di contrasto alla moria di api indotta dal cambiamento climatico. Gli eventi estremi infatti hanno indebolito molte arnie sparse per il globo, comunicano gli entomologi. Il più delle volte le arnie vengono colpite dalla peste perché già sottoposte a stress climatici, come ad altri parassiti, inquinamento e perdita del proprio ambiente. Il declino di questi insetti dunque non è spiegabile solo con l'arrivo della peste. «Questo vaccino però contribuirà a migliorare lo status di salute generale delle future generazioni di api in un contesto così imprevedibile come quello che ci attende» ha dichiarato Annette Kleiser, ceo di Dalan Animal Health. «La crescita della popolazione globale e il cambiamento climatico aumenteranno l'importanza dell'impollinazione delle api per garantire il nostro approvvigionamento alimentare. Siamo pronti a cambiare il modo in cui ci prendiamo cura degli insetti, con un impatto sulla produzione alimentare su scala globale».

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Alcuni apicoltori europei e australiani a proposito di questo hanno chiesto alla Dalan Animal Health se intendessero rendere disponibile nel breve tempo il vaccino al di fuori degli Stati Uniti, ma per il momento non hanno ricevuto risposta. Bisogna anche ricordare che qualora la Dalan Animal Health volesse commercializzare il suo vaccino quantomeno in Europa, dovremmo attendere il responso della EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e dell'Ema (Agenzia europea per i medicinali) per la sua diffusione.

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Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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