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26 Gennaio 2023
18:03

Il meraviglioso scatto della cometa dei Neanderthal sopra l’Etna. Perché si chiama così?

La cometa dei Neanderthal è divenuta perfettamente visibile sopra il cratere di sud est dell'Etna. Uno spettacolo impareggiabile, che storicamente è stato possibile solo durante la preistoria.

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È una delle immagini più suggestive e significative che si stanno diffondendo sui social nelle ultime ore. Mostra una cometa, nota agli astrofili come Cometa dei Neanderthal, ma anche come C/2022 E3 (ZTF), che è comparsa durante la notte sopra il manto innevato che copre in questi giorni il cratere di sud est dell'Etna. Era da molto, troppo tempo che non compariva nel firmamento notturno, avendo compiuto un lungo viaggio all'esterno del sistema solare.

Uno scatto incredibile, merito di un cielo limpido e dell'astrofotografo ragusano Dario Giannobile che ha avuto il merito di riuscire a catturare un momento unico che non si ripeterà se non tra molto tempo. D'altronde non stiamo parlando di un fotografo alle prime armi: Giannobile era consapevole dell'opportunità di poter effettuare questo scatto che ritrae uno degli avvenimenti naturali più spettacolari e rari del mondo.

Questa cometa infatti non è un habitué degli incontri ravvicinati. L'ultima volta che si era avvicinata alla nostra orbita è stata poco più di 50.000 anni fa, quando sul continente europeo abitavano ancora gli ultimi sparuti gruppi di Neanderthal. Proprio per questa ragione lo scorso 2 marzo, data della sua scoperta, le è stata assegnato il soprannome di "cometa dei Neanderthal" da parte degli scienziati che per primi l'hanno identificata e osservata nel cielo.

Ovviamente non posiamo sapere se all'epoca del suo ultimo passaggio i neandertaliani fossero rimasti incantati dalla sua comparsa nel cielo notturno ma grazie ai ritrovamenti fossili siamo certi che 50.000 anni fa  erano sparsi diffusamente lungo il bacino del Mediterraneo, in Europa come nel Medioriente. In Italia, per esempio, abbiamo rinvenuto dei resti datati a quel periodo del Circeo.

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Sparuti gruppi di questa specie hanno dunque davvero assistito all'ultima comparsa di C/2022 E3 (ZTF) ma i neandertaliani non hanno lasciato particolari tracce scritte ed artistiche come invece hanno fatto, per altri casi, gli uomini a loro successivi.

Dei Neanderthal, oggi, sappiamo tanto. Abbiamo compreso che come noi avevano un cervello dotato di una certa plasticità, che formavano famiglie simili a quelle dei Sapiens. E' dimostrato che fossero degli ottimi cacciatori e che probabilmente parte del loro genoma è ancora presente nel nostro DNA, soprattutto in quello delle popolazioni europee. Non erano infine degli stupidi nerboruti, come sono stati immaginati a partire dall'Ottocento, ma seppellivano i loro cari e praticavano le basilari arti della medicina e della botanica: alcuni reperti ossei presentano segni di suture di alcune fratture guarite che necessariamente hanno avuto bisogno di cure. Ma quasi nulla sappiamo invece relativamente ai loro pensieri e al modo in cui interpretavano i fenomeni naturali.

La cometa lo scorso 12 gennaio ha superato nuovamente il suo punto di perielio, ovvero il punto del suo viaggio più vicino al Sole. Incurante ovviamente della scomparsa della specie da cui deriva il suo nome, sta proseguendo la sua odissea nel sistema solare, tentando di ritornare a ritroso nella fascia di Kuiper e forse nella nube di Oort, ovvero nei luoghi posti all'esterno della fascia dei pianeti. Queste regioni risultano al contempo il luogo da cui provengono la maggior parte delle comete e ciò che rimane della nebulosa che diede vita al nostro Sole e ai pianeti, 4,6 miliardi di anni fa.

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La fascia di Kuiper, casa di molte comete che giungono nel sistema solare, si colloca oltre la fascia orbitale di Nettuno e prima della nube di Oort

Per quanto però la cometa dei Neanderthal stia già affrontando il suo viaggio di ritorno, lo spettacolo vero e proprio deve ancora venire. Infatti il primo febbraio, alle ore 18,11 italiane, la cometa arriverà "quasi a toccare" il nostro pianeta, portandosi ad appena 42 milioni di chilometri dalla Terra. Questo significa che per quella data, in molte aree del mondo, la cometa sarà perfettamente visibile nei cieli meno illuminati e persino sopra alcune città, fornendo un'esperienza indimenticabile.

Chissà se anche alla prossima occasione, ovvero quando la cometa giungerà nuovamente a essere visibile dalla Terra, tra 50.000 anni, una nuova e differente specie avrà l'ardire di dedicare la cometa ad una specie estinta… o addirittura a noi. Da cometa dei Neanderthal a cometa dei Sapiens, dal punto di vista del corpo celeste non sarebbe un grande cambiamento.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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